Triplo Beethoven
di Federica Fanizza
Zhang Xian chiude la sua esperienza come direttrice musicale della Verdi di Milano con un concerto ospitato anche nel cartellone dell'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. In programma tutto Beethoven.
TRENTO, 7 dicembre 2016 - Prosegue la stagione di concerti 2016-2017 promossa dall'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, con un appuntamento, nei giorni 6 e 7 dicembre nelle consueti sedi dei due capoluoghi, affidato all'Orchestra La Verdi di Milano sotto la guida della direttrice cinese Zhang Xian, dal 2009 responsabile musicale della compagine lombarda. Il programma monografico dedicato a Beethoven prevedeva la Romanza per violino e orchestra n. 1 in sol maggiore, op. 40 e n. 2 in fa maggiore, op. 50 insieme con il Triplo Concerto per violino, violoncello, pianoforte e orchestra in do maggiore, op. 56 concludendo con la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore, op. 60, tutti i brani risalgono a un periodo compreso fra il 1802, anno di pubblicazione delle due Romanze, e il 1807, anno della prima esecuzione della Quarta Sinfonia.
Il principale interesse risiedeva nel Triplo Concerto, pezzo di rara esecuzione, composto tra il 1803 e il 1804 e pubblicato nel 1807, che ha anche sortito i migliori risultati grazie ai solisti Luca Santaniello, violino, Mario Shirai Grigolato, violoncello (prime parti delle rispettive sezioni) e Roberto Cominati, pianista già vincitore del concorso Busoni nel 1993. Questi, con la bacchetta della Xian, hanno impostato la loro lettura all'insegna di misura e sobrietà, in linea con l'originale destinazione privata con un virtuoso del rango del violoncellista Anton Kraft, un violinista non altrettanto valente,come Carl August Seidler, e l'arciduca Rodolfo, illustre allievo di Beethoven, al piano.
Nelle le due Romanze la parte concertante era affidata al primo violino Nicolai Freiherr von Dellingshausen: nulla di eccezionale nella sua esecuzione, anzi, traspariva qualche difficoltà nel chiudere le arcate melodiche, nonché un suono aspro e duro.
La Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore, op. 60 ha offerto un ritratto dell'orchestra milanese come un gruppo ordinato e disciplinato, senza grandi voli interpretativi, sostenuto con equilibrio dalla direzione musicale di Zhang Xian, attenta alla restituzione del milieu originale, la Vienna aristocratica e borghese dei primi del XIX secolo, di questi lavori beethoveniani.
Successo sempre caloroso da parte del pubblico e, in questa occasione, con una notevole presenza di giovani. Merito del programma?