Lungo il ruscello
di Susanne Krekel
André Schuen e Daniel Heide offrono una lettura s'incantevole e raffinata freschezza della Die schöne Müllerin di Schubert.
Hohenems, 1° maggio 2024 - Sebbene in questi casi si usi parlare di cicli, Die schöne Müllerin non ha nulla di circolare, anzi è un viaggio con un punto di partenza e una fine ben precisi. Racconta la storia d'amore di un giovane lungo un ruscello, la sua scoperta del mulino e della figlia del mugnaio, fino al tragico finale.
Questa sera, nell'ambito della Schubertiade di Hohenems - un festival diventato quasi mitico, che riunisce ogni anno i migliori interpreti di musica da camera e liederistica - il baritono André Schuen e il pianista Daniel Heide sono ospiti della splendida Sala Markus Sittikus.
Andrè Schuen ha uno strumento magnifico e sa come usarlo. Naturalmente è un eccellente attore, molto apprezzato dal pubblico dell'opera, e non ha bisogno di trucchi scenici. Canta semplicemente, raccontando la storia mentre canta, catturando e trasmettendo perfettamente il significato di ogni parola. I primi quattro Lieder sono eseguiti alla velocità di un ruscello e noi seguiamo il giovane mugnaio che, a sua volta, segue lo stesso ruscello, pieno di spirito e di ottimismo giovanile. Il pianoforte, che svolgerà il ruolo del corso d'acqua per tutto il ciclo, ci fa sentire le prime piccole increspature, poi la voce profonda e forte di Andrè Schuen invade la sala, un pizzico di bronzo nei forti, quasi velluto nero-blu nei piani e pianissimi, che a volte sono solo un soffio. Il suo legato è una meraviglia, la sua dizione perfetta; dal merletto alla roccia, tutti i materiali si cristallizzano in questo cnato. Non c'è bisogno di interpretare un personaggio: Daniel Heide e Andrè Schuen non sono i protagonisti, sono il mezzo attraverso cui passa l'arte di Schubert e Müller.
I Lieder che esprimono l'amore per la ragazza vanno dritti al cuore e almeno la parte femminile del pubblico deve chiedersi dove siano gli occhi di questa giovane donna, come possa optare per l'uomo in verde. I testi sono infatti piuttosto vaghi, e non c'è nulla che indichi che l'amore del giovane trovi una risposta positiva - è possibile che sia rimasto tutto perfettamente unilaterale. Il nostro mugnaio deve quindi affrontare la realtà: la bella mugnaia non è interessata a lui, che passa dalla rabbia alla rassegnazione - il tutto interpretato con verve e finezza. Ricordiamo infatti il cantante nel ruolo di Guglielmo nel 2020, con i suoi impressionanti tuoni di rabbia e i suoi accenti d'amore. Spesso il mugnaio si rivolge al ruscello, ed è il ruscello a cantare la ninna nanna finale. “Schlaf aus deine Freude, schlaf aus dein Leid, ... und der Himmel da oben, wie ist er so weit” (Riposa dalla tua gioia, riposa dal tuo dolore... e il cielo in alto, com'è vasto...). In quest'ultima strofa, Andrè Schuen e Daniel Heide spalancano questo cielo immenso, le ultime note che si stagliano dal pianoforte, e tutto è lì, consolazione, calma e infine pace.
Un lungo momento di silenzio, applausi, bravi, quattro bis, ma non si tocca un capolavoro, non ci sarà un bis. La realtà ci ha raggiunto e il momento, per quanto magico, non può essere trattenuto.