Equivoci di genere
di Giuliana Dal Piaz
Per il festival dedicato a Shakespeare a Stratford, nell'Ontario, la commedia giovanile ispirata a Plauto di arricchisce di un gustoso gioco di travestimenti fra maschile e femminile.
Stratford, 9 giugno 2018 - Per The Comedy of Errors, Shakespeare attinse a tre fonti diverse: a un antico racconto ellenistico di Apollonio di Tiro, per la storia di Egeone e del naufragio in cui ha perso la moglie e uno dei suoi figli gemelli; ai Menechmi di Plauto, per la vicenda dei gemelli separati da bambini che si cercano e si ritrovano; infine all’Amphitruo di Plauto per la seconda coppia di gemelli, i due Dromio che complicano farsescamente la vicenda. La storia è nota: il mercante siracusano Egeone approda ad Efeso alla ricerca del figlio partito da Siracusa con un servo. A sua volta il giovane cerca da anni il fratello gemello perduto nel naufragio, convinto che sia ancora vivo. Trattandosi di due coppie di gemelli identici, i due “padroncini” e i due “servi”, gli equivoci si moltiplicano, soprattutto nei confronti della moglie e la cognata dell’Antifolo di Efeso, Adriana e Luciana. Alla fine tutto si risolve per il meglio, con la rivelazione che la misteriosa Badessa Emilia, nel cui santuario si rifugiano Antifolo e Dromio da Siracusa, altri non è che la moglie perduta di Egeone e la madre dei due Antifolo, e la conseguente riunione dell’intera famiglia separata dal naufragio di tanti anni prima.
Questa nuova produzione di una delle prime commedie scritte da Shakespeare in data imprecisata, ma rappresentata per la prima volta nel 1594 e di grande successo – come dimostra il fatto che sia stata ripresentata frequentemente in teatro e poi alla Corte di Re James Stuart dieci anni dopo – potrebbe portare per sottotitolo “il mondo alla rovescia”. In un capovolgimento di quanto accadeva in teatro all’epoca di Shakespeare, quando i ruoli femminili erano interpretati da ragazzi adolescenti o uomini molto giovani, qui assistiamo alla presenza di donne in ruoli maschili e ad uomini vestiti da donna in ruoli originariamente previsti al maschile: è il caso del Duca di Efeso, in cui l’alto e imponente Juan Chioran si presenta in vesti femminili, o della Cortigiana, con Sébastien Heins in un provocante costume femminile.
I gemelli giunti da Siracusa, Antifolo e Dromio, sono in realtà donne che indossano un costume maschile per viaggiare senza rischi (è quello che fanno poi anche Viola nella Dodicesima notte, e Rosalinda in Come vi piace, commedie posteriori) e che hanno assunto per l’occasione il nome e l’identità dei gemelli efesini, mentre i loro corrispettivi stabilitisi da tempo ad Efeso sono uomini. E donne sono anche i poliziotti che traggono in arresto Egeone, arrivato alla ricerca della figlia e della servetta. La coppia di gemelli siracusani rappresenta qui la versione “gentile” dei personaggi: sono corretti ed educati, e mantengono un basso profilo (i siracusani non erano bene accolti ad Efeso, come dimostra l’arresto di Egeone), mentre – in apparente contraddizione con la nomea locale di Antifolo, cittadino esemplare dalla buona posizione economica, uomo (ma non marito...) affidabile e di parola – i loro omologhi efesini sono più aggressivi e volgari, con il servo Dromio incline al frequente scherzo salace. Regista e attori interpretano esattamente lo spirito dello drammaturgo, che amava coniugare la farsa con aspetti più serî, soddisfacendo così l’ampia ed etereogenea gamma degli spettatori. La città di Efeso rappresenta anche, nelle intenzioni della regista, un mondo di sovvertimento e di libertà nel quale tutto può accadere e finisce anche per essere benvenuto, in contrasto con la rigida correttezza di Siracusa.
Un ottimo cast, così come l’abile regia e l’intelligente sfruttamento dello spazio (la commedia rispetta la classica unità di luogo) hanno fatto di quest’opera teatrale un divertentissimo spettacolo senza intervallo: è la più breve e turbinosa tra le commedie shakespeariane. Accattivante il disegno dei costumi e delle acconciature punk – identici per gli Antifolo e per i Dromio –, così come la caratterizzazione della terribile cuoca Luce, innamorata del Dromio efesino, che il Dromio siracusano descrive come un mappamondo su cui individuare interi paesi. Bravi tutti gli attori ma l’Adriana di Alexandra Lainfiesta e l’Antifolo di Jessica B. Hill mi sono parse le migliori in senso assoluto. Molto indovinate anche le musiche originali che accompagnano il turbinio dei cambiamenti di scena con personaggi indistinti – la gente di Efeso? – che attraversano correndo lo scenario.
Foto di scena: Cylla von TIEDEMANN
THE COMEDY OF ERRORS, di William SHAKESPEARE (prima rappresentazione registrata, 1594). In scena allo Studio Theatre, Stratford, Ontario dal 12 giugno al 20 ottobre.
Regia: Keira Loughran. Scenografia e costumi: Joanna Yu, con capo-guardarobiera Lela Stars Murphy. Parrucche e pettinature: Alana Scheel. Luci: Kaileigh Krysztofisk. Musica originale e suono: Alexander MacSween. Direzione Musicale: Franklin Brasz. Maestro di scherma: John Stead.
Personaggi principali e interpreti (in ordine di apparizione):
Egeon: Gordon Patrick White.
Il Duca: Juan Chioran.
Antifolo da Siracusa: Jessica B. Hill.
Dromio da Siracusa: Beryl Bain.
Dromio da Efeso: Josue Laboucane.
Adriana: Alexandra Lainfiesta.
Luciana: Amelia Sargisson.
Antifolo da Efeso: Qasim Khan.
Balthasar: Devin MacKinnon
Dott. Pinch/Luce: Rod Beattie
La Cortigiana: Sébastien Heins
La Badessa/Emilia: Sarah Dodd