L’Ape musicale

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Figaro, porte e marionette

di Susanne Krekel

Grande successo per la ripresa della produzione di Christoph Loy con un cast e una direzione da ricordare.

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  • München, 20 Marzo 2022 - È sempre un piacere rivedere e riascoltare un capolavoro, ancor più quando si tratta di una rappresentazione tanto perfetta come quella di stasera. La regia di Christoph Loy, datata 2018, pone l’azione su uno sfondo sobrio e senza tempo, dominato dai temi del teatro e delle porte. Durante l’ouverture una scena di marionette anticipa il triangolo Figaro-Susanna-Cherubino. Il vero Figaro emerge dalle profondità del teatro di marionette, interagisce brevemente con la marionetta Susanna ed esce quindi sulla grande scena. Il teatro di marionette sparisce con l’alzata del sipario, ed eccoci al celebre “Cinque, dieci, venti, trenta…” Il primo atto si caratterizza per la presenza sullo sfondo di un altro palcoscenico teatrale provvisto di decorazione esterna: il mobilio consiste di una poltrona e qualche sedia. Ritroveremo più avanti lo stesso sfondo dietro a una collezione di scarpe, ovvero il guardaroba della Contessa. Durante il terzo atto scomparirà lo sfondo esterno, lasciando la scena vuota avvolta nel colore bianco. La stessa scena sarà popolata da un ammasso di sedie, mentre la poltrona resterà come un piumato protagonista che servirà tutti i personaggi. Poi vengono le porte, che crescono di atto in atto, mentre la situazione per Figaro volge al peggio.

    Fin dall’inizio abbiamo avuto modo di apprezzare le qualità di un direttore d’orchestra eccezionale. Christopher Moulds irradia un’energia gioiosa e sa rendere il suono dell’orchestra caldo e splendente. I recitativi sono da lui trattati con attenzione particolare che potenzia il contenuto drammatico del numero che segue. I suoi cambi di tempo sono talvolta drammatici ma sempre ben calibrati, in maniera che molti dettagli nascosti dell’orchestrazione saltino all’orecchio.

    A completare il nostro godimento si aggiunge il meraviglioso cast di cantanti. Katharina Konradi è una fantastica Susanna, piena di spirito e determinata: la sua voce calda fa desiderare da subito l’ascolto dell’aria del quarto atto, resa puntualmente in modo meraviglioso. L’uomo al suo fianco, Figaro, è interpretato da Luca Pisaroni, una scelta sicura in fatto di arte scenica e di forte e bel timbro, che migliora addirittura con l’età. Pisaroni ci propone un Figaro profondamente emozionale, in preda a rabbia e gelosia, e tutte le sue arie sono rese con vibrante intensità. L’interazione con la Marcellina di Anne-Sofie von Otter è commovente, specialmente nell’atto quarto, dove canta Abendempfindung invece dell’aria “Il capro e la capretta” - una gradita sostituzione, cantata con tutta l’emozione di una madre che ricorda la propria mortalità alla sua creatura. Non c’è nulla di ridicolo in questa Marcellina, normalmente ritratta come una predatrice d’età avanzata, che guadagna dignità solo quando assume il ruolo di madre. Lo stesso dicasi di Bartolo. Maurizio Muraro lo impersona con forza, ironia e una potente voce di basso (e lo ammiriamo, tra l’altro, per come sopporta dignitosamente una stravagante acconciatura…). Per quanto riguarda la nobile coppia Almaviva, Olga Beszmertna è straordinaria nei panni della Contessa, con una ricca voce risonante capace di pianissimi da filigrana, così come Gerald Finley nel ruolo tragicomico del Conte. La sua voce pastosa si indurisce nella grande aria dell’atto terzo, facendosi lusinghiera nel duetto con Susanna e poi perplessa nel momento del disinganno. Tutte queste voci funzionano perfettamente negli insiemi e ogni volta si resta colpiti per le calibrate scelte dei tempi che rendono i dialoghi in perfetto tempo da commedia. L’azione rallenta e accelera facendoci trattenere il respiro ogni volta. Anche l’impeccabile voce di Samantha Hankey, nella parte di Cherubino, si amalgama perfettamente con le altre, nonostante appaia forse troppo acuta per un ruolo maschile. Nulla da ridire anche per la Barbarina di Danae Kontora: una voce giovanile e agilissima, emozionante nell’aria del quarto atto. Ammirevoli sono pure Jonas Hacker (Basilio), Emiliano Gonzalez Toro (Don Curzio) e Karel Martin Ludvik (Antonio).

    Un cast perfetto per una serata perfetta: gli applausi più che meritati hanno assunto un ulteriore valore quando Olga Beszmerta si è inchinata dietro con una bandiera ucraina.

    Bravi tutti!


     

     

     
     
     

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