Messa ben temperata
La Missa Solemnis op.123 di Beethoven, eseguita sugli strumenti d’epoca della Hofkapelle Stuttgart e con accordatura verdiana, apre la stagione di Lingotto Musica sotto l’elegiaca direzione di Frieder Bernius. Il concerto è dedicato a Sergio Marchionne, Vice Presidente di Lingotto Musica dal 2008 al 2018.
Torino, 11 Ottobre 2018 – Una manciata di hertz fanno la differenza. Difficile a credersi, ma quella del diapason è stata una questione un tempo talmente sentita da proporre in parlamento, nel 1988 (sotto la X legislatura), un disegno di legge per la regolamentazione dell’altezza del La a 432 Hz, noto come “La verdiano”. Tralasciando ammirazione e stupore per l’importanza attribuita a tali tematiche dalla passata classe dirigente, nel comunicato alla presidenza traspare la preoccupazione per l’inesorabile «corsa all’acuto» che «rischia di rendere impossibile la giusta interpretazione di capolavori come le sinfonie di Mozart, Haydn e Beethoven e potrebbe, stando alla testimonianza di famosi artisti lirici e direttori d'orchestra, portarci ad una situazione in cui tra qualche anno sarà sempre più difficile mettere in scena numerose opere liriche, per la mancanza di voci adatte al repertorio». Oggigiorno, per convenzione, gli strumenti musicali sono accordati sulla frequenza del 440 Hz e, a esclusione di orchestre specializzate, la prassi esecutiva prescinde da considerazioni simili. È dunque un’opportunità di gran fascino poter ascoltare, in apertura della stagione di Lingotto Musica, la Missa Solemnis op.123 per soli, coro e orchestra di Beethoven eseguita sugli strumenti d’epoca della Hofkapelle Stuttgart e con accordatura verdiana (o quasi, a 430 Hz).
Di fatto, l’utilizzo di un diapason più basso sacrifica luminosità e brillantezza a favore di un impasto sonoro più vellutato e corposo che, nella ricchezza della complessa partitura, coadiuva una solennità liturgica e un raccoglimento meditativo estremamente suggestivi. Sospesa tra questi due poli espressivi, la concertazione di Frieder Bernius esplora le pagine sacre alla continua ricerca di un’equilibrata amalgama corale e orchestrale mirata a fondere i due complessi tedeschi in un unico monolite da intarsiare con i maestosi motivi della scrittura beethoveniana. Nel nome di una serafica grandezza esordisce il Kyrie iniziale, pieno e pastoso nei compassati accordi di sortita. L’illustrazione didascalica del Gloria prende forma attraverso i marcati contrasti agogici delle differenti sezioni, mai brutali e violenti, bensì ben argomentati dalla concertazione che non disprezza ampi respiri e rubati quasi estatici. Se nella preghiera di apertura il coro mira ad intensificare la suggestione di un’atmosfera intima e raccolta, adesso la funzione strumentale delle voci raggiunge la sua massima espressione: la Hofkapelle vanta un’estrema precisione d’intonazione e un fraseggio cristallino nei vocalizzi del fugato conclusivo, dove il materiale contrappuntistico diventa il motore di una gioia frenetica e incalzante. Il gioco di ruoli si fa ancor più evidente nell’impegnativo Credo, a cui Bernius riserva le medesime cure. La bacchetta acquista nelle pagine dal sapore gregoriano un’espressività ben più drammatica e pronunciata, con stoccate degli archi incisive e ieratiche nell’introduzione. Superato il Sanctus all’insegna di pianissimi corali eterei e impercettibili, nel Benedictus il rincorrersi delle voci e del violino solo avvalora un ideale di trasparenza e delicatezza che non annega nel lirismo languido della partitura, ma rinvigorisce al battere di una direzione che non concede alcun sentimentalismo. Coinvolgente l’Agnus Dei, per imponenza di alcuni passaggi molto vicino alla Nona Sinfonia, concluso con uno spiccato senso di reticenza e pudore tale da immobilizzare, prima degli applausi, il pubblico in un lungo silenzio. Tra i quattro solisti impegnati nella Missa, spicca il mezzosoprano Sophie Harmsen per il bel colore vocale. Buona la prova del tenore Sebastian Kohlhepp, del baritono Arttu Kataja e del soprano Johanna Winkel.
A temperare ulteriormente la serata, la dedica a Sergio Marchionne, vice presidente di Lingotto Musica dal 2008 al 2018, prematuramente scomparso nel mese di luglio.