Omini buffi e donnine bizzarre al pianoforte
di Irina Sorokina
Barbara Cocconi
Quaderno del pianista “al ballo”.
Appunti, materiali e idee per una metodologia dell’accompagnamento pianistico alla danza.
174 pagine
Dantone edizioni e musica, 2019
ISBN 978-8832008203
Il noto ballerino e insegnante di danza classica, nonché partner della celeberrima Galina Ulanova, Leonid Zhdanov disse: “Bisogna ballare la musica e non con la musica”. La Danza, un’arte unica del suo genere, una forma d’espressione attraverso il corpo umano dove quest’ultimo rappresenta lo strumento è indissolubilmente legata alla musica. Si, ci sono alcuni balletti che non ne prevedono l’uso, ma sono decisamente pochi. La nota studiosa russa del ‘900 Lyubov’ Blok così definì la sostanza della danza classica: “Il classico è un movimento astratto, logico, fatto di passi collegati in modo sottilissimo attraverso la musica”.
Ecco perché per un danzatore è importantissimo essere musicale, “ballare la musica e non con la musica”. L’educazione musicale è una delle cose più importanti per la formazione del futuro artista. La conoscenza della musica comincia spesso nella classe dove l’allievo ogni giorno segue le regole precise dell’apprendimento del mestiere accompagnato dal vivo dal pianista o, meglio, maestro accompagnatore. «Tempo fa un Maître mi diceva: “I ballerini musicali sono quelli che ascoltano e seguono la musica, gli altri sono quelli che chiedono qui un po’ più lento, là un po’ più veloce, in quel punto mi devi aspettare…” e ho acconsentito con un bel sorriso», racconta il pianista Marcello Spaccarotella (www.balletto.net).
La danza classica è un’arte piuttosto giovane e risale all’epoca del Re Sole, Luigi XIV. Si sa che negli anni che succedettero a quell’epoca in cui avvenne la codificazione delle posizioni dei piedi e di passi di base, il maestro di danza fu lui stesso accompagnatore. Sapeva ugualmente bene insegnare i passi ed accompagnarli, portava con sé una pochette, un minuscolo violino. Nell’800 il violinista che accompagna le lezioni di danza è presente a fianco del maestro (Louis Mérante) nei famosi quadri di Edgar Degas che ritraggono le danzatrici dell’Opéra di Parigi. Attualmente negli enti lirici, nelle accademie e nelle scuole private più prestigiose le lezioni di danza sono accompagnate da un pianista.
Quest’ultimo non è un pianista qualsiasi, ma una figura altamente specializzata in questo tipo di lavoro, un vero braccio destro per l’insegnante, un suo fedele collaboratore, un instancabile ricercatore. Il mestiere del pianista per la danza richiede tanti anni di studi e di perfezionamento, una larga conoscenza, capacità d’interprete, una lunga esperienza, senza parlare della dedizione verso l’arte del balletto e i suoi rappresentanti: ballerini, insegnanti e maestri ripetitori.
L’insegnante e il maestro accompagnatore hanno compiti diversi, ma sono uniti dallo stesso scopo, l’educazione del ballerino. Il grado di responsabilità dell’insegnante di danza è molto alto, ma i progressi del ballerino durante gli anni di studi sono dovuti anche al lavoro del maestro accompagnatore. In molte situazioni, ad esempio, durante gli esami, concorsi, esibizioni, il ballerino rimane “a tu per tu” col pianista che lo aiuta intensamente a superare le difficoltà, a passare da una tappa all’altra, a raggiungere traguardi importanti.
Dall’accompagnamento delle lezioni di danza dipendono tantissime cose senza le quali non è pensabile la formazione di un futuro artista: la funzione educativa, il gusto estetico, l’espressività, la musicalità, la capacità di vivere ogni nota trasformata in un gesto. Tutto questo è possibile soltanto con la presenza dl pianista durante le lezioni di danza. Soltanto l’accompagnamento dal vivo può garantire l’armonia completa tra la struttura ritmica del movimento e le frasi musicali.
Finora abbiamo parlato delle cose serie. Ma, ovviamente, ci sono molti aspetti simpatici e divertenti quanto si tratta di pianisti di danza. Alcune di queste persone legge mentre suona, qualcuno fuma tra un esercizio e altro, uno sfoglia velocemente gli spartiti e l’altro rivolge rimproveri al maestro. L’accusa è sempre la stessa, cioè di non capire nulla di musica: “Dopo vent’anni d’insegnamento non sa ancora distinguere un due quarti da un tre quarti!”. Spesso il maître de ballet lo ripaga con la stessa moneta: bastano un piccolo errore e una giornata storta ed ecco che la colpa dell’esecuzione non sufficientemente buona dell’esercizio da parte di ballerini o studenti viene data al pianista. Tra i maestri accompagnatori si incontrano anche parecchie persone bizzarre, omini vestiti in modo strano che suonano con il cappello in testa o la sigaretta in bocca e donnine che si permettono di insegnare gli esercizi al posto del docente. Un mondo a sé, dirà qualcuno, e ha ragione!
Con il deciso avanzare delle tecnologie, i file audio MP3 hanno fatto irruzione nelle sale dove si studia la danza classica. Ma le musiche registrate, che possono essere anche bellissimi brani, di frequente si adattano difficilmente ai passi di danza, o comunque un pezzo registrato nonè mai completamente compatibile con la combinazione di passi creata al momento dall’insegnante di danza. Il maestro accompagnatore rimane così ancora non solo utile, ma addirittura indispensabile. “I respiri e il carattere giusto sono così che si trovano lì, in sala, in quel momento, il corpo non avrà delle risposte sempre uguali, un giorno potrebbe essere più lento, un giorno più scattante; con la difficoltà di un passo il pianista potrebbe ripetere l’esercizio più lentamente… per questo serve qualcuno che dia vita alla musica, che sarà diversa ogni giorno, come diversa sarà la risposta del corpo di un ballerino”, scrive sempre Spaccarotella.
Quindi, la possibilità che i rappresentanti di questo mestiere raro e non facile continuino ad esistere c’è. Una di queste rappresentanti è la pianista emiliana Barbara Cocconi. Parmigiana, respira musica da quando era piccola. Una seria professionista con una preparazione solida che le permette di svolgere tanti lavori con grande successo: suona per lezioni, esami e stage di danza, prepara il coro per musical e si cimenta con la body percussion (bisogna vederla all’opera mentre spiega gli esercizi agli studenti: è un vulcano!). Ha prestato la sua opera a scuole e accademie prestigiose quali la Scuola di Ballo dell’Accademia delle Arti e Mestieri del Teatro alla Scala di Milano, Professione Danza e Professione Musical di Parma, Liceo Coreutico “Matilde di Canossa” di Reggio Emilia, Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto. Questa esperienza davvero enorme doveva essere condivisa con dei giovani pianisti desiderosi di apprendere il difficile mestiere del maestro accompagnatore al ballo presso gli enti lirici, accademie di danza e scuole private, e ora Barbara Cocconi veste i panni d iautrice del libro Quaderno del pianista “al ballo” – appunti, materiali e idee per una metodologia dell’accompagnamento pianistico alla danza, per Dantone edizioni e musica.
Questo libro, umilmente chiamato “quaderno”, è, in realtà, un lavoro fondamentale per chi sceglie di imboccare la strada del pianista da balletto, ma è utile anche agli accompagnatori di lunga data. Nell’introduzione l’autrice parla delle qualità necessarie per intraprendere e svolgere il mestiere: capacità di lettura del movimento e sua trasposizione musicale, orecchio ritmico, melodico, armonico, buona lettura a prima vista, saper memorizzare brani musicali, temi, sequenze armoniche e elaborare la musica sia mediante lettura che a memoria, essere in grado di improvvisare o costruire musica istantaneamente.
Il libro è diviso in capitoli costruiti molto bene, in modo chiaro e facilmente comprensibile anche per gli assoluti novizi. Così il Capitolo 1, Lo sguardo del pianista sulla danza: elementi di base della tecnica classico accademica, è il luogo in cui gli aspiranti pianisti accompagnatori possono apprendere le informazioni di base sulle posizioni di piedi e braccia, le piccole e le grandi pose e la posa-simbolo del balletto, arabesque. Dopo le posizioni e le pose si racconta dei passi e dei movimenti per arrivare alla descrizione degli esercizi; il percorso effettuato serve per arrivare alla lettura del movimento e l’analisi delle sue caratteristiche qualitative.
Il Capitolo 2 La lezione di danza classico-accademica è sicuramente tra i più notevoli del manuale, infatti parla di ciò che il pianista di balletto frequenterà ogni giorno per tutta la vita. La lezione di danza viene descritta in modo esauriente: gli esercizi alla sbarra, dal pre-sbarra al relevé, il centro che comprende piccolo adagio, battement tendu, grande adagio, pirouettes, battement fondu e grand battement, la sezione dei salti chiamata spesso allegro che inizia dai piccoli temps sautés, temps levés, changements e procede con pas assemblé e pas jeté dql respiro più ampio. Dopo i piccoli allegri arrivano i medi allegri quali i vari tipi di sissonne (fermée, ouverte, tombé etc.) e si finisce con i grandi allegri e gli esercizi per la batteria. Per i professionisti o i corsi avanzati ci sono anche sequenze di tours fouetté, giri alla seconda, sequenze con ripetizione di giri e quelle per la batteria. Non può mancare un tradizionale inchino chiamato anche saluto, un ringraziamento all’insegnante spesso abbinato a un port de bras. Nel capitolo si parla anche delle differenze tra le lezioni del livello base, intermedio e avanzato; tra la lezione di compagnia professionale e quella con syllabus (combinazioni dei passi tipici per alcuni metodi quali il metodo Royal Academy of Dance, quello dell’Imperial Society of Teachers of Dance e quello Cecchetti - NB: il modo di lavorare tipico dei paesi anglosassoni, I.S.). Si descrivono brevemente lecaratteristiche delle lezioni dimostrativa e d’esame, di tecnica maschile, di repertorio, di danza di carattere, di sbarra a terra, di propedeutica della danza.
Il Capitolo 3, Le “abilità integrate” del pianista accompagnatore e i materiali di supporto, fornisce informazioni particolarmente preziose perché indica, oltre alle capacità/abilità necessarie per svolgere il mestiere del pianista daballetto, i materiali di supporto: spartiti di repertorio ballettistico, antologie dedicate alla lezione di danza, brani adatti all’utilizzo nella lezione, opera e operetta, balli da sala, musica da film, studi pianistici, musica popolare, ritmi latini, musica leggera.
Il Capitolo 4, La relazione danza/musica 1 – Organizzazione musicale interna degli esercizi di danza classica, è un’analisi accurata del sistema metrico ritmico, dell’organizzazione di conteggi e della struttura formale degli esercizi che spesso sono costruiti secondo la formula che contiene la preparazione, il corpo dell’esercizio, la coda dell’esercizio e i cosiddetti “due accordi” di chiusura (non sempre richiesti). Segue l’analisi della questione dell’accento, importantissimo, perché anche a lunga esperienza fatta alcuni insegnanti e pianisti non hanno ancora capito il preciso significato dei concetti “in fuori o in dentro? e “in su o in giù?”. Il Capitolo 4 è tra i più rilevanti del manuale, un vero pane quotidiano per quei musicisti che si sentono affascinati dal mondo della danza teatrale.
Il Capitolo 5, La relazione danza/musica 2 – L’abbinamento passi/musica, sviluppa e approfondisce i temi introdotti nel capitolo precedente. Dopo aver “masticato” le informazioni fornite dal Capitolo 4, l’aspirante maestro accompagnatore di ballo impara a comprendere alcune modalità tipiche di utilizzo dei metri binario, ternario e quaternario, semplice e composto, conosce i vari stili indispensabili per l’accompagnamento delle lezioni quali polka, ragtime, tango da sala/habanera, brasiliano, argentino, gavotta, reel, galop, schnell polka, marcia, blues, tanti tipi di valzer, landler, minuetto, sarabanda, polonaise, bolero, sevillana, mazurka, tanti tipi di minuetto, gighe in 6/8 e 9/8, barcarola, siciliana, tarantella.
Il Capitolo 6, Come strutturare un accompagnamento funzionale, fornisce l’analisi del processo operativo, delle relazioni principali tra accompagnamento e movimento, descrive i dispositivi musicali del pianista e la rifinitura estetica e qualitativa dell’accompagnamento.
IlCapitolo 7, La pratica, è a cura di Ilaria Bianchi e fornisce esempi di esercizi di danza con accompagnamento musicale.
Il libro è anche arricchito di un’appendice che contiene Compiti di composizione e glossario di analisi musicale, ad opera di Andrea Saba, Suonare “senza la carta”?, Timeline: I protagonisti della danza e della musica, di Emanuele Giannasca, Atlante cronologico del repertorio e Bibliografia essenziale.
A lettura finita del manuale viene spontaneo dire: non manca nulla, anche se sappiamo che il mondo del sapere è infinito come i mondi della musica e della danza. Il Quaderno del pianista “al ballo” è un volume che “rappresenta in Italia il primo tentativo di un manuale teorico-pratico che affronti con profondità e competenza la complessa questione di una metodologia dell’accompagnamento della lezione di danza” - questo è il prezioso giudizio di Natale Garufi, autore della prefazione e pianista accompagnatore presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma. Grazie a questo libro possiamo avere una speranza che ”omini buffi” e “donnine bizzarre” ci saranno ancora nelle sale di danza nonostante le conquiste decisive della tecnologia.