L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Nicola Pisaniello e Francesca Martini

Note di regia

Quando da adolescente vidi la prima volta a teatro La Cenerentola di Rossini rimasi meravigliato, oltre per la bellezza musicale, per le molteplici differenze che la trama dell'opera aveva rispetto alla consueta favola che mi raccontarono da piccolo e dal famosissimo cartone animato disneyano.

Per esempio Don Magnifico sostituisce la cattiva Matrigna, la figura della Fata non esiste ma vi è il personaggio di Alidoro che senza incantesimi e magie progetta, dopo essersi intrufulato in casa in veste di mendicante e aver compreso la bontà della bella protagonista, l'andata al ballo della ragazza. Niente rintocchi di mezzanotte, ma soprattutto Cenerentola non perde la famigerata scarpetta ma bensì le viene donato un bracciale da restituire al principe.

Di fatto, incuriosito, scoprii subito che nel mondo esistevano nella tradizione popolare più di 300 varianti e che la favola aveva origini antichissime sin dai tempi della XXVI dinastia egizia (672 a.C. - 525 a.C.). Quando nel 1904 Pauline Viardot, cognata di Rossini in quanto sorella di Maria Malibran*, compose quest'opera da camera (con un approccio molto più spensierato rispetto a tutti gli altri adattamenti operistici) fu sicuramente ispirata dal grande successo che ebbe cinque anni prima la messa in scena parigina di Cendrillon di Massenet che faceva fede al racconto di Perrault. L'ambientazione che propongo per questo allestimento trapanese è ispirato alle antiche incisioni in bianco e nero che illustravano i libri della favola nel periodo in cui la Viardot compose l'opera, dove il tocco di colore è dato dai vestiti, dalle parrucche e dalla caratterizzazione di ogni singolo personaggio.

Renato Bonajuto

* A beneficio del lettore precisiamo che Pauline Viardot non fu affatto cognata di Rossini, che non intrattenne nessun tipo di rapporto sentimentale con Maria Malibran. La prima moglie del Pesarese, che in seconde nozze si unirà poi con Olympe Pélissier, fu la primadonna Isabella Colbran. [ndr]


 

 

 
 
 

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