L’Ape musicale

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Note di regia “Le notti delle streghe” di Manu Lalli

Macbeth, uno dei personaggi più imponenti del teatro di tutti i tempi. Shakespeare e Verdi, due grandissimi, faccia a faccia. Parole, musica, canto. Un progetto complesso e realizzato con dei bambini, dei giovani,  cantanti, attori, musicisti. E’ un’opera? Una piéce teatrale? Entrambe le cose. E’uno spettacolo. La storia di Macbeth è la storia della follia degli umani, dell’orrore di cui gli umani sono fatti, delle giustificazioni che gli umani danno alla brama di possesso, alla patetica illusone di essere immortali,  infiniti. E’ la storia delle streghe che ispirano un male che gli umani hanno già totalmente in se stessi. Che cosa spinge infatti un uomo, che ama, che vive nella società, che ha l’occasione di vedere il tramonto, l’alba, di percepire il freddo, il caldo, di sentire le stagioni, di vedere il mare, o la neve, a distruggere, uccidere e brutalmente schiacciare i suoi simili? Per il potere? Quale demoniaca forza spinge ai fianchi un essere umano a mettersi nell’idea di sterminare tutti coloro che ostacolano il suo desiderio? Per dominare su cosa?

Tanti secoli sono passati da quando l’uomo abita la terra. Eppure nonostante il tempo minuscolo che ogni uomo vi trascorre, invece di fare tesoro della magnificenza della natura e della vita,  l’umanità con una scusa o con l’altra si è spesso fatta sopraffare dall’odio, dalla gelosia, dalla vanità e dalla brama di possesso per finire lei stessa distrutta dalla violenza che aveva generato. Questo è Macbeth, e forse mai come oggi il grande Shakespeare è tanto attuale, forse mai come oggi tutti noi dovremmo rivalutare con sbalordita meraviglia i beni che possediamo con tanta, forse troppa, leggerezza: la pace, la libertà, le aspirazioni possibili ad una felicità che sentiamo di meritarci. Perché non è e non è stato sempre così: Il terrore è stato per millenni anche da noi una realtà permanente, come lo è adesso in tanta parte del mondo.

Questa specie di vacanza dalla paura che l’occidente si è preso e che, moltitudini di uomini e donne hanno lottato e lottano ogni giorno per ottenere, può finire da un istante all’altro  se tutti noi non ci impegniamo a custodire questa temporanea pausa dalla paura e cerchiamo di condividerla con altri. Macbeth ci insegna una spaventosa verità che tutti per negligenza tendiamo a scordare: essere tolleranti, comprensivi, onesti, buoni non è scontato e soprattutto non è istintivo. L’istinto è egoista, prevaricatore, cieco, e avido. Vuole tutto, subito e solo per se. Per questo è così interessante. Per questo non possiamo farne a meno. Per questo dobbiamo riconoscerlo e abituarci a viverlo cercando di domarlo, perché sia strumento di forza e non di violenza. Amare gli umani, conviverci è un lavoro duro, un processo costante che si costruisce ogni giorno scoprendo, con la fatica che sappiamo a memoria,  che la prima strega da combattere per abbattere la stupidità, il pregiudizio, la violenza e l’ignoranza è sulla punta dei canini che ognuno di noi nasconde sotto il sorriso.


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