L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Polvere d'étoile

 di Andrea R. G. Pedrotti

 

Entusiasmo ed altissimo livello esecutivo per il Galà di danza con protagonista la più celebre étoile italiana. Alla serata pot-pourri, si sarebbe però preferito godere di un balletto completo per apprezzare non solo la parata di stelle e brani celebri e spettacolari, ma anche la costruzione di uno spettacolo compiuto artisticamente.

Breve selezione video

Dopo oltre un mese dall'inizio della stagione estiva della Fondazione Arena, torna il momento dei Gala. In attesa del Carmen Gala Concert e dei Carmina Burana, viene proposta, ancora una volta, Verona come tappa del tour dell'ormai celebre Roberto Bolle and Friends, realizzato in collaborazione con Artedanza s.r.l., e operazione principalmente commerciale e d'immagine (rimarchevole il numero di gadget e altri oggetti d'occasione venduti nella serata). Diciamo commerciale perché avremmo ritenuto preferibile non realizzare spezzoni di classici del grande repertorio di un passato più o meno recente, ma la realizzazione di un balletto costruito e completo: Excelsior, Don Chisciotte, Romeo e Giulietta, etc... sono capolavori intramontabili, che sarebbe bello ammirare per intero, magari sempre con la presenza di una Etoile riconosciuta come Roberto Bolle, ma in un contesto che serva maggiormente l'arte e meno il personalismo pubblicitario. Purtroppo l'identificare un evento con una figura ben definita, di cui accennavamo poco sopra, e l'entusiasmo derivato ha indotto i presenti a lunghi applausi fuori tempo, specialmente all'apparire di Roberto Bolle, talmente fragorosi da coprire i complessi orchestrali.

Arena esaurita (scommettiamo lo sarebbe anche se la nostra speranza si realizzasse) e pubblico entusiasta. L'intera galleria ha salutato il principio del Gala con le tradizionali e coreografiche candeline, fremente per l'attesa degli artisti che si sarebbero avvicendati sul palco. Orchestra in buca, palco quasi completamente vuoto e due grandi maxischermi ai lati, utili alla presentazione degli artisti e dei brani che sarebbero stati eseguiti. Malauguratamente, poco prima dell'inizio dello spettacolo, un piccolo infortunio ha costretto il ballerino Otto Bubeníček al forfait, con conseguenti piccoli cambi di programma.

Apertura con il ballo Excelsior e il suo Pas de Deux, con la coreografia di Ugo Dell'Ara dopo Luigi Manzotti, interpretato da Nicoletta Manni e Roberto Bolle, entrambi provenienti dalla Scala di Milano. Anche qui spiace sottolineare (senza volerne sminuire la perfetta esecuzione), come basti il solo apparire sul palcoscenico per consentire a Bolle di strappare ovazioni entusiastiche, mentre alla Manni sia necessario compiere notevoli virtuosismi, quali una lunga e insistita serie di piroette di notevole perizia e precisione. Di seguito abbiamo assistito al Pas de Deux dal Tryst di James MacMilan, coreografato da Chrisotopher Wheeldon. Molto bravi i due artisti Melissa Hamilton (Royal Ballet di londra) e Eric Underwood (Royal Ballet di londra). Ovviamente non ci pare il caso di dilungarci troppo sulle singole prestazioni poiché questo era un gala di esibizioni, quindi difficilmente potremo trovare sbavature o sottintesi espressivi e drammaturgici di rilievo.

Come terzo Pas de deux (saranno ben quattro sui cinque brani della prima parte) è stato eseguito il Don Chisciotte di Ludwig Minkus, con la coreografia di Marius Pepita, ben eseguito da Maria Kochetkova (San Francisco Ballet di San Francisco) e Joan Boada ( San Francisco Ballet di San Francisco). Penultima esibizione è stata On the Nature of Daylight, con la musica di Max Richter e la coreografia David Dawson, affrontata da Anna Tsygankova (Deutch National Ballet di Amsterdam) e Matthew Golgin (Royal Ballet di Londra).

Chiusura con l'ennesimo (d'altra parte erano quasi tutte coppie) Pas de deux, quello celeberrimo dal primo atto del Romeo e Giulietta di Sergej Prokof'ev e la coreografia di Kenneth MacMillan, con il ritorno sul palco di Melissa Hamilton e Roberto Bolle. Ovviamente lo spazio Areniano ha imposto delle modifiche al più famoso dei classici, che non poteva mancare nella maniera più assoluta dalla città ove fu immaginata la più tipica delle storie d'amore. Le modifiche essenziali in quella che altro non è che la scena del balcone, sono state l'ausilio della grande apertura sul fondo della scena, a funger da camera e finestra della giovane e sventurata Capuleti, con i due grandi maxischermi utili a mostrare ai numerosi presenti il cinematografico bacio fra i due artisti.

Seconda parte meno votata al classico e meno entusiasmante della prima. Apertura con una bella Delibes Suite con musiche di Léo Delibes, coreografia di José Martinez e l'impegno di Anna Tsygankova e Matthew Golgin. Abbiamo sinceramente apprezzato molto meno (probabilmente per la base registrata) Opus 100 – für Maurice, con musiche di Simon & Garfunkel, coreografia di Johon Neumeier e artisti Roberto Bolle e Alexandre Riabko. Stesso discorso per Qualia con la coreografia di Wayne McGregor e le musiche di Scanner (Robin Rimbaud). Ballerini impegnati erano Melissa Hamilton ed Eric Underwood.

Prima di Qualia, abbiamo avuto l'immenso piacere di ammirare il brano che maggiormente abbiamo apprezzato nella serata, con la presenza di Maria Kochetkova e Joan Boada, ma ci rendiamo assolutamente conto che Voices of Spring (coreografia di Frederick Ashton), altro non è che una fantasia di musiche di Johann Strauss e quando sui leggii dei professori d'orchestra e del maestro concertatore si palesa una partitura impressa dal maestro viennese, sappiamo benissimo che la nostra capacità di obbiettivo discernimento rischia seriamente di venir meno.

Chiusura con il Canon in D Major con le musiche di Johann Pachelbel e Otto Bubeníček , con la coreografia di Jiři Bubeníček. Interpreti sono stati Roberto Bolle, Jiři Bubeníček e, in sostituzione dell'infortunato gemello di quest'ultimo, Alexandre Riabko.

Al termine tutti i ballerini in scena per ricevere un danzante applauso e pubblico in tripudio. Non vogliamo esser considerati accaniti sostenitori del galateo, ma avremmo ritenuto più elegante venissero consegnati dei fiori anche alle ballerine, specialmente alla prima, e non al solo Roberto Bolle.

Buona la direzione di Fabio Mastrangelo, che accompagna con precisione i brani, che richiedevano l'impiego di un'orchestra, purtroppo, palesemente amplificata.

foto Ennevi


 

 

 
 
 

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