Erba e passione
di Susanne Krekel
La nuova produzione delle Nozze di Figaro alla Staatsoper di Monaco di Baviera entusiasma per la resa musicale e la cura della recitazione.
MONACO di BAVIERA 12 novembre 2023 - Per questa nuova produzione della Staatsoper di Monaco di Baviera, il regista Evgeny Titov colloca l'opera in tempi moderni e in un luogo strano (un seminterrato, un bunker?). Non ci sono finestre, le pareti sono coperte da qualcosa come lamiere o vernice; l'indispensabile poltrona è un mobile multicolore, dai contorni barocchi, accompagnato da strani oggetti - vengono in mente alcune pratiche sessuali poco ortodosse. Il secondo atto si svolge nella stessa stanza che diventa il boudoir della contessa: un divano rosa di peluche ha sostituito la poltrona, ci sono delle impalcature, alcuni vasi di vernice e qualcuno ha iniziato a dipingere il muro di rosa; Cherubino fuggirà da un condotto di ventilazione. Le cose cominciano ad andare al loro posto quando Susanna esce dalla stanza fumando uno spinello e si mette a poltrire sul divano, chiaramente sotto l'effetto di qualche sostanza illecita. Nel terzo atto, tutto diventa chiaro: le pareti tappezzate di teak al posto della vernice rosa, una scrivania molto moderna e chic nello stesso materiale, siamo chiaramente nell'ufficio di un uomo d'affari; una fila di piante di cannabis in un angolo, con tanto di lampade che inducono la crescita, e dietro una tenda di plastica possiamo vedere un'intera piantagione, che sarà, ovviamente, la scena del quarto atto: quindi, Sua Signoria è l'amministratore delegato di una produzione di piante illecite.
Nobiltà impoverita o grande borghesia, non importa, i giochi di potere sono gli stessi ovunque. Questo è un luogo lontano dal mondo, un sistema per così dire chiuso. L'allestimento scenico e i costumi di Annemarie Woods, per quanto divertenti e riusciti, fanno comunque da sfondo all'interpretazione musicale: servito da un team ispirato, Mozart ruba semplicemente la scena.
Stefano Montanari guida la Bayerische Staatsorchester attraverso l'ouverture a rotta di collo, e ci chiediamo se i cantanti avranno il tempo di riprendere fiato durante l'esecuzione o se sarà una serata senza respiro. Tuttavia, le cose si calmeranno subito e ci verrà offerto uno spettacolo quasi perfetto: recitativi elaborati, dove ogni parola non è solo suono ma porta con sé il suo senso, arie intensamente cantate, assiemi armoniosi con belle voci che si fondono perfettamente, tutto questo consegnato da un cast giovane ed energico. Montanari fa risplendere d'oro l'orchestra, illumina qua e là una bellezza nascosta, trova il tempo perfetto per ogni scena, non ha paura dei silenzi, e noi immaginiamo la gioia giù in buca.
Elsa Dreisig è la contessa Almaviva. Esprime disperazione, rabbia, tenerezza con una voce limpida e fresca e un portamento nobile. Huw Montague Rendall è meraviglioso nel ruolo del Conte, il perfetto maschio alfa che insegue i suoi desideri e si scontra sempre con la realtà, in senso letterale e figurato. Agile nella voce e nei movimenti, impressiona e diverte, comico perfetto. Konstantin Krimmel, con la sua voce generosa e calda, è un Figaro bonario, un po' ingenuo, adorabile. Louise Alder canta Susanna in modo affascinante, con voce piena ed energica. Avery Amereau è un perfetto Cherubino, androgino, che oscilla tra i generi - nella scena del matrimonio appare in abito da sposa e stivali Doc Martens, e ci fa pensare a Pippi Calzelunghe travestita da signora molto fine. Con Montanari e la Staatsorchester, interpreta meravigliosamente la sua musica, tinta di un erotismo giovanile e incerto. Dorothea Röschmann è esilarante nei panni di Marcellina, Willard White è un ammirevole Bartolo e Martin Snell quale Antonio riesce a convincerci che la distruzione dei suoi fiori - piante di cannabis, ovviamente - è una catastrofe e merita una severa punizione. Un cast impeccabile, pieno di grinta - qui ci vorrebbe la parola tedesca "Spielfreude" - ma il vero miracolo è l'energia dell'intera squadra.
Così, i duetti e i terzetti del secondo atto, la rabbia gelosa del Conte e quella della Contessa, un po' tinta di senso di colpa perché si sente attratta da Cherubino, sono interpretati con un'intensità selvaggia, e tutte queste emozioni sono tangibili, risuonano di verità. Questa intensità non viene meno neanche per un attimo, seguiamo i nostri eroi fino al finale, sollevati quando le cose tornano a posto e la festa ha inizio.I movimenti scenici fluiscono senza sforzo dalla musica, ogni cantante incarna il proprio personaggio, sente ed esprime le proprie emozioni.Questo è il vero merito della regia scenica, il Regietheater come deve essere.
Peccato solo che il direttore d'orchestra a volte si lasci trasportare e mostri la tendenza a coprire i cantanti. Ma questo non ha turbato una serata mozartiana quasi perfetta, e il pubblico celebra i cantanti, l'orchestra e il direttore con applausi e consensi sentiti e meritati.
Bravi tutti e tanti, tanti ringraziamenti!