L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Gli artisti

Il librettista Salvatore Cammarano riduce a 5 i 27 personaggi della tragedia di Schiller: dal brulicare delle voci si passa al dramma familiare sullo sfondo di un coro che commenta l’azione come nella tragedia greca. Il cast del 7 dicembre si compone di alcune delle voci più autorevoli del panorama lirico internazionale, tutte già ascoltate e applaudite a Milano: Anna Netrebko debutta come Giovanna nel 2013 a Salisburgo, sempre accanto a Francesco Meli. La presenza scaligera di Anna Netrebko si apre nel 1998 con un concerto della Filarmonica diretto da Valery Gergiev; sempre Gergiev la dirige due anni più tardi in Guerra e Pace di Prokof’ev. Torna quindi come Donna Anna nel Don Giovanni diretto da Daniel Barenboim il 7 dicembre 2011 e come Mimì ne La Bohème diretta da Daniele Rustioni nel 2012.

Anche per Francesco Meli si tratta del secondo 7 dicembre: dopo il debutto scaligero nei Dialogues des Carmélites di Poulenc nel 2004, torna come Cassio nella ripresa dell’Otello diretto da Muti e come Arbace nell’Idomeneo inaugurale della stagione 2005/2006, diretto da Daniel Harding. Negli anni seguenti è Don Ottavio nel Don Giovanni (Dudamel 2006), Leicester in Maria Stuarda (Fogliani 2008), Cantante italiano nel Rosenkavalier ((Jordan 2011). Dmitry Beloselskiy debutta al Piermarini nel 2013 come Zaccaria nel Nabucco diretto da Luisotti. Carlos Álvarez, che debutta nel ruolo di Giacomo, esordisce alla Scala nel 1996 con Riccardo Chailly cantando la parte di Sharpless in Butterfly. Nel 1999 e nel 2006 torna come Don Giovanni diretto rispettivamente da Riccardo Muti e Gustavo Dudamel.

Riccardo Chailly è Direttore Principale del Teatro alla Scala dal gennaio 2015 e sarà Direttore Musicale dal gennaio 2017. Il suo debutto alla Scala risale al 1968 con “I Masnadieri” di Verdi; in seguito ha diretto opere di Rossini, Verdi, Puccini, Prokof’ev e Bartók; con Aida ha inaugurato la Stagione 2006/2007. Il suo impegno con il teatro milanese negli anni a venire si concentrerà sul repertorio italiano con un ciclo di opere di Puccini già aperto nel maggio 2015 con Turandot e destinato a proseguire nel maggio 2016 con La fanciulla del West, ma anche con titoli di Verdi, Rossini e Donizetti. Riccardo Chailly ha già diretto Giovanna d’Arco a Bologna nel 1989 con la regia di Werner Herzog ma nel suo passato musicale compare anche un’altra Giovanna: ha infatti registrato con la Filarmonica la Cantata di Rossini nella trascrizione di Salvatore Sciarrino.

I registi

Raccontare la storia portando le intenzioni del compositore agli spettatori di oggi in stretta connessione con il dettato musicale: questo l’imperativo che guida la coppia di registi che da decenni lavora al centro di una squadra coesa e affiatata. Oltre a loro, il belga Moshe Leiser e il parigino Patrice Caurier, ne fanno parte lo scenografo Christian Fenouillat, il costumista Agostino Cavalca e il light designer Christophe Forey. Leiser e Caurier lavorano insieme dal 1983 e hanno sempre sottolineato il carattere unitario dell’opera, uno spettacolo in cui musica e teatro devono crescere insieme. Refrattari al teatro decorativo come alle provocazioni, i due registi hanno situato l’azione delle opere che hanno messo in scena in epoche e luoghi diversi ma sempre cercando la collocazione più aderente alla verità drammaturgica del testo e alle intenzioni degli autori. Dopo gli inizi in Francia (in particolare a Lione) hanno realizzato spettacoli al Royal Opera House Covent Garden di Londra, al Theater an der Wien e alla Staatsoper di Vienna, al Mariinskij di San Pietroburgo, al Liceu di Barcellona, all’Opera di Zurigo e al Metropolitan di New York.

Nel 2014 hanno vinto l’International Opera Award per la loro produzione di Norma con Cecilia Bartoli al Festival di Salisburgo.


 

 

 
 
 

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