L'insostenibile persistenza
Una buona esecuzione musicale delle partiture di Marc-Antoine Charpentier (Actéon, 1684) e Jean-Philippe Rameau (Pygmalion, 1748) è l'unica ragion d'essere per una rappresentazione gravata dall'ormai insostenibile autocelebrazione dello stile di Marshall Pynkoski e Jeannette Lajeunesse Zingg.
TORONTO, 25 ottobre 2018 - A Toronto, Opera Atelier apre con grande enfasi la sua stagione 2018-19 con una coppia di atti unici, composti da due famosi autori del barocco francese ed eseguiti alla Corte di Francia, al cospetto rispettivamente di Re Luigi XIV e di un giovanissimo Re Luigi XV.
Grande enfasi viene anche data, sia nel programma di sala sia nel discorso di apertura del regista Pynkoski, al compimento del trentatreesimo anno di attività di Jeannette Lajeunesse Zingg come coreografa, ballerina, docente e cofondatrice di Opera Atelier, quasi a voler rispondere a quanto insinuato sull’opportunità per Lajeunesse Zingg di abbandonare le scene. Sembra proprio che i casi assolutamente fuori del comune di lunga carriera di straordinarie danzatrici come Margot Fonteyn, Carla Fracci o Alessandra Ferri, facciano sentire chiunque autorizzato a volerle imitare, pur senza averne le doti. Ma tant’è, quando si ha la propria compagnia e il proprio corpo di ballo, chi può mai imporre il passo indietro?
Devo comunque riconoscere che in quest’occasione Lajeunesse Zingg è parsa avere più energia e precisione di movimento delle ultime volte in cui l’avevo vista.
Anzi, l’intero spettacolo è stato migliore, nel complesso, degli ultimi della precedente stagione. Il cast è buono; sotto la direzione del maestro Fallis, la Tafelmusik Baroque Orchestra ha reso con grande perizia la musica della breve tragedia di Atteone e la delicata melodia di Rameau in cui Pigmalione lamenta la sua passione per la bellissima statua di donna da lui stesso creata. Interessante l’intermezzo di violino Inception, in cui il ballerino Tyler Gledhill, nelle vesti di Eros, dio che precede il mondo e gli dà vita, esegue una danza contemporanea di sua creazione (patetico, tuttavia, il suo costume: due rigide ali rosse sulla schiena, un paio di mutandine color carne molto coprenti e... un paio di calzini!).
Sempre quella, tuttavia, la concezione dell’opera barocca in chiave “accademica”, con danze sempre uguali a se stesse, una scenografia molto tradizionale per la favola mitologica di Diana e Atteone, vagamente metafisica per Pigmalione, costumi ridondanti e lussuosi, recitazione caratterizzata dalle corsette dei personaggi da un lato all’altro del palcoscenico... Tutto quanto è avvenuto ed è cambiato nel mondo del teatro negli ultimi cinquant’anni sembra passato senza lasciar traccia nelle produzioni di Opera Atelier. Ma quello che colpisce maggiormente è, da una parte, il sempre più consistente supporto economico a Opera Atelier da parte di privati e istituzioni, e, dall’altra, l’assoluto, devoto entusiasmo di un pubblico adorante: non è più possibile spiegarselo con la tradizionale gentilezza e indulgenza dei canadesi verso tutto quello che vedono in scena. C’è molto di più: un attaccamento alle manifestazioni di un mondo perduto che la gente è estasiata di ritrovare per qualche ora dietro un sipario, una nostalgia non comune per un’epoca in cui tutto doveva essere esteticamente perfetto, composto, scintillante. Peccato che allo spettatore europeo e italiano in particolare, abituato a ben altre produzioni, uno spettacolo come questo appaia invece tremendamente noioso e non meritevole di racconto.
Foto di scena di Bruce Zinger
Stagione 2018-19 di OPERA ATELIER. Elgin Theatre, Toronto (25 ottobre-3 novembre).
Marc-Antoine Charpentier
ACTEON
Jean-Philippe Rameau
PYGMALION
Musica dell’intermezzo Inception: Edwin Huizinga, violinista.
Libretti: Ballot de Sauvot.
Regia teatrale: Marshall Pynkoski. Scenografia: Gerard Gauci Costumi: Gerard Gauci per Acteon, Michael Gianfrancesco per Pygmalion. Luci: Michelle Ramsay. Coreografia: Jeannette Lajeunesse Zingg. Coreografo invitato per l’intermezzo Inception: Tyler Gledhill. Direzione d’orchestra: David Fallis. Orchestra e Coro: Tafelmusik Baroque Orchestra.
Personaggi e interpreti:
Actéon/Pygmalion – Colin Ainsworth, tenore
Diana/Amore – Mireille Asselin, soprano
Aretusa/una cacciatrice/la statua Galatea – Meghan Lindsay, soprano
Giunone/Hyale/Céphise – Allyson McHardy, mezzosoprano
Un cacciatore – Jesse Blumberg, baritono
Un cacciatore – Cristopher Enns, tenore
Una ninfa – Anna Sharpe, mezzosoprano
Una cacciatrice/una ninfa – Cynthia Smithers,