L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Il matrimonio giovane

 di Giuseppe Guggino

Prosegue l’appendice autunnale del Luglio Musicale Trapanese, coinvolgendo questa volta una ben affiatata compagine orchestrale diretta da Andrea Certa nel Matrimonio segreto di Cimarosa, che un gruppo di giovani di belle speranze porta alla ribalta dalla riuscita scatola scenica disegnata da Danilo Coppola, per la regia di Natale De Carolis.

Trapani, 24 novembre 2018 - Il Luglio Musicale Trapanese continua a declinare la sua mission territoriale cercando di integrare la kermesse estiva con una meritoria attività collaterale concepita come lungimirante trat d’union tra formazione e carriera musicale. Ecco che la sala Tonino Pardo del Conservatorio, adorna delle poltroncine movibili che in estate stazionano usualmente nello spazio en plein air della Villa Margherita, ospita una serata operistica di palpabile genuinità. Ed è difficile trovare titolo più congeniale del Matrimonio segreto di Cimarosa, capolavoro del settecento buffo che con i suoi sei solisti, un collaudato ordito teatrale e la scrittura orchestrale di cristallina quadratura, quale cornice ideale per mettere a sistema forze di alterna consistenza, con buone garanzie di risultato. Un po’ come avviene in quest’occasione dove in buca qualche elemento “esperiente” si mescola a giovanissimi professori d’orchestra, guidati da Andrea Certa, che è anche musicalissimo accompagnatore dei recitativi al clavicembalo.

Nel cast l’elemento più convincente è il baritono da Fabio Cucciardi che, anche per evidenti ragioni anagrafiche (è il diversamente giovane della distribuzione), pratica il canto con maggiore professionalità, disegnando un Geronimo vocalmente affidabile, anche se talvolta evanescente nella regione grave, e scenicamente plausibile, ancorché dalla cifra più paciosa che cinica. Gli altri solisti si distinguono unanimemente per l’evidente entusiasmo alla prova della ribalta, un po’ sporcata da qualche difetto. Così la coppia di amorosi Miriam Carsana (Carolina) e Roberto De Gennaro Crescenti (Paolino) si segnala per la riuscita intesa reciproca, con l’una corretta a cui manca ancora la piena conquista del legato, essenziale alla resa del senso della frase musicale, e l’altro, forte di un interessante registro acuto, anche se ancor da saldare meglio alla rimanente organizzazione vocale in divenire. Se molto interessante si rivela il colore timbrico scuro di Marta Biondo (Fidalma), ancora troppo ampi sembrano essere i margini di perfettibilità nella ricerca dell’intonazione, mentre – specularmente – Federica Sardella (Elisetta) e Fabio Mario La Mattina si segnalano l’una per la vocalità timbricamente non accattivante ma molto penetrante e l’altro per una buona pasta baritonale, anche se talvolta insufficiente a passare l’orchestra.

Nella riuscita della serata gioca non poco a favore la funzionalissima scatola scenica scomponibile a due elevazioni, di gusto contemporaneo, arredata Ikea style, frutto della penna dal bravo Danilo Coppola (curatore anche dei costumi, dal gusto collimante) che, complici le luci di Nerio Cavina, forniscono il destro a Natale De Carolis per iniziare e chiudere circolarmente il racconto con una poetica ombra cinese dei due amorosi, come parentesi di un’ipercinetica journée non immemore della Scala di seta di Michieletto o di certo Livermore.

Il pubblico in sala inizialmente non pare incoraggiare per numero di presenze gli sforzi del Luglio Musicale Trapanese, ma al termine serata, sa compensare i vuoti con il giusto entusiasmo per un’attività certamente da proseguire e intensificare nel futuro.


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