Suor Angelica infiamma i teenager
la platea del Teatro Chiabrera aspetta l'invasione delle scuole
Sarà Puccini con la sua musica. Sarà forse la storia della povera Angelica, che tocca, strazia, contorce, commuove. Non c'è scampo.
Fatto sta che, dopo il grande successo dello scorso ottobre, Suor Angelica torna sul palcoscenico del Teatro Chiabrera di Savona mercoledì 21 gennaio, ore 11.00, per centinaia di ragazzi delle scuole secondarie.
Confermando una volta di più il valore dell'arte nella vita culturale dei giovanissimi.
L'opera rientra nel PROGETTO SCUOLE del Teatro dell'Opera Giocosa
“Suor Angelica ha sempre una ricetta buona, fatta coi fiori...”
La struggente opera di Puccini alza il sipario del Teatro Chiabrera
Rintocco di campane. Nel convento il tempo scorre lentamente, le giornate sono segnate dalla monotonia e anche le piccole emozioni quotidiane sono rigidamente controllate e punite; fino al repentino liberarsi di una violenta emozione, momento di intensità drammatica senza pari, che porta allo scioglimento finale, disperato e ineluttabile.
Il toccante atto unico pucciniano, su libretto di Giovacchino Forzano, vain scena - in replica - al Teatro Chiabrera di Savona mercoledì 21 gennaio alle ore 11.00. SPETTACOLO PER LE SCUOLE.
COLLABORAZIONE TRA IL CONSERVATORIO G. PUCCINI DI SPEZIA E IL TEATRO DELL'OPERA GIOCOSA ONLUS DI SAVONA.
Cast: Studenti dei corsi di secondo livello del Conservatorio di Musica G. Puccini della Spezia: Natalia Kornach (Suor Angelica),Fulvia Bertoli(Zia Principessa), Raffaella Serafini(Badessa), Li Lili(Maestra delle Novizie), Laura Ceretti (Suora Zelatrice), Seo Hyungju (Suor Genovieffa), Laura Novaretto (Suor Osmina), Mu Helin (Suor Dolcina), Mariella Mammì (Suora Infermiera), Felicita Brusoni – Claudia Muntean (due cercatrici), Son Eun Joo (una novizia), Li Yan – Giulia Bruschi (due converse), Arianna Verduri (Suor Lucilla), Gledis Gjuzi (una suora), Leonardo Grillotti (Miracolo).
Orchestra del Conservatorio di Musica della Spezia diretta da Giovanni Di Stefano.
Coro del Conservatorio di Musica della Spezia diretto da Luca Stornello.
Regia di Luca Ferraris, Scene e Costumi di Michele Olcese.
Allestimento Teatro dell'Opera giocosa ONLUS di Savona.
Puccini amò profondamente questo atto unico: più degli altri due – Il tabarro e Gianni Schicchi – inclusi nel Trittico, di cui Suor Angelica è il pannello centrale.
L’amore è il tema peculiare, qui vissuto come privazione: Suor Angelica è diversa dalle protagoniste delle altre opere pucciniane. E’ diversa da Manon, che vive un amore colpevole, è diversa da Cio-Cio-San, che non comprende, anzi fraintende, l’amore; loro soffrono, ma in qualche modo, per come hanno gestito l’amore, decidono del proprio destino. Angelica no. Lei non può amare, non le è permesso; rinchiusa tra le mura di un convento per espiare la propria colpa giovanile, ha soltanto il suo istinto (e il suo amore) di madre – seppur lontana – che la tiene in vita. Fino alla tragica rivelazione e allo scioglimento finale.
Dedicata ad un cast interamente femminile (a parte il coro finale, durante la visione), Suor Angelica è un capolavoro di orchestrazione, basato su giochi timbrici abbinati a personaggi e situazioni, su equilibri sonori delicatissimi, su dinamiche perfettamente studiate. E pure capolavoro di intensità espressiva - che tocca il vertice drammatico con “Senza mamma”, la straziante aria della protagonista – e di introspezione psicologica.
Il Trittico debuttò il 14 dicembre 1918 al Metropolitan di New York: l’opera comica, il Gianni Schicchi, riscosse da subito grande successo, mentre le altre due vennero accolte freddamente dal pubblico, specie proprio Suor Angelica.
Eppure questo lavoro pucciniano – un unicum nel teatro europeo d’allora – ha un equilibrio perfetto: una successione di episodi contrastanti studiata ad arte. Interessare, sorprendere e commuovere o far ridere bene: questa era tra le massime di Puccini. Ecco allora la violenza espressiva e “sorprendente” del Tabarro, il dramma intimo e “commovente” di Suor Angelica, l’allegria (un po’ macabra, in verità) “divertente” di Gianni Schicchi.
In una indissolubile unità.