Ance e contemporanea
di Luca Fialdini
Il primo appuntamento del 2024 con Musica al Tempio vede protagoniste le fisarmoniche del Duo dissonAnce
MILANO 20 gennaio 2024 – Prosegue il cartellone di Musica al Tempio, il festival concertistico del Tempio Valdese di Milano, nel segno della cameristica con il Duo dissonAnce: la formazione composta da Gilberto Meneghin e Roberto Caberlotto ha l’obiettivo di presentare il proprio strumento – la fisarmonica – in una luce differente da quella del repertorio folkloristico ed è evidente che la loro affinità elettiva sia quello della musica contemporanea.
Per la verità il duo frequenta un repertorio decisamente vasto e il programma ne offre testimonianza già dall’incipit che in tre ouverture attraversa quasi duecentoquarant’anni di storia della musica, l’ouverture dell’Ouverture n. 1 in do maggiore BWV 1066 di Johann Sebastian Bach (dove il titolo della composizione è una sostituzione di gusto francese del più comune «suite»), l’ouverture della rossiniana Gazza ladra e infine quella tolta da West Side Story di Bernstein. In ogni gradino di questa vertiginosa scala cronologica il duo evidenzia alcune caratteristiche specifiche tanto della formazione stessa quanto dei modelli di fisarmonica impiegati; ad esempio in Bach si apprezzano le ance dal timbro piacevolmente flautato, mentre nella Gazza ladra è impossibile non notare la pulizia nell’articolazione e l’impervia scrittura di Bernstein fornisce lo spunto per ammirare la bella coesione del duo così come la sua duttilità in una prova impegnativa impreziosita da qualche divertente tecnica estesa.
Come già anticipato, con la contemporanea esiste un rapporto privilegiato. Lo si avverte dalla diversa intenzione nell’esecuzione, dal colore stesso dello strumento a cui viene conferito un sapore tutto particolare. È il caso di Ballata di Mario Pagotto che, prima di svelarsi come delicato movimento di valse, conosce un’inattesa introduzione che sfrutta le possibilità del registro acuto quasi a voler imitare gli armonici degli strumenti ad arco; il paesaggio muta ancora nei rarefatti Due Preludi di Roberto Carbelotto vergati in una scrittura semplicissima, nel senso che è stato eliminato a priori tutto quel che non era necessario, e davvero nella concisione aforistica racchiudono la loro raffinata poetica.
Di dichiarata derivazione dantesca Il Convivio: note a fine libro di Gilberto Meneghin, intensa quanto godibile suite in tre movimenti che sfrutta l’espressività del duo di fisarmoniche con varia intelligenza: ora voci dialoganti ora corali, ora elementi stratificati ora masse antagoniste, un microcosmo racchiuso sotto il segno di una ritrovata cantabilità. Conclude l’excursus contemporaneo una delle molte trasformazioni di Venetian DNA di Tiziano Bedetti, che nonostante il cambio d’abito porta sempre con sé la sua scrittura minimalista con una forte presenza di pattern che in qualche modo risente dell’influenza di John Adams. Quella del Duo dissonAnce è una proposta che va a sondare l’altra faccia della contemporanea (e non è una facezia definirla the dark side of the moon), ossia quella dall’accesso più immediato e che in ogni caso non è priva di fascino; anzi, il fatto che l’esecuzione abbia ricevuto un riscontro tanto positivo e caloroso è il chiaro segnale della felice riuscita dell’opera di comunicazione da parte del duo.
Al termine del programma due celebri lavori di Astor Piazzolla, evidentemente tappa obbligata quando si parla di strumenti a mantice, ossia Oblivion ed Escqualo.