L'Italia di Verdi e Walter Tobagi
Rai3 e RaiStoria, #maestri dal 24 al 28 maggio
"Viaggio in Italia".
Alle 12:00 su Rai Storia: Marche da scoprire.Una passeggiata tra le bellezze delle Marche. Cinema nuovo a Pesaro: 45 anni della Mostra Internazionale Viaggio in Italia (Doc) Un viaggio che comincia nel 1965, quando Lino Miccichè fonda a Pesaro il Festival del Nuovo Cinema, che diviene subito una sorta di punto di riferimento mondiale del rinnovamento cinematografico.
"Passato e Presente" l'Italia di Giuseppe Verdi
Giuseppe Verdi è da molti considerato il più grande musicista italiano dell’Ottocento - un artista prolifico che, con i suoi melodrammi, rivoluziona il mondo della lirica. Ma è anche un protagonista del Risorgimento italiano. Di Giuseppe Verdi e degli ideali politici che hanno avvicinato le migliori menti del suo tempo, Paolo Mieli parla in studio con il professor Lucio Villari a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 26 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. La sua musica diventa la colonna sonora di un’epoca e le arie delle sue opere vengono spesso cantate come inni dai popoli in rivolta. La politica entra nei suoi libretti e, nel 1861, anche nella sua vita. In quell’anno, infatti, Verdi accetta la proposta di Cavour e diventa deputato nel parlamento del nascente Regno d’Italia.
"Passato e Presente" la storia di Umberto Nobile
Con le sue imprese e i suoi fallimenti, Umberto Nobile ha scritto alcune delle pagine più avvincenti e controverse della storia dell’aeronautica e dell’esplorazione italiana. Pagine ripercorse dalla professoressa Isabella Insolvibile e da Paolo Mieli a “Passato e presente” in onda mercoledì 26 maggio alle 14.20 su Rai Storia. Nel 1926 il primo volo sul Polo Nord col dirigibile Norge, da lui progettato, ne fa una celebrità che il regime fascista sfrutta a proprio vantaggio. La seconda impresa al Polo, invece, si conclude tragicamente. I forti venti spingono il dirigibile Italia a schiantarsi contro il pack e poi lo trascinano via, con a bordo ancora 6 membri dell’equipaggio, che non verranno mai più ritrovati. Anche molti dei tentativi di soccorso per salvare i superstiti rimasti sul ghiaccio, dentro la famosa “tenda rossa”, hanno esito mortale. Nobile si salva, ma, perso il favore di Mussolini, diventa oggetto delle indagini di una commissione d’inchiesta che, nel 1929, lo dichiara colpevole dell’accaduto. Nobile lascia l’Aeronautica e si trasferisce prima in Unione Sovietica e poi negli Stati Uniti, dove insegna ingegneria. Rientrato in Italia dopo la guerra, diventa deputato nelle file del Pci e continua a battersi per ottenere il ribaltamento delle accuse a suo carico, soprattutto la più odiosa: quella di aver abbandonato i suoi uomini sul ghiaccio, salvandosi per primo.
Walter Tobagi, odiato senza ragione
La mattina del 28 maggio 1980, Walter Tobagi, 33 anni, giornalista del Corriere della Sera, veniva ucciso a pochi passi da casa da uomini della Brigata XXVIII marzo, una formazione terroristica di estrema sinistra. Tobagi era il cronista di punta del Corriere della Sera sul fronte del terrorismo, aveva seguito numerosi processi e tante vicende di quel periodo, ma era anche il Presidente dell'Associazione Stampa Lombarda. Uomo del dialogo, socialista e cattolico, giornalista preparato, intuitivo, meticoloso, Tobagi si era distinto nel mondo del giornalismo e della cultura italiani, a dispetto della giovane età. Anche per questo, il suo omicidio destò stupore e commozione in quanti lo avevano apprezzato, ancor più per le dinamiche del delitto, commesso da una banda di terroristi giovani e “di buona famiglia”. “Walter Tobagi, odiato senza ragione” -il documentario di Alessandro Chiappetta, per la regia di Agostino Pozzi, in onda mercoledì 26 maggio alle 21.10 su Rai Storia - ricostruisce la figura di Tobagi e le vicende legate alla sua scomparsa, attraverso il ricordo della figlia Benedetta, degli amici e colleghi Antonio Ferrari, Giancarlo Perego, Marco Sassano e Massimo Fini, dello storico Guido Panvini e dell'ex magistrato Armando Spataro, rappresentante dell'accusa al processo che nel 1983 vide condannati i componenti della Brigata XXVIII marzo, accusati proprio dal loro leader, Marco Barbone, che beneficiò della legge del 1982 sui pentiti scontando una pena contenuta.
"Italiani" Carlo Urbani, una vita per gli altri
Un medico italiano, un infettivologo specializzato in malattie parassitarie tropicali, che ha lavorato negli angoli più remoti del nostro pianeta per portare la salute alle popolazioni disagiate, fino alla fine. Carlo Urbani è il protagonista di “Italiani”, in onda in prima visione mercoledì 26 maggio alle 22.10 su Rai Storia, con l’introduzione di Paolo Mieli. Nel 1999 Urbani diventa presidente della sezione italiana di Medici senza Frontiere proprio nell’anno in cui viene assegnato il Nobel per la Pace all’organizzazione umanitaria. Nel 2003 mentre, lavora ad Hanoi per l’OMS scoppia nel mese di febbraio il Sars-Cov 1. Il dottor Urbani intuisce immediatamente la pericolosità di questa nuova malattia. Impone le regole d’isolamento immediato e totale, salvando molte vite, scongiurando quell’epidemia pericolosa. La tenacia, la dedizione e il coraggio di Carlo Urbani non sono stati però sufficienti a salvarlo dal contagio. Il 29 marzo del 2003 muore a soli 46 anni. Ancora oggi il Vietnam lo onora come uno dei salvatori della nazione.