Il dramma dei migranti al Teatro Massimo
Il dramma e le speranze dei migranti arrivano per la prima volta in un teatro lirico
Domenica “Il Viaggio” al Teatro Massimo: in scena un ragazzo siriano e uno ghanese
La loro vera storia raccontata al giornalista tedesco Karl Hoffman; musica araba e africana
PALERMO. Un dramma che è materia di cronaca, immagini che sono parte dell’attualità quotidiana tra allarmi, lutti, polemiche, speranze. Adesso il dramma dei profughi arriva per la prima volta in un teatro lirico, con la presenza e le voci di due migranti, la regia di un giornalista tedesco grande esperto di migrazioni e di Mediterraneo, la musica tradizionale araba e africana.
Tutto questo è “Il Viaggio – la vera storia di due ragazzi che decidono di non morire”, la nuova produzione del Teatro Massimo di Palermo che andrà in scena domenica 6 e lunedì 7 marzo, alle 11.30. Domenica inserito nella stagione “Il Massimo in famiglia”, il cartellone costruito intorno all’idea di fare del Teatro un luogo di incontro e di condivisione per tutti; lunedì inserito nella stagione “0-18 - Musica per crescere fin dalla culla”, diretta in particolare ai bambini e ai ragazzi.
I due protagonisti sono Malik Alali, arrivato dalla Siria e oggi residente in Danimarca, e di Adam Hallafa, nato in Ghana, oggi a Lampedusa. Entrambi hanno percorso la rotta dolorosa di ogni migrante, un viaggio lungo attraverso deserti e mare, tra carceri, mercanti di uomini, fame, sete.
La regia è di Karl Hoffman e Alberto Cavallotti, la musica di Antonio Doro e Nabil Salameh. Le voci di Badara Seck del Senegal e di Nabil Salameh della Palestina. Con il quartetto d’archi del Teatro Massimo e il Coro Arcobaleno del Teatro Massimo, composto da bambini di tutte le comunità migranti della città (maestro del CoroArcobaleno,Salvatore Punturo).
Uno spettacolo che fa riflettere e fa commuovere. E che nasce nel Teatro della città la cui amministrazione ha approvato la “Carta di Palermo” per una radicale modifica della legge sulla cittadinanza e per il diritto alla mobilità come diritto della persona umana.
“Un viaggio – dice Hoffman – che non prevede alberghi, ristori, divertimenti, ma che ha in palio la vita. Una storia che è insieme di disperazione e di speranza, perché entrambe fanno muovere i passi nel deserto, fanno affrontare i viaggi sui barconi. Malik e Adam adesso sono vivi, e possono raccontare quello che hanno vissuto”.
Biglietti: 5-15 euro