Sogno d'un musical di mezz'estate
di Karina González
I teatri statunitensi prestano sempre una particolare attenzione alla produzione americana, fra musical e opera contemporanea. Ne è perfetto esempio il nuovo allestimento di A Little Night Music di Stephen Sondheim, noto in Europa soprattutto come autore di Sweeney Todd e dei testi di West Side Story, protagonista il soprano Elizabeth Futral
HOUSTON, 23 marzo 2014 - I principali teatri statunitensi non rinunciano mai ad arricchire le loro stagioni con spettacoli dedicati al musical e agli autori americani, e non risparmiano negli allestimenti, opulenti e assai curati, né nei cast, del medesimo livello che per il grande repertorio lirico. A riprova di ciò, la Chicago Lyric Opera ha prodotto il questa stagione The Sound of Music di Rogers & Hammerstein e la San Francisco Opera Showboat di Jerome Kern, giusto per fare qualche esempio.
A Houston è stata invece la volta di A Little Night Music di Stephen Sondheim, in una elegante produzione concepita dallo stilista statunitense Isaac Mizrahi per l'Opera Theatre of St. Louis nel 2010, curato particolarmente nei costumi femminili, in stile antico e tonalità oro, rame o bianchi. Le scene realistiche, con immense querce su un brillante cielo azzurro che si oscura, nel lussureggiante giardino in cui si svolgono i fatti, nel 1900, rendendo fluido il cambio scena a vista, con la variazione di alcuni elementi, nello stile delSogno di una notte di mezz'estate di Shakespeare.
Come sappiamo, il musical è ispirato al film Smiles of a Summer Night di Ingmar Bergman, focalizzato sugli intrecci amorosi di diversi personaggi nella Svezia del 1900. Ciò a offerto l'opportunità a Mizrahi, impegnato anche nella regia, di creare situazioni comiche o comunque divertite, ma forzate, benché il parallelismo che ha cercato di creare con il testo di Shakespeare qui sembrasse fuori luogo. Della lunga locandina, tutti adeguati ai rispettivi ruoli, spiccava la presenza del soprano Elizabeth Futral, che ha offerto al personaggio di Desiree Armfeldt il carisma, l'incanto e la vivacità che le sono proprie, particolarmente nella nota “Send in the Clowns”.Il tenore Chad Shelton ha dato vita a un affabile e sconcertante Frederik Egerman, con vocalità calda e lirica, perfettamente affiatata con la Futral tanto nella recitazione quanto nel canto. Joyce Castle è stata una autoritaria Madame Armfeldt, dalla cupa voce di mezzosoprano ben in evidenza in “Liasons”, e il baritono Mark Diamond un energico e convincente Conte Carl-Magnus. La partitura, luminosa e complessa, è stata ben servita, con destrezza e sentimento, dall'orchestra della Houston Grand Opera diretta da Eric Melear.