Incontrando Čajkovskij
di Giuliana Dal Piaz
La Tafelmusik Baroque Orchestra dedica un concerto al repertorio ottocentesco e contemporaneo, incontrando per la prima volta il grande russo. Il risultato è impetuoso e sorprendente.
Toronto, 19 settembre - L’ avvio dell’autunno dà inizio alla nuova Stagione concertistica e, nel caso della Tafelmusik, lo fa in modo decisamente nuovo ed interessante: un’orchestra barocca che presenta, su strumenti d’epoca, due autori squisitamente romantici, come Mendelssohn e Čajkovskij? Stiamo a vedere, anzi, ad ascoltare.
È la violoncellista Kate Bennett Wadsworth, artista canadese ormai stabilitasi in Inghilterra e ricercatrice nel campo delle esecuzioni d’epoca, che – nelle note al programma del concerto – ci apre le porte a quest’insolita esperienza. "Nutrendo un rispetto eccessivo per il processo creativo dell’autore – ella scrive –, gli esecutori delle composizioni cosiddette romantiche hanno praticamente rinunciato alla propria creatività in nome dell’interpretazione letterale della pagina musicale. Hanno così finito per tradire l’autentico spirito delle opere ottocentesche, quando i compositori godevano di una libertà stilistica oggi inimmaginabile. Essi facevano un uso elastico del tempo [...] evitando l’uso del termine rubato al quale preferivano Freispielen (suono libero) e Gestaltungskraft (arte del dare forma). [...]"
In questa prospettiva, la notazione è di per sé una distorsione della musica, e un grande esecutore è colui "che cerca, mediante osservazione ravvicinata dell’ombra, di entrare in contatto con la cosa reale che tale ombra ha proiettato. [...] Altrettanto essenziale all’espressione romantica era un’inflessione del tono chiamata a volte portamento: un sottile (talora nemmeno tanto sottile) scorrimento del suono tra le note. Dato che, durante il XX secolo, il portamento aveva assunto un carattere sciropposo e sentimentale, il timore di sembrare involontariamente come Bing Crosby ha portato, tra gli esecutori di musica classica, a una generale riluttanza ad utilizzarlo. È stato nostro obiettivo riportare indietro l’orologio a un’epoca in cui le inflessioni della tonalità trasmettevano semplicità e sincerità” (K. Bennett Wadsworth).
Il programma ha compreso, nella prima parte, tre composizioni di Felix Mendelssohn, la Sinfonietta in Do minore (1823), la Sinfonia per archi n. 7 in Re Minore (1821-22) e lo Scherzo dal Sogno di una notte di mezza estate (1842), nel bell’arrangiamento per archi di Carlo Citterio. Da notare che Mendelssohn compose i primi due brani quando aveva appena undici o dodici anni. L’interpretazione che ne ha dato la Tafelmusik è incredibilmente moderna, turbolenta, fitta di dissonanze create soprattutto dalle voci di violoncelli e contrabbassi.
Nello Scherzo, invece, già prodotto della maturità dell’autore, l’andamento è quello di un delicato moto ondoso in aumento, sottolineato dal pizzicato dei contrabbassi.
La seconda parte del programma si apre con un brano di autore contemporaneo dedicato a Čajkovskij, Pyotr's Dream, di Andrew Balfour, direttore della Camerata Nova di Winnipeg. Di origini Cree, Balfour è compositore, direttore d’orchestra, cantante e direttore del suono; autore di numerose opere, una delle quali, Mishabooz’s Dream, è stata recentemente premiata a Montreal e Haliburton.
Egli stesso descrive il proprio brano, eseguito ora in prima mondiale, come basato sull’Inno del Cherubino, opera corale composta da Čajkovskij nel 1878. Esso “va al di là della particolare bellezza della musica corale da chiesa per includere un apprezzamento della musica come verità spirituale”. Il pezzo è molto bello, nei suoi tempi dilatati e le pause piene di suspense.
L’immagine creata per la pubblicità di questo primo concerto della Stagione di Tafelmusik dal fotografo Dave Sanford, un’onda enorme che si frange contro uno scoglio (possibile? la foto è stata scattata sul Lago Eire durante una tormenta), pur se probabilmente ispirata dalla Sinfonia di Mendelssohn, sembra calzare a perfezione anche al pezzo di Balfour.
È questa la prima di una serie di composizioni originali commissionate da Tafelmusik a varî autori contemporanei, in sintonia col tema della stagione: “il nuovo che dà forma al vecchio, e il vecchio che dà forma al nuovo”.
Ed eccoci a Čajkovskij, la Serenata per archi op. 48, dal sottotitolo “Pezzo in forma di sonatina” in quattro movimenti.
Come Elisa Citterio ha sottolineato in un’intervista, non è la prima volta che la Tafelmusik Baroque Orchestra affronta brani di autori del XIX secolo, ma è la prima volta che suona Čajkovskij e lo fa “con freschezza e vitalità, pur rispettando la partitura originale e le sonorità degli strumenti all’epoca della composizione dei brani”. Ottima la scelta della Serenata– pezzo molto noto – per dimostrare come sia possibile un approccio totalmente diverso a una composizione ottocentesca: troppo spesso resa stucchevole e quasi noiosa, la Serenata diventa un’esperienza completamente diversa sotto l’archetto indiavolato di Elisa e dei suoi orchestrali, quasi tutti appassionati e “mobili” come lei, mentre l’onda musicale si frange su due dei concertisti, prototipi della tradizionale impassibilità britannica, il violinista Nicholas Robinson e il violoncellista Allen Whear, pressoché immobili mentre, comunque, le loro dita volano sullo strumento.
La diversa interpretazione nulla altera della delicata bellezza del brano: intimo e aggraziato nell’Andante non troppo, suggestivo e cullante nel Valzer del secondo movimento, memore di melodie troppo ascoltate nel Larghetto elegiaco del terzo movimento, vivace e danzante nel Finale dal tema popolare russo.
Anche la musica che ormai tendiamo purtroppo a identificare con Walt Disney può riservare delle piacevolissime sorprese.
TAFELMUSIK MEETS TCHAIKOVSKY– Stagione 2019-20 della Tafelmusik Baroque Orchestra. Koerner Hall, TELUS Centre for Performance & Learning, Toronto (19-22 settembre).
Musiche: Felix Mendelssohn, Andrew Balfour, Pëtr Il'ič Čajkovskij.
Direzione d’orchestra: Elisa Citterio.