"Son certo che se lo sentiste vi piacerebbe"
di Roberta Pedrotti
Con queste parole Rossini riferisce alla madre della sua nuova opera dalla musica "spuntanea ed immitativa all’eccesso", vale a dire accattivante e teatrale come non mai. L'opera che era andata in scena per la prima volta il 20 febbraio 1816, viene sempre chiamata Il barbiere di Siviglia, ma debuttò come Almaviva ossia l'inutil precauzione. Con essa il suo autore fu identificato al punto che Beethoven lo invitò a lasciar perdere l'opera seria dopo aver dato al genere buffo tale immortale capolavoro, tuttavia, si dice, alla prima fu un fiasco clamoroso, funestato dai più improbabili incidenti. Forse, però, non tutte le leggende hanno un saldo fondo di verità, e se i fischi effettivamente vi furono, non tutto quel che si crede di sapere sul Barbiere ha un effettivo fondamento una delle opere più famose al mondo ha ancora dei misteri da svelare, delle realtà nascoste, varianti e travestimenti che si potrebbe non finir mai di esplorare.
Per questo omaggio al Barbiere di Siviglia la bibliografia fondamentale è costituita, oltre che dai volumi delle Lettere e documenti a cura di Bruno Cagli e Sergio Ragni, dalle edizioni critiche della Fondazione Rossini/Casa Ricordi e della Berenreiter, dai saggi di Bruno Cagli, Alberto Zedda e Mario Marcarini nei programmi di sala del Teatro alla Scala e del Rossini Opera Festival, dagli studi di Saverio Lamacchia pubblicati dal Bollettino del Centro rossiniano di studi e dal Saggiatore musicale.
Fu vero fiasco?
Le leggende e le testimonianze sul debutto del Barbiere pagina 1
Al solito un dramma semiserio
L'Avvertimento al pubblico e il "barbaro gusto" del "secolo corrotto" pagina 2
Quale rivoluzione?
Reazione e rivoluzione fra Almaviva e Il barbiere di Siviglia pagina 3
Cambi di registro
Le molte vite di un'aria e le metamorfosi di una primadonna pagina 4
La terza donna
Il fantasma di Lisa pagina 5
Calunnie e fucine
Giochi di scambi e autoimprestiti pagina 6
Largo al Factotum!
L'inesorabile fama multiforme pagina 7