Il lato oscuro dell'amore
di Susanne Krekel
La nuova produzione della Bayerische Staatsoper non prevede altra soluzione che amarezza e solitudine per la prova imposta da Don Alfonso alle due coppie di fidanzati. Ottimo il cast, con la regia di Benedict Andrews e la direzione di Vladimir Jurowski.
Monaco di Baviera, 10 novembre 2022 - Nella nuova produzione del capolavoro di Mozart della Staatsoper di Monaco, la regia di Benedict Andrews situa l'azione in un mondo scolastico contemporaneo. Siamo alla scuola degli innamorati come ci ricorda fin dall'inizio una scritta luminosa. La scenografia di Magda Willi è essenziale, varia ed efficace, con molti dettagli fortemente simbolici: in ogni scena sarà presente un castello di bambole, simile a quello di Neuschwanstein, sempre più grande, fino ad assumere alla fine le dimensioni di un castello gonfiabile, con una torre e una porta d'ingresso rosa che non potrebbe essere più evocativi. Suggestivo anche il vecchio materasso spoglio e un po' sporco, del tipo che potremmo trovare steso in un angolo del garage, che ritroveremo durante tutta la commedia. E infine un'auto, simbolo ancora abbastanza ovvio, su cui saliranno a turno i personaggi. Alcuni graffiti dai contenuti espliciti, e i costumi, vestitini corti per le signorine, magliette a fiori grandi per i ragazzi lo confermano: siamo infatti in un universo di adolescenti, un universo scolastico - siamo alla scuola degli innamorati. Gli studenti: due novelli fidanzati, gli insegnanti: Don Alfonso, filosofo e amico dei due ragazzi, e Despina, la tata delle due sorelle. La lezione: non fidarti di nessuno. Don Alfonso incoraggia i due ragazzi a dimostrargli la fedeltà assoluta delle loro fidanzate, insieme fingono che i ragazzi vadano in guerra, poi tornano travestiti e cercano di sedurre a vicenda l'mata dell'altro. Dopo esserci riusciti, dopo tanti tentativi falliti, sono disperati, scoprono l'inganno delle ragazze, così che alla fine tutti sono afflitti, la spiegazione e il perdono rimangono in superficie. Poche opere lasciano tanto spazio all'interpretazione dei registi: in alcune le coppie originarie si riuniscono, in altre le nuove coppie restano unite. Qui, alla fine, tutti sono lasciati soli, coerentemente con la messa in scena oscura. La fiducia è definitivamente distrutta, non c'è futuro per queste coppie. Possiamo solo, come suggerisce il verso finale, riderci sopra.
Per la sua interpretazione, Vladimir Jurowski a capo della Bayerische Staatsorchester ha scelto tempi lenti in linea con il lato oscuro e crudo del dramma e l'orchestra relativamente piccola lascia ampio spazio acustico ai cantanti; sembra esserci una certa mancanza di energia, e la lentezza diventa quasi noia. Verso il secondo atto, tuttavia, il puro dramma prende il sopravvento e ci tiene in balia, anche grazie agli ottimi cantanti. Christian Gerhaher è perfetto come Don Alfonso, meno presuntuoso di come lo vediamo spesso, sopraffatto dagli eventi, preso nella sua stessa trappola. Padrone assoluto del suo strumento di velluto e argento, incanta e convince, come sempre. Sandrine Piau è Despina, cristallina, quasi fredda, nella voce e nel carattere. Quasi si sospetterebbe di misoginia, tanto si diverte a far cadere nella trappola le sue padrone. Fiordiligi è interpretata da Louise Alder, assolutamente meravigliosa, con una voce radiosa, forte e piena, anche convincente, combattuta tra il suo fidanzato Guglielmo - o è commossa dalla sua idealizzazione dell'idea di fedeltà? - e questo sconosciuto che la attrae e che altri non è che il fidanzato di sua sorella. Meravigliosa anche la Dorabella di Avery Amereau, energica e lirica, così come Sebastian Kohlhepp nel ruolo di Ferrando e Konstantin Krimmel - che attendiamo in recital in quello di Guglielmo. Voci molto belle, magistralmente padroneggiate, recitazione impeccabile - voci che si fondono magnificamente in duetti e ensemble. I recitativi sono accompagnati da Julian Perkins al fortepiano, Roswitha Timm al violoncello e Myron Romanul: complimenti a loro!
Complimenti a tutti e grazie per l'ottima serata.