L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Non solo stelle

di Luigi Raso

Alla compagnia stellare della prima si alterna, per La Gioconda a Napoli, un solido cast composto da Lianna Haroutounian, Anna Maria Chiuri, Angelo Villari ed Ernesto Petti.

NAPOLI 17 aprile 2024 - Due cast per La Gioconda, probabilmente la produzione più attesa e di maggior richiamo della Stagione lirica e di balletto 2023 – 2024 napoletana: al Teatro San Carlo i melomani, richiamati dal titolo operistico, dai nomi di Anna Netrebko, Jonas Kaufmann e Ludovic Tézier, sono accorsi da molti paesi europei e da varie regioni d’Italia. Della rappresentazione del 10 aprile, una delle quattro date che ha visto schierato il cast all stars, si è ampiamente riferito qui.

L’ingente sforzo produttivo del San Carlo - La Gioconda è opera che richiede almeno ben cinque protagonisti di rilievo, impegni notevoli per Coro, Orchestra e Corpo di ballo - va esaminato anche con riferimento al cast alternativo, il quale ha consentito di far alzare il sipario per ben sette rappresentazioni, e per tre volte in due giorni consecutivi.

Qui, senza fare alcun paragone con quanto ascoltato e recensito il giorno 10 aprile, riavvicinandosi a questa produzione liberi dalle impressioni del primo ascolto, si prova a formulare delle considerazioni sui protagonisti del cast alternativo. I cambiamenti di cast hanno interessato le sole parti di Gioconda, Laura Adorno, Enzo Grimaldo e Barnaba; invariate le altre, per le quali si conferma quanto già scritto (leggi la recensione). Nel complesso si attestano allo stesso livello qualitativo del 10 aprile le eccellenti prove di Orchestra, Coro e Corpo di ballo; convincente e concreta la concertazione, a tratti turgida e potente, di Pinchas Steinberg.

Lianna Haroutounian, nelle vesti vocali poco comode di Gioconda, è una cantante che “porta a casa la parte”: se il soprano armeno non riesce a dominare del tutto la diabolica tessitura di Gioconda, almeno riesce a non uscirne con ossa (e voce) rotte. Purtroppo il registro grave, così sollecitato in quest'opera, non è pieno e sonoro come dovrebbe, ma gli acuti, per quanto non sempre rotondi e smussati, non mancano all’appello. Tuttavia, la linea di canto della Haroutounian è imperniata su un’emissione sempre spiegata, sul forte: pochi alleggerimenti dell’emissione, poco legato, poche le sfumature, caratteristiche che danno vita a una Gioconda interpretativamente alquanto monocorde, benché sia innegabile che la Haroutounian sia un’eccellente professionista, la quale, nel complesso, fornisce una prova dignitosa.

Anna Maria Chiuri, come Laura Adorno, denota una vocalità dapprima non del tutto adeguata, per peso specifico vocale e volume, alla parte: appare troppo timorosa e poco a fuoco nella sortita dell’atto I. La linea di canto denota qualche incertezza allorquando la tessitura si fa più impervia e acuta. L’interpretazione appare talora rispecchiare le insicurezze vocali, delineando di conseguenza una Laura remissiva, sulla difensiva, poco incline a scontrarsi con l’ardore e la complessità del personaggio di Gioconda.

L’Enzo Grimaldo di Angelo Villari colpisce sin dall’irruzione in scena con “Assassini! Quel crin venerando” per potenza, squillo e bel timbro. La linea di canto, però, seppur fondata su mezzi vocali ragguardevoli, contempla poche sfumature: abbonda di accenti tribunizi, l’emissione è impostata sul forte e fortissimo; qualche mezza voce non manca, ma il suo “Cielo e mar!”è affrontato con stile stentoreo, poco credibile per essere il trepido vagheggiamento della donna amata.

È tutta l’interpretazione di Villari a fondarsi sullo sfoggio di un bel timbro e di una vocalità florida, munita di acuti smaglianti; a farne le spese, ovviamente, è il lirismo della parte del principe genovese proscritto dalla Serenissima.

Convince per la perfetta dizione, il bel timbro, la solida linea vocale e il fraseggio, il Barnaba di Ernesto Petti: al timbro brunito unisce spiccate doti di interprete. Il personaggio di Petti è una spia torva, con accenti e forzature - soprattutto nel finale dell’atto IV - forse eccessivamente truculenti, da smussare nelle future riprese della parte.

Al termine, in continuità con il grande successo ottenuto da Gioconda lo scorso 10 aprile, dalla sala gremita del San Carlo applausi prolungati e calorosissimi per tutti.


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