L’Ape musicale

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Tornano I masnadieri, alla Scala e in tournée

Michele Mariotti sul podio e un nuovo allestimento di David McVicar con Lisette Oropesa

al debutto scaligero, Fabio Sartori, Michele Pertusi e Massimo Cavalletti.

La produzione segnerà la prima volta della Scala al Festival finlandese di Savonlinna.

La ‘prima’ del 18 giugno in diretta su Radio3.

Il soggetto

L'opera in breve

Michele Mariotti

Staff creativo

I cantanti

Locandina

I masnadieri di Giuseppe Verdi, su libretto di Andrea Maffei da Friedrich Schiller, torna alla Scala per sette rappresentazioni dal 18 giugno al 7 luglio in un nuovo allestimento diretto da Michele Mariotti con la regia di David McVicar, le scene di Charles Edwards e i costumi di Brigitte Reiffenstuel. Il cast comprende Lisette Oropesa, ormai contesa dai teatri di tutto il mondo (ha vinto tra l’altro il Tucker Prize 2019) al debutto scaligero, Fabio Sartori che torna a Verdi dopo il successo con l’Attila inaugurale di Stagione, Michele Pertusi, tra le voci scaligere più amate degli ultimi anni in Verdi ma anche in Rossini, e Massimo Cavalletti recentemente ascoltato anche in Manon Lescaut.

L’allestimento sarà presentato al Festival di Savonlinna (Finlandia) il 15, 17 e 20 luglio (il 18 luglio il M° Mariotti dirigerà i complessi scaligeri anche in un concerto di gala con arie d’opera). Si tratta della prima tournée della Scala in Finlandia.

Per il ritorno de I masnadieri la Scala ha chiamato Michele Mariotti, un maestro italiano presente in tutti i maggiori teatri internazionali (ha inaugurato la stagione dell’Opéra di Parigi con Les Huguenots di Meyerbeer) e universalmente riconosciuto dalla critica (la sua Bohème a Bologna ha vinto il Premio Abbiati come miglior spettacolo del 2018). Alla Scala Mariotti ha già diretto Il barbiere di Siviglia, I due Foscari e Orphée et Eurydice e pochi giorni fa ha felicemente debuttato nella Stagione della Filarmonica. Tra i suoi numerosissimi impegni a venire va ricordata almeno Semiramide al Festival di Pesaro.

Tra i massimi esponenti della regia d’opera contemporanea, David McVicar ha lavorato in tutti i grandi teatri del mondo, dal Royal Opera House di Londra ai Festival di Glyndebourne e Aix-en Provence, al Metropolitan di New York e alla Wiener Staatsoper. Alla Scala si ricorda la sua spettacolare e commovente produzione de Les Troyens diretta da Antonio Pappano nel 2014. Tra le prossime nuove produzioni Le nozze di Figaro e Faust per Opera Australia, Death in Venice al Royal Opera House e nel 2020 Agrippina a New York e Idomeneo a Berlino, ma il successo dei suoi allestimenti si misura anche dalle continue riprese dei suoi spettacoli in tutto il mondo: a Savonlinna questa estate torna il suo Rigoletto.

Presentata il 22 luglio 1847 al Her Majesty’s Theatre di Londra, I masnadieri è la prima opera composta da Verdi per un teatro straniero, l’aspirazione a una carriera internazionale dopo Attila (1846) per Venezia e Macbeth (1847) per Firenze. Nello stesso anno Verdi debutterà a Parigi con Jérusalem. Per prepararsi al debutto europeo il compositore, allora trentaquattrenne, si rivolge ad Andrea Maffei, personaggio di spicco della vita culturale milanese. Poeta e traduttore, protetto da Vincenzo Monti, Maffei aveva vissuto da ragazzo a Monaco venendo in contatto con le tendenze culturali più avanzate. Nel 1827 aveva iniziato la traduzione del Teatro Completo di Friedrich Schiller, pubblicata nel 1842 dall’editore Pirola con illustrazioni di celebri artisti, tra cui Hayez. Nel 1832 Maffei aveva sposato Clara Carrara Spinelli, che avrebbe animato il suo salotto facendone il più celebre e ricercato dell’ottocento italiano. Verdi aveva cominciato a frequentarlo nel 1842.

Mediocre verseggiatore, Maffei ha il merito di trasmettere a Verdi, come a tutto l’ambiente culturale italiano, l’amore per Schiller, che si concretizza in ben quattro adattamenti per il teatro musicale: Giovanna d’Arco (1845), appunto I masnadieri (1847), Luisa Miller (1849) e Don Carlos (1867). Per la prima londinese de I masnadieri Verdi poté contare su un cast d’eccezione: la protagonista era Jenny Lind, l’”usignolo svedese” protetto da Mendelssohn e Meyerbeer, insieme a Italo Gardoni, tenore parmigiano divenuto una star a Londra e al basso Luigi Lablache, che pochi anni prima era stato il primo Don Pasquale, e al baritono Filippo Coletti.

I masnadieri è tra le opere di Verdi meno rappresentate alla Scala: solo tre allestimenti, due dei quali diretti dal primo violino Eugenio Cavallini nel 1853 e 1862. L’ultima, nel 1978, segna il debutto operistico al Piermarini dall’attuale Direttore Musicale Riccardo Chailly, chiamato in extremis da Claudio Abbado a sostituire l’indisposto Gianandrea Gavazzeni. Lo spettacolo era di Pier Luigi Pizzi.

I masnadieri, spiegano il regista David McVicar e i suoi collaboratori, è un adattamento della prima e seminale opera teatrale di Schiller Die Räuber; un’espressione per eccellenza dello spirito romantico, un’opera selvaggia e violenta scritta in segreto da uno Schiller diciannovenne, ancora studente di una brutale accademia militare di Stoccarda. È anche un’opera problematica (come l’ambientazione verdiana) in quanto la trama è piena di snodi improbabili, incoerenze e personaggi monodimensionali, non ultima la caratterizzazione dell’unico personaggio femminile, Amalia. Tutta questa giovane energia grezza e l’alta drammaticità sono fedelmente catturati nella prima partitura di Verdi, anche se il libretto di Maffei aggrava i problemi drammaturgici dell’opera originale. Pensando a un modo per creare un mondo in cui le illogicità del testo di Maffei possano avere senso e un disegno che soddisfi le necessità sceniche dei teatri di Milano e Savonlinna, lo spettacolo si concentra sull’ambiente brutale dell’accademia militare che Schiller ha frequentato, la Karlsschule di Stoccarda. È una cornice in cui si vedono esplodere le fantasie violente e gli istinti di ribellione dei cadetti della scuola, ma anche un mondo in cui realtà e fantasia possono coesistere e fondersi a nostro piacimento, contribuendo a rendere logiche le incongruenze più selvagge dell'opera. L’ambientazione sarà nel XVIII secolo, l’età dello Sturm und Drang.


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