L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Puccini alla Scala

Segna il debutto al Teatro alla Scala di Milano della prima versione rappresentata a Torino nel 1893, la produzione di “Manon Lescaut” di Giacomo Puccini che Rai Cultura ripropone venerdì 12 luglio alle 21.15 su Rai 5. Lo spettacolo, con la direzione di Riccardo Chailly e la regia di David Pountney, è la versione originale dell’opera nell’edizione critica curata da Roger Parker, già diretta da Chailly a Lipsia nel 2008. L’allestimento di Pountney, direttore artistico della Welsh National Opera che ha anche firmato alla Scala “Francesca da Rimini” di Zandonai, ambienta la storia d’amore tragica e struggente fra Manon Lescaut e il cavaliere Des Grieux in una stazione ferroviaria vittoriana con le scene di Leslie Travers, i costumi di Marie-Jeanne Lecca, le luci di Fabrice Kebour e la coreografia di Denni Sayers. Protagonisti sul palco Maria José Siri nel ruolo del titolo, Roberto Aronica in quello di Des Grieux e Massimo Cavalletti come Lescaut. Accanto a loro, Carlo Lepore (Geronte), Marco Ciaponi (Edmondo, Maestro di ballo, Lampionaio), Emanuele Cordaro (Oste), Alessandra Visentin (Un musico), Daniele Antonangeli (Sergente degli arcieri), Gianluca Breda (Un comandante di marina). Completano il cast i Musici interpretati da Barbara Lavarian, Roberta Salvati, Silvia Spruzzola, Julija Samsonova e Maria Miccoli. Il Coro del Teatro è istruito da Bruno Casoni. Ispirata alla sventurata seduttrice creata dall’Abbé Prévost nel 1733, Manon Lescaut è l’ultima di una serie di opere ottocentesche derivate dal romanzo francese e il primo vero successo di Puccini, che non temette il confronto con l’omonima opéra-comique di Massenet del 1884. Lunga e travagliata fu la genesi del lavoro, a cominciare dal libretto, passato di mano in mano a tanti letterati (fra cui Giuseppe Giacosa, Luigi Illica, Domenico Oliva, Marco Praga) del quale Ricordi stampò la prima edizione senza indicare i nomi degli autori. Nonostante il trionfo della prima, Puccini modificò la partitura a più riprese nei trent’anni successivi e Ricordi pubblicò ben otto versioni. Ad accomunarle lo sforzo di rendere al meglio le drammatiche atmosfere che fanno precipitare l’incantamento iniziale dei due giovani verso un destino funesto, facendo di Manon la più disperata delle donne sconfitte. Regia televisiva di Patrizia Carmine.


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