Il fortepiano di Mozart
di Giuliana Dal Piaz
Virtuoso della tastiera dal clavicembalo al pianoforte moderno, Kristian Bezuidenhout offre una vivace e illuminante lettura di Mozart e dei fratelli Bach affiancando il fortepiano ai complessi dalla Tafelmusik Baroque Orchestra.
TORONTO, 9 novembre 2017 - Splendido concerto quello che punta il riflettore su Kristian Bezuidenhout, solista al fortepiano con la Tafelmusik Baroque Orchestra. Il giovane e bravissimo artista, nato in Sudafrica ma ormai cittadino del mondo sia per la formazione sia per l’attività, suona a perfezione il clavicembalo, il fortepiano e il pianoforte moderno. Per interpretare Mozart, predilige comunque il fortepiano: con un’orchestra da camera come la Tafelmusik – tutti strumenti d’epoca ed esecuzioni che diventano ogni giorno più interessanti e godibili – dice che “non c’è miglior strumento per esplorare le articolazioni frizzanti, le note accuratamente delineate e quella cura quasi fanatica del dettaglio che potrebbero perdersi con un pianoforte moderno, autorevole e lussuoso”. Come ci è stato spiegato prima del concerto dalla musicologa Hanna French, vivacissima ed entusiasta, quello che Bezuidenhout suona in quest’occasione, costruito nel 1997 sul modello creato da Anton Walker nella Vienna del ‘700, è sostanzialmente molto simile allo strumento che Mozart possedeva al momento della sua morte.
Interessante anche la costruzione del programma per la serata, che introduce prima due degli artisti che hanno maggiormente influenzato il giovane Wolfgang: Johann Christian Bach – la Sinfonia in Sol Minore, op. 6 n. 6, che ci ha preso d’assalto con l’impeto del primo movimento, la pensosità dell’Andante più tosto adagio, e la vivacità dell’Allegro molto, in cui il fortepiano è parso andare all’arrembaggio della musica – e Carl Philip Emanuel Bach – la Sinfonia per archi in Do Maggiore Wq 182/3, quasi gli stessi movimenti, ma un’atmosfera completamente diversa nel solo apparentemente “facile” dialogare dei violini e delle viole, mentre d’un tratto il fortepiano è come un pendolo che scandisce il tempo nei brevi silenzi dei violoncelli.
Quando arriva finalmente la prima composizione di Mozart – la Sinfonia n. 29 in La Maggiore, K 201 – gli strumenti attaccano come in un discorso già cominciato, caratterizzato dalla discesa di un’ottava, e lo sviluppano attraverso i quattro movimenti, i primi due in forma di sonata, il terzo dapprima in forma di minuetto, punteggiato da frasi in staccato, e poi ingentilito nel contrasto del trio, e un energico Allegro con spirito che si ricollega all’Allegro moderato del primo movimento.
Dopo l’intervallo, un Mozart particolarmente intimista e pensoso – Rondò in La Minore per solo piano, K 511 – per il quale il tocco di Bezuidenhout è molto più leggero e sfumato. Non si sa di alcuna commissione al riguardo e non vi appare nessuna dedica, il che permette di pensare che Wolfgang Amadeus lo abbia scritto per sé, in un momento di particolare malinconia, dopo la morte a trentun'anni del coetaneo Conte von Hatzfeld. Il suono del fortepiano evidenzia, molto meglio delle note edizioni al piano moderno, l’atmosfera di ripiegamento su sé stesso del compositore.
Il pezzo che chiude la serata – Concerto per piano n. 12 in La Maggiore, K 414 – è uno dei tre (K 412, 413 e 414) che Mozart compose tra la fine del 1872 e la Quaresima del 1783 e di cui l’autore scriveva al padre: “... sono felicemente a metà tra il troppo facile e il troppo difficile; sono molto brillanti, piacevoli all’orecchio, e naturali, senz’essere insulsi...”, anche se qua e là aveva introdotto dei passaggi dai quali “solo i conoscitori possono trarre soddisfazione”. L’Andante, che riprende all’inizio un tema dall’Ouverture della Calamita dei cuori di Johann Christian Bach, suona come un omaggio al maestro morto da poco ma il Rondò allegretto del terzo movimento ritorna al discorso musicale iniziale e il dialogo tra l’orchestra e il fortepiano di Bezuidenhout si snoda fluido e coerente, qua e là punteggiato dalle note dei fiati. Avevo ascoltato questo concerto molte volte e ogni volta – senza corni, e con oboi e fagotto in sottordine – mi era quasi parso di ascoltare Chopin o Shubert, e non questo bel Mozart allegro, vivace, impertinente, nuovo per il pubblico di Tafelmusik.
Toronto, 9-XI-2017. Trinity-St. Paul’s Centre. Stagione 2017-18 della Tafelmusik Baroque Orchestra,MOZART’S PIANO (9-11 novembre). Musiche di Johann Christian Bach, Carl Philipp Emmanuel Bach, Wolfgang Amadeus Mozart. Direttore e solista ospite: Kristian Bezuidenhout, fortepiano. Orchestra Barocca Tafelmusik di Toronto.