Verona ricorda la regina della coloratura
Si è spenta ieri a Zurigo all’età di 74 anni Edita Gruberova. Il grande soprano slovacco è stato punto di riferimento del repertorio lirico-leggero virtuosistico, “regina della coloratura” per oltre cinquant’anni di carriera, documentata da rappresentazioni in tutto il mondo, incisioni discografiche e videoregistrazioni accanto ai massimi interpreti dell’Opera, fino al ritiro dalle scene avvenuto nel 2019. Anche negli ultimi anni e in ruoli diversi dal proprio repertorio d’elezione, alla personale vocalità si è sempre unito un carisma unico e irripetibile, che sapeva conquistare il pubblico di ogni nazionalità.
Indimenticabile Regina della Notte nel mozartiano Flauto Magico, spaziava con agilità dal ‘700 alle opere di Richard Strauss, passando per Verdi e l’Operetta, esplorando i grandi ruoli belcantistici di Bellini e soprattutto Donizetti. Proprio nel capolavoro romantico del compositore bergamasco, Lucia di Lammermoor, è stata protagonista a Verona sul palcoscenico del Teatro Filarmonico, diretta da Francesco Molinari Pradelli nel classico spettacolo di Beppe De Tomasi (22 e 25 marzo 1980).
«Una volta vista e ascoltata in teatro – ricorda la Sovrintendente e Direttrice Artistica della Fondazione, Cecilia Gasdia, che prese parte a quelle recite del 1980 – non si poteva certo scordare. Non avevo ancora vent’anni e cantavo nel Coro dell’Arena. Allora Edita Gruberova era già una stella regolarmente ospite a Vienna, Salisburgo, al Met e alla Scala: che fosse a Verona costituiva un evento. Il suo controllo del fiato, il senso del fraseggio, una voce in pieno rigoglio con acuti e sovracuti cristallini. Sono personalmente addolorata per la sua scomparsa, come lo sono oggi tutti i musicisti e gli appassionati nel mondo: Gruberova ha lasciato fortunatamente prove tangibili della propria arte, a testimoniarci quanto fosse sovrumana la sua padronanza della voce, che sapeva raggiungere la purezza immacolata di uno strumento, da vera fuoriclasse. Grazie Edita».