Il maestro Cima-Rosa
di Giuseppe Guggino
Per il Luglio Musicale Trapanese un irresistibile Marco Filippo Romano, nella duplice veste di solista e regista, confeziona con intelligenza un pasticcio cimarosiano imbastito sul Maestro di Cappella, portato in scena con garbo e fantasia.
Trapani, 22 agosto 2020 - Non soccombe sotto le misure preventive anti Covid-19 il Luglio Musicale Trapanese che ricorre all’ormai sperimentata resilienza nel saper fare di necessità virtù; ecco allora un cartellone opportunamente rimodulato, con numerosi concerti per piccolo organico, un’operetta di Offenbach in apertura (con pochi personaggi facilmente distanziabili), lo spettacolo che ci apprestiamo a raccontare ed un titolo di grande repertorio che concluderà la stagione.
Se la ventina di minuti del cimarosiano Maestro di cappella non sono sufficienti a far serata, basta mettere in campo una giusta dose di fantasia per confezionare una piacevolissima serata di teatro sul teatro, proseguendo il filone avviato in inverno con la Prova di un’opera seria di Gnecco. Diviso l’intermezzo in due parti, è sufficiente anteporvi una sinfonia e l’aria di Don Cristobolo dall’Impresario in angustie oltre a interpolarvi il concerto per oboe ed archi in do minore (con una bravissima Krystyna Misiukiewicz solista, per inciso) e l’aria del primo atto di Geronimo dal Matrimonio segreto, il tutto opportunamente ricucito da monologhi di sutura e il canovaccio-pasticcio cimarosiano prende irresistibilmente forma con sicuro effetto. Ci vuol poco allora alla verve scenica di Marco Filippo Romano, nella duplice veste di unico protagonista e regista, per reggere costantemente in scena un’ora piena di spettacolo senza intervallo. L’idea registica, suggerita da un demenziale gioco di parole sul cognome del compositore cima-rosa, è declinata con cura e pervicacia tali da non poter lasciare inconquistato il pubblico, rigorosamente distanziato del Chiostro di San Domenico. L’Orchestra del Luglio Musicale, schierata (e distanziata) in scena diventa allora la “Barock Orchestra” dell’improbabile maestro Sabatino Cima-Rosa, rigorosamente abbigliato in bianco e rosa, con tanto di ciuffo vintage in tinta. Gli elementi scenici e i costumi di Danilo Coppola così come le luci di Giuseppe Saccaro si allineano alla perfezione all’orizzonte cromatico delle sfumature di… rosa, sicché il regista può pienamente concentrarsi sul canto. E su questo fronte, nonostante la calura e l’umidità al limite della sostenibilità, Marco Filippo Romani conferma ancora una volta d’essere una garanzia fra i baritoni brillanti dei nostri giorni.
Dopo un avvio troppo incline alla ricerca di sfumature, difficilmente perseguibile en plain air, principiando il Maestro di Cappella propriamente detto, la bacchetta del giovane Lorenzo Orlandi rivela maggior nerbo, salvo occasionali difficolta nella tenuta di insieme. C’è da scommettere comunque che non mancheranno in futuro le occasioni di rodare meglio la “Cima-Rosa Barock Orchestra” giacché il garbo e la semplicità dello spettacolo lasciano sperare in più di qualche ripresa, come nel caso di altri fortunati spettacoli del Luglio.
L’appuntamento conclusivo adesso è per il 28 e 30 prossimi con Norma alla Villa Margherita.