L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Cenerentola incoronata

di Roberta Pedrotti

L'orchestra Senzaspine porta in scena l'opera rossiniana con la regia fiabesca e spiritosa di Giovanni Dispenza e la concertazione sicura di Tommaso Ussardi, confermando la vocazione a mantenere vivo un mondo fondamentale di "cenerentole" musicali.

BOLOGNA, 27 aprile 2024 - Un mondo musicale sano è un mondo musicale vario e pieno di sfumature. Non esistono solo i geni e gli incapaci, come non esistono solo i grandi templi e gli oscuri seminterrati, ma mille sfumature con mille volti, ciascuno commisurato non solo ai propri mezzi, ma anche a un proprio ruolo nel cosmo musicale e sociale. Quante volte, poi ci si lamenta che non esistono più i percorsi di gavetta, le esperienze che formano la professionalità dell'artista al di là dei titoli di studio e dei master di perfezionamento. Per i giovani è importante disporre di palestre per cimentarsi con il palcoscenico e affrontare il pubblico agli inizi della carriera, ma ci sono anche schiere di validi professionisti che, magari, nelle istituzioni blasonate si limitano a parti di fianco, dando invece il loro contributo più esperto in contesti meno opulenti. Talvolta capita perfino l'ospite d'eccezione, che decide di offrire la sua presenza a piccole realtà, per sperimentare una parte o per il piacere di aiutare colleghi più giovani, di incontrare un pubblico diverso. Perché tutta questa fondamentale seconda linea arriva spesso pure a chi magari i grandi teatri – vuoi per timor reverenziale, vuoi per questioni economiche o logistiche – li frequenta meno. Insomma, mantiene vivo l'humus della musica, affinché poi germoglino nuovi fiori e maturino nuovi frutti anche ai piani più alti. Certo, ogni tipo di iniziativa necessita di consapevolezza, concretezza e capacità di far rendere al meglio i mezzi a disposizione. C'è chi fa il passo più lungo della gamba e crolla miseramente e chi si fa ammirare per un coraggio ben ponderato. Ci sono le sgraziate sorellastre, ma anche principesse e Cenerentole, per fortuna.

Passata la boa dei dieci anni di attività, l'orchestra Senzaspine di Bologna ha dimostrato di sapersi porre degli obiettivi impegnativi ma plausibili, di saper costruire una propria identità e accompagnare il pubblico alla scoperta del grande repertorio. Insomma, ha tracciato una propria, convincente via all'interno dello spazio quantomai sfaccettato della “provincia” o della “seconda linea”. Ogni grande città dovrebbe poter coltivare almeno una propria realtà di questo tipo, realtà che dovrebbero sempre essere viste come integrate e complementari, non alternative e in competizione. D'altra parte, quel percorso virtuoso di cui si parlava in riferimento ai giovani artisti si è visto chiarissimo nel Trovatore dello scorso dicembre, in cui ha brillato il debutto come Azucena del mezzosoprano Benedetta Mazzetto, altrimenti e coerentemente impiegata al Comunale ancora in parti di fianco.

Ora è venuto il momento della Cenerentola rossiniana, titolo tanto accattivante per il soggetto, appetitoso anche ai meno esperti, quanto insidioso per le esigenze musicali. Ma, è chiaro, se si assiste a un'opera di Rossini a Pesaro, alla Scala, al Comunale di Bologna o al Duse con i Senzaspine, lo spirito e le esigenze non saranno le stesse. E ciò non vuol dire che si giochi al ribasso, semmai si ammirano l'entusiasmo e l'impegno per ottenere risultati sempre migliori senza pretendere l'impossibile. Nello specifico, l'associazione bolognese può ormai contare su una squadra entusiasta, consolidata e affiatata: il regista Giovanni Dispenza ha affinato uno stile fluido e leggero, comprensibile davvero a tutti con inserimento dei soprattitoli nelle proiezioni animate che costituiscono la scena e l'integrazione di parole chiare espresse nella Lingua Italiana dei Segni. Ci sono, poi, momenti davvero deliziosi nella loro grazia fiabesca, come la preparazione della cena nel finale primo o la danza di Angelina con la scopa volante cantando “Una volta c'era un re”. Nulla di troppo, tutto godibilissimo. Poi c'è il polso saldo di Tommaso Ussardi sul podio, pronto e reattivo nel garantire la tenuta degli insidiosi concertati, così come nel fronteggiare l'acustica del Duse, che, privo di buca, di per sé non aiuta l'equilibrio strumentale. Sempre attento al ritmo dell'azione scenica, si concede qualche estremo agogico nella sinfonia, dilatando le prime battute in contrasto con il turbinare delle strette.

Il cast appare, così, ben sostenuto e inserito in un efficace gioco di squadra: Marzia Marzo è un'elegante Angelina dal canto fluido, Alfonso Michele Ciulla un Dandini simpatico, vivace e comunicativo, Chengrui Li un fresco Don Ramiro, Matteo Mazzoli Don Magnifico, Alberto Bianchi Lanzoni un Alidoro dalla voce scura, Francesca Pusceddu e Caterina Dellaere sono efficacissime come Clorinda e Tisbe, la prima più smorfiosa, la seconda un vulcano di mimica da cartoon. Il coro era il Colsper, l'ormai stabile compagno d'avventure diretto da Andrea Bianchi. Squadra che vince non si cambia anche nella progettazione di video, scene, costumi e in tutti gli aspetti che, dietro le quinte e di fronte al pubblico, danno vita allo spettacolo.

Il pubblico si diverte e alla fine, giustamente, festeggia: Cenerentola è incoronata.


Vuoi sostenere L'Ape musicale?

Basta il costo di un caffé!

con un bonifico sul nostro conto

o via PayPal

 



 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.