L’Ape musicale

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Indice articoli

I PURITANI

di Vincenzo Bellini

Dopo l’insuccesso della Beatrice di Tenda,Vincenzo Bellini aveva litigato con il suo librettista Felice Romani. Così, per il libretto della nuova opera commissionatagli – anche grazie all’intercessione di Gioachino Rossini – dal Théâtre Italien di Parigi, scelse il conte Carlo Pepoli. L’11 aprile 1834 scrive allo zio Francesci Ferlito: «Di già ho scelto l’argomento per la nuova opera di Parigi: è dei tempi di Cronwello dopo che questi fece decapitare Carlo I d’Inghilterra… Io sono entusiasta del soggetto, lo trovo proprio da ispirare e martedì, al più tardi, incomincio a scrivere la musica, sperando che il poeta (il conte Pepoli di Bologna) mi dia dei versi». I puritani erano tratti da Têtes rondes et Cavaliers di Ancelot e Saintine, ispirato a sua volta da I Puritani di Scozia di Walter Scott. L’opera debuttò il 24 gennaio 1835 con uno straordinario successo (alla prova generale aveva assistito lo stesso Rossini). Così il compositore scrisse a Francesco Florimo: «Mi trovo all’apice del contento! Sabato sera è stata la prima rappresentazione dei Puritani: ha fatto furore, che ancora ne sono io stesso sbalordito… Il gaio, il tristo, il robusto dei pezzi, tutto è stato marcato dagli applausi, e che applausi, che applausi». Il cast era composto da Giulia Grisi (Elvira), Giovanni Battista Rubini (Arturo), Antonio Tamburini (Riccardo), Luigi Lablache (Giorgio). Il 26 dicembre del 1836 I puritani inaugurarono la stagione della Scala: Bellini era morto tre mesi prima, il 23 settembre 1835. L’opera è rimasta in repertorio grazie a grandi interpreti del ruolo di Elvira come Maria Callas e Joan Sutherland, applauditissime nella scena della follia “O rendetemi la speme”. L’opera divenne la preferita della regina Vittoria che la definì “I nostri cari Puritani”.

ATTO I

A Plymouth, nella fortezza dei seguaci di Cromwell, è l’alba. Sir Riccardo Forth apprende che sta per essere celebrato il matrimonio tra Elvira, la figlia del governatore puritano Lord Gualtiero Valton, e Arturo Talbo. Riccardo è addolorato perché è innamorato di Elvira. Nelle sue stanze la giovane riceve l’abbraccio dello zio Giorgio, che le comunica che ogni ostacolo è stato superato e potrà finalmente sposare Arturo, seguace della fazione dei Cavalieri. Giunge Arturo, che dichiara la propria gioia, quindi Lord Valton gli consegna un salvacondotto per lasciare la fortezza e si ritira perché deve occuparsi di un processo a una dama sconosciuta accusata di essere una spia degli Stuart.

La dama, rimasta sola con Arturo, gli confida di essere Enrichetta di Francia, vedova di Carlo I. Arturo decide perciò di aiutarla e quindi le fa indossare il velo nuziale di Elvira: grazie al salvacondotto di Lord Valton potranno allontanarsi indisturbati, tutti crederanno che lei sia Elvira. Lo crede anche Riccardo, che decide di sfidare a duello Arturo, ma Enrichetta si frappone tra i due, perde il velo e svela la propria identità. Riccardo decide perciò di facilitare la fuga del rivale con un’altra donna. Appena i due hanno lasciato la fortezza dà l’allarme: Elvira, abbandonata, comincia a dare i primi segni di follia.

ATTO II

Elvira è impazzita di dolore: crede di riconoscere Arturo nelle persone a lei vicino, crede di essere in chiesa per la cerimonia nuziale, e sfinita si ritira nelle sue stanze. Intanto il Parlamento ha decretato la condanna a morte del traditore Arturo. Giorgio chiede a Riccardo di salvare il rivale. Giorgio sa che egli ne ha favorito la fuga, e il rimorso, se Arturo verrà ucciso, lo perseguiterà per tutta la vita. Riccardo è pronto a combattere per salvare la patria e per amore della libertà.

ATTO III

Mentre imperversa un uragano, Arturo è riuscito a eludere la sorveglianza delle guardie e a raggiungere la casa di Elvira. La fanciulla, ancora sconvolta, canta da una loggia la canzone che Arturo le cantava un tempo; Arturo si unisce al suo canto ed Elvira scende in giardino. Elvira domanda ad Arturo il perché dell’abbandono ed egli le spiega che aveva voluto salvare la vita di Enrichetta, ma che lui ama solo Elvira. La ragazza rinsavisce ma i soldati li circondano: Arturo è condannato a morte. Elvira vuole morire con lui. Si ode uno squillo di corno: un messaggero annuncia che Cromwell ha sconfitto gli Stuart e ha proclamato un’amnistia generale. Arturo ed Elvira si abbracciano felici.

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