L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Grandi esplorazioni

DOMENICA 25/08/2024

Dai Nostri inviati
La Rai e l’Istituto Luce raccontano la Mostra del Cinema 1932-1953

Venezia lido, 6 agosto 1932, ore 21 e 15: si accende un proiettore sulla terrazza a mare del Grand Hotel Excelsior. Viene proiettato, per un pubblico elegante e facoltoso, il lungometraggio americano “Doctor Jekyll and Mister Hide”, di Rouben Mamoulian. E' la nascita dell’Esposizione Internazionale d’arte Cinematografica, risultato dell’incontro di tre personalità: Giuseppe Volpi di Misurata, presidente della Biennale e figura di primo piano dell’industria italiana; Antonio Maraini, segretario della Biennale e uomo d’arte; Luciano De Feo, presidente dell’Istituto Internazionale per la Cinematografia Educativa, che riesce a portare al Lido majors americane e cinematografie europee.

“Dai nostri inviati”, di Giuseppe Giannotti, Enrico Salvatori, Davide Savelli, racconta i primi ventuno anni della Mostra, dal 1932 al 1953 nell’appuntamento in onda domenica 25 agosto alle 12 su Rai Storia. Attraverso una selezione dagli archivi Luce e Rai, lo speciale passa in rassegna la vicende storiche della Mostra: la nascita “internazionale”, le influenze del regime fascista dopo la proclamazione dell’impero, lo scoppio della seconda guerra mondiale, proprio il giorno della chiusura dell’edizione del 1939, le tre mostre di guerra, Venezia “cinecittà” della Repubblica di Salò, il ritorno della pace e della democrazia con il rilancio nel ‘46,  fino al clamoroso ex-aequo di sei leoni d’argento alla quattordicesima Mostra del ‘53. 

Passato e Presente
Italo Calvino, il labirinto del mondo

Un intellettuale lucido e uno scrittore multiforme, proprio come la materia da cui attinge: “Passato e Presente”, in onda domenica 25 agosto alle 20.30 su Rai Storia, va alla scoperta di Italo Calvino. In studio, insieme a Paolo Mieli, la professoressa Barbara Berruti. Una produzione, quella di Calvino, sempre curiosa del mondo, che si è trasformata nei lunghi decenni della sua attività. Alla fine del secondo conflitto mondiale, Calvino, come molti altri giovani, è ansioso di trasferire nel campo culturale e politico l’esperienza della lotta partigiana. Nel 1947 esce il suo primo romanzo, ambientato durante la Resistenza: “Il sentiero dei nidi di ragno”. Calvino è iscritto al Partito Comunista Italiano e scrive sul quotidiano l’Unità. Nel 1957, a seguito dell’invasione sovietica dell’Ungheria, esce dal Pci. Escono i suoi romanzi di critica sociale, ambientati durante il boom economico, un sistema che elargisce benessere e inganno, promesse e nevrosi. Nel 1967 si trasferisce a Parigi. Entra in contatto con un gruppo di intellettuali promotori di una letteratura fondata su vincoli matematici o giochi enigmistici. Per Calvino la letteratura è uno strumento per decodificare e interpretare la realtà, per uscire da quel grande labirinto che è il mondo.

Binario cinema
I dieci giorni che sconvolsero il mondo

Dall’omonimo reportage dello scrittore e giornalista americano John Reed, la Rivoluzione russa del 1917 viene raccontata da Sergej Bondarčuk nel film “I dieci giorni che sconvolsero il mondo” andrà in onda domenica 25 agosto alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”. Nel cast, Franco Nero e Sydne Rome,

LUNEDI’ 26/08/2024

Passato e presente
Charles Lindbergh, l’aviatore che trasvolò l’oceano

Charles Lindbergh entra nella leggenda nel 1927, quando, a 25 anni, a bordo di un piccolo monoplano, compie in solitaria un’impresa che non era mai riuscita a nessuno: la trasvolata dell’Atlantico, da New York a Parigi, senza scalo. Paolo Mieli e il professor Mauro Canali ripercorrono la sua vita nella puntata di “Passato e Presente” riproposta in occasione del 50° anniversario della scomparsa lunedì 26 agosto alle 8.45 e alle 14.15 su Rai Storia. Dopo la trasvolata, la sua fama diventa planetaria, ispira racconti letterari e cinematografici. Lindbergh diventa una figura chiave nello sviluppo dell’aviazione commerciale americana e le principali linee aeree se ne contendono la consulenza e il nome. Un nome che, nella primavera del 1932, con il rapimento e l’uccisione di suo figlio - Charles junior, di 20 mesi - si trasforma in un incubo. Lindbergh si trasferisce allora in Europa, dove diventa ambasciatore onorario nel settore aeronautico. In questa veste, visita gli impianti della Luftwaffe, restando ammirato dall’efficienza e dal progresso tecnologico della Germania nazista. Al suo ritorno negli Stati Uniti, nel 1939, convinto della superiorità tecnica tedesca, si batte per il non intervento dell’America in guerra, entrando in polemica con l’amministrazione Roosevelt. La sua reputazione è ormai compromessa dal sospetto del tradimento e dalle accuse di filonazismo.

Dai Nostri inviati
La Rai racconta la Mostra del Cinema 1954-1967

La Rai è presente al Lido con le sue telecamere dal 1954, anno di nascita del servizio pubblico televisivo. Lo Speciale “Dai nostri inviati”, in onda lunedì 26 agosto alle 12.00 su Rai Storia, fa rivivere attraverso i materiali delle Teche Rai i momenti della Mostra: cronache, servizi speciali, interviste e le prime dirette, prendendo come periodo storico che si apre con il 1954, anno primo della televisione italiana, e si chiude con il 1967, quando il vento della contestazione generale si avvicina alle coste del Lido, cambiando l’identità stessa della Mostra del Cinema.

Passato e Presente
Sandokan e il colonialismo

Nel XVII secolo Inghilterra, Olanda e Francia fondano le rispettive Compagnie delle Indie orientali per spartirsi prima i commerci e poi le colonie del sud est asiatico. Verso la metà dell’800, durante il lungo regno della Regina Vittoria, la Compagnia britannica delle Indie orientali cede le sue prerogative amministrative alla corona, aprendo così la strada alla costituzione dell’Impero britannico. Tra gli avventurieri e governatori inglesi assurti alle cronache del tempo, il più famoso è James Brooke, il Raja bianco di Sarawak, soprannominato lo sterminatore di pirati. A lui si oppongono altri uomini entrati nella leggenda come eroi popolari che lottano contro la colonizzazione dei bianchi. Tra questi c’è Sandokan, un pirata di nobili origini, personaggio immaginario, creato sullo sfondo di una situazione storica reale, dallo scrittore Emilio Salgari. A “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda lunedì 26 agosto alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, il professor Franco Cardini e Paolo Mieli raccontano storia e mito dell’eroe salgariano.

Italia. Viaggio nella bellezza
La riviera delle Muse. Pesaro, Capitale della cultura

La neve e il mare, insieme. È la Pesaro di Glauco Mauri, il grande attore, che sintetizza così la città dove ha incontrato il teatro. Lui e altri illustri pesaresi raccontano la Capitale italiana della cultura per il 2024 nell’appuntamento con “Italia. Viaggio nella bellezza”, in onda lunedì 26 agosto alle 21.10 su Rai Storia. Né Marche né Romagna, “un luogo dello spirito”, lo definisce Pier Paolo Pasolini. Lui frequenta il capoluogo marchigiano per la Mostra internazionale del Nuovo cinema, una delle tante iniziative culturali che riconfermano Pesaro “Riviera delle muse”, epiteto degli anni '50, perché è la riviera delle arti: poesia, lirica, pittura, musica. Sempre durante il boom economico, questo mondo di confine tra gli Appennini e il mare Adriatico diventa luogo sperimentale dove nascono le vacanze degli italiani.

Città creativa Unesco della musica, è patria di Gioachino Rossini, celebrato ogni anno con il Rossini Opera Festival. In suo nome e grazie al suo patrimonio vivono istituzioni musicali come il Conservatorio, il Teatro e il Museo Nazionale Rossini. Rosetta Cucchi, regista pesarese tornata nella sua città proprio per lavorare al Festival monografico dedicato al grande compositore dice: “Si dice che Rossini sia la follia organizzata. Pesaro è così: c’è la follia, c’è l’ordine, ma se è tenuto insieme dalla musica diventa arte”.

Una città segnata dallo splendore rinascimentale della signoria Sforza, che succede ai Malatesta. Le ville Liberty, i mosaici di epoca romana, il palazzo della signoria, la fonte dei poeti, il capolavoro della Pala di Giovanni Bellini, la villa imperiale, il colle Ardizio, monte San Bartolo e Baia Flaminia. Ogni angolo di Pesaro racconta un pezzo della sua storia millenaria. “Qui è nata la prospettiva. Vista dall’alto, la città svela il retro della quinta”, spiega il fotografo Olivo Barbieri. Il poeta pesarese Gianni D’Elia, passeggiando sulla battigia, racconta: “Baia Flaminia è la compresenza dei tempi perché qua ci sono stati i romani. La vecchia Pesaro che è sparita in una voragine nel 31 a.C. ed è risorta come colonia augustea nel I secolo d.C. Distruzioni e rinascite che sono alla base di quel pessimismo adriatico che ci contraddistingue”.

Non è forse un caso che il simbolo della città sia la Sfera Grande di Arnaldo Pomodoro in piazzale della Libertà. Pur essendo un artista popolare e accessibile a un grande pubblico, tornato a Pesaro dopo molti anni, lo scultore fa un’operazione radicale e inedita nel panorama italiano. In un servizio del 1971 racconta: “Oggi si è perso il senso di mettere delle sculture in mezzo alla gente. Questo lavoro è per un uso sociale dell’arte”.

Storie della TV
Videocrazia (1994-2004)

Tra il 1994 e il 2004 il nuovo scenario politico sorto con il sistema elettorale maggioritario e la ‘discesa in campo’ di Silvio Berlusconi trasformano il ruolo sociale della Tv, sia pubblica che commerciale, mentre si profila lo scenario degli anni 2000, dove la televisione pubblica copre nuove missioni e affronta nuovi mercati, nel segno della sua storia. Il decennio 1994-2004 è al centro del nuovo appuntamento con Aldo Grasso e con “Storie della TV” in onda lunedì 26 agosto alle 22.10 su Rai Storia. Testimoni della puntata sono Bruno Vespa, che racconta la nascita di “Porta a porta”; Valentina Amurri, autrice di “Tunnel” (1994), programma satirico che chiude l’esperienza della Raitre di Angelo Guglielmi; Lino Banfi, che diventa un volto familiare della fiction Rai, nel ruolo di nonno Libero in ‘Un medico in famiglia’; Simona Ventura che parla del suo ritorno in Rai nel 2001, del sorgere dei format e in particolare dell’’Isola dei famosi’, primo reality show trasmesso in Rai. I cambiamenti della lingua italiana, infine, vengono raccontati dal linguista Giuseppe Antonelli.

MARTEDI’ 27/08/2024

Dai nostri inviati
La Rai racconta la Mostra del Cinema 1968-1979

Attraverso i racconti della Rai, i servizi degli inviati speciali -Carlo Mazzarella, Lello Bersani e poi Virgilio Boccardi e Beniamino Placido - ma anche i grandi speciali realizzati da Rene Clair, Mario Soldati, Alfonso Gatto, “Dai nostri inviati”, in onda martedì 27 agosto alle 12 su Rai Storia, propone il racconto della Mostra del Cinema dal 1968 al 1979. La contestazione che irrompe alla Mostra di Venezia, i controfestival organizzati dall’Anac, la travagliata direzione di Gianluigi Rondi, la scomparsa definitiva della Mostra e le Giornate del Cinema Italiano, le Biennali di Carlo Ripa di Meana, sino all’edizione del 1979, che segna la rinascita della kermesse, ora Mostra internazionale del Cinema, con la direzione di Carlo Lizzani, uno dei contestatori del ’68, che riporta il cinema a Venezia. L’appuntamento con

Passato e Presente
Suez, una porta verso l'oriente

La prima idea di collegare il Mar Mediterraneo all’Oceano Indiano, tagliando l’istmo di Suez, risale a cinquecento anni prima di Cristo. I tentativi di unire Africa e Asia attraverso un canale si susseguono per secoli, ma soltanto nel 1800 si approda al primo progetto concreto. Una storia raccontata dal professor Lucio Villari e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda martedì 27 agosto alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Il cantiere viene aperto nel 1859 e dieci anni più tardi il canale di Suez diventa una realtà. Il tracciato corre interamente sul suolo egiziano, ma i veri proprietari del canale sono per decenni i Paesi stranieri, principalmente Inghilterra e Francia. La presenza delle due potenze crea contraddizioni e provoca squilibri, in un tratto di terra che, nel ventesimo secolo, diventa più di una volta teatro di conflitti internazionali.

5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità
Giuseppe II. Imperatore e ribelle

Eletto imperatore a 24 anni, nel 1756, Giuseppe II è considerato l'imperatore dell'Illuminismo. Ed è lui il protagonista dell’appuntamento di “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”, con Giorgio Zanchini, in onda martedì 27 agosto alle 21.10 su Rai Storia. Intelligente, colto, pieno di intenzioni generose, ammiratore di Federico II, Giuseppe II sopprime i fasti della Corte, adotta la divisa militare e intraprende lunghi viaggi in incognito con lo scopo di conoscere direttamente gli Stati d i sudditi del suo impero. Vuole capire le condizioni di vita della gente comune e alleviare la sua miseria. Durante il suo breve mandato cambia il suo impero come nessun altro. Incoraggia l'industria, il commercio, si interessa dell'istruzione pubblica, abolisce la servitù personale, permettendo così alla classe contadina di realizzare dei grandi progressi. E, forse, se Luigi XVI di Francia avesse preso a modello la Casa d'Asburgo, la Rivoluzione francese non ci sarebbe stata.

Il declino di Hitler
La battaglia di Stalingrado

È la battaglia più cruenta e decisiva della Seconda guerra mondiale. Lo scontro all’ultimo sangue tra le armate di due spietati dittatori, pronti a tutto per conquistare e difendere la città di Stalingrado, dall’estate 1942 al febbraio 1943. Ma perché fu tanto importante? Cosa rese quella città della Russia meridionale sul fiume Volga così decisiva per le sorti dell’intero conflitto? E come riuscì alla fine ai sovietici l’impresa di fermare la VI Armata del generale Paulus? Che ruolo ebbero sui due fronti i generali Zukhov e von Paulus e come reagirono agli ordini perentori di Stalin e Hitler? Sono solo alcune delle domande a cui risponde “La battaglia di Stalingrado” della serie della Bbc sulla storia di Hitler, introdotta per Rai Cultura dallo storico Emilio Gentile - in onda martedì 27 agosto alle 21.10 su Rai Storia.

MERCOLEDI’ 28/08/2024

Dai nostri inviati
La Rai racconta la Mostra del Cinema 1980-1989

Il nuovo capitolo de “Dai nostri inviati” - in onda mercoledì 28 agosto alle 12.00 su Rai Storia - è focalizzato sul periodo 1980-1989, anni ricchi di importanti novità. A raccontarli, un giovane Vincenzo Mollica al fianco del pioniere dei cronisti Rai, Lello Bersani che con Marilisa Trombetta, Beniamino Placido e le quotidiane ore di diretta della neonata Rete 3, mostrano i volti e storie dei protagonisti del red carpet.

Lo speciale parte con Carlo Lizzani - è il 1980 - appena riconfermato direttore della Mostra e si assiste al ritorno dei premi dopo le contestazioni del 1968 permettendo così a Venezia di tornare a competere con Cannes, mentre Michelangelo Antonioni porta al Lido il suo “Il mistero di Oberwald”.

L’anno successivo al Lido compare un divo internazionale come John Travolta - protagonista del film di Brian De Palma “Blow Out” - e si afferma una giovane promessa del cinema italiano, Nanni Moretti. Nel 1982, cade il cinquantenario della prima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e il Lido vede sfilare i grandi autori dello schermo, premiati con un Leone d’oro alla Carriera, tra i quali Alessandro Blasetti, Frank Capra, Jean-Luc Godard, Cesare Zavattini, Luis Buñuel, Alexander Kluge, Satyajit Ray, Michael Powell, George Cukor, Akira Kurosawa, molti presenti alla premiazione. Nel 1983 arriva alla direzione Gianluigi Rondi, già direttore delle contestate edizioni del ‘71 e ’72; la sua linea è sostanzialmente di continuità con il predecessore: poca mondanità, molta cinefilia e attenzione alle nuove tecnologie. La Mostra dell’83 ha una coda da film di spionaggio che ricorda quanto l’ordine mondiale sia ancora influenzato dalla Guerra Fredda; fa il giro del mondo la notizia della fuga dal Lido dell’inviato sovietico Oleg Bitov per dissidenze con il regime sovietico. Nella mostra del 1984 fanno scalpore le critiche di alcuni giurati - lo scrittore tedesco Gunther Grass, il poeta spagnolo Rafael Alberti, il poeta sovietico Evgenij Evtušenko- al film di Pasquale Squitieri, “Claretta”, dedicato alla figura dell’amante del Duce. Con il 1985, alla quarantaduesima Mostra sbarcano gli americani con un’opera destinata al grande successo commerciale, “Ritorno al futuro” di Robert Zemeckis con Michael J. Fox e prodotta da Steven Spielberg. In quella edizione i premi alla carriera - come quello a Federico Fellini- sono consegnati da Giulio Andreotti, allora Ministro degli affari esteri, sotto lo sguardo del neoeletto Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, prima volta in cui il Capo dello Stato italiano è stato presente alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 1986, i riconoscimenti per le migliori interpretazioni premiano gli italiani: Carlo Delle Piane e la giovanissima Valeria Golino. L’edizione della Mostra 1987, non ha un Direttore e viene chiamato il critico Guglielmo Biraghi come curatore. Alla Mostra si affacciano tematiche difficili e nuove, l’amore omosessuale, l’olocausto, le discriminazioni razziali ai tempi del fascismo. Nel 1988 finalmente conquista il Leone d’oro un film italiano, “La leggenda del santo bevitore” di Ermanno Olmi, premiato dalla giuria presieduta da Sergio Leone. Nel 1989 la coppa Volpi viene consegnata ex aequo a due attori italiani, Massimo Troisi e Marcello Mastroianni, protagonisti del film di Ettore Scola “Che ora è”. Gli inviati Rai delle Mostre degli anni ‘80 sono stati per il Tg1, Lello Bersani, il pioniere dei cronisti Rai, presente a Venezia fin dall’immediato dopoguerra che con il suo timbro profondo e la calata romana racconta la Mostra del Lido fino al 1989; Vincenzo Mollica, giovane promessa che affianca Lello Bersani dal 1982; per il Tg2 si avvicendano il veneziano Gianni Raccanelli, presente al Lido dagli anni ‘60, e Marilisa Trombetta, dalla caratteristica "erre" aristocratica; alla Rete 3 - l’attuale Rai 3, che nasce il 15 dicembre 1979 e dal 1980 dedica quotidianamente ore di diretta dalla Mostra del Cinema - raccontano il Lido Beniamino Placido, Tommaso Chiaretti, Claudio G. Fava, Isabella Rossellini, Irene Bignardi e Mimma Nocelli. Nel 1989, alla 46esima Mostra, la Raidue diretta da Giampaolo Sodano realizza il programma Cinematografo e per Raitre la redazione di Blob realizza il primo Blob a Venezia.

Passato e Presente
Le Acli nell'Italia repubblicana

Le Acli vengono fondate da Achille Grandi il 28 agosto 1944, a guerra ancora in corso, per rappresentare la componente cristiana all’interno del neonato sindacato unitario, la Cgil. La loro storia è ripercorsa da Paolo Mieli e dal professor Agostino Giovagnoli a “Passato e Presente” nella puntata riproposta in onda mercoledì 28 agosto alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, in occasione dell’80° anniversario della nascita delle Acli.

L’organizzazione dà vita a numerose attività al servizio dei lavoratori diventando un punto di riferimento sociale e politico nell’Italia della Ricostruzione. Durante gli anni 60, pur mantenendo intatta la loro identità cristiana, le Acli si spostano politicamente a sinistra, raccogliendo le istanze di rinnovamento che maturano nella società. La loro spinta dà un contributo importante anche alla nascita dei primi governi di centrosinistra. Ma a fine decennio entrano in rotta di collisione con il Vaticano. Un conflitto che culmina nella “deplorazione” di Paolo VI, che giudica il nuovo orientamento discutibile e pericoloso. Poi, negli anni '70 e '80 ci sarà un lento e graduale riavvicinamento, che si compirà pienamente sotto il pontificato di Giovanni Paolo II.

Gli esploratori
Umberto Nobile, un italiano al Polo Nord

La figura di Umberto Nobile, ingegnere, esploratore, sognatore, è indissolubilmente legata al dirigibile, ai dirigibili: dal viaggio entusiasmante del Norge al Polo Nord, allo schianto sui ghiacci dell’Artide dell’Italia. Ed è proprio quest’ultima impresa, sfortunata e tragica sarà determinante per far tramontare il sogno del dirigibile di fare “concorrenza” all’aereo. Ma sarà allo stesso modo determinante per segnare la sorte di Nobile. Una storia raccontata da “Umberto Nobile, un italiano al Polo Nord”, di Pierluigi Castellano e Andrea Orbicciani, con la regia di Leonardo Sicurello, in onda mercoledì 28 agosto alle 21.10 su Rai Storia per la serie “Gli esploratori”.

A modo mio. Patty Pravo

Biondissima, dirompente e avanguardista. Nicoletta Strambelli, in arte Patty Pravo, è un’icona della musica italiana e ambasciatrice di uno stile eccentrico e incredibilmente riconoscibile. Con la sua voce unica, unita agli abiti sobri e spettacolari al tempo stesso, è riuscita ad ammaliare artisti e produttori, fino a conquistare il pubblico di tutto il mondo. “A modo mio. Patty Pravo”, prodotto da Rai Documentari e Ballandi con il contributo di Rai Teche, in onda mercoledì 28 agosto alle 22.10 su Rai Storia racconta la vita privata e i successi discografici di una delle voci femminili più importanti della storia della musica italiana. La storia di Patty inizia con la sua partenza da Venezia per trasferirsi a Londra. La capitale inglese è solo la prima tappa di un lungo viaggio durato oltre cinquant’anni, un percorso che l’ha portata a diventare fonte d’ispirazione per un’intera generazione di artisti contemporanei. La sua storia si intreccia con quella di sessant’anni di musica italiana e internazionale e ripercorre i passi della ragazza del Piper e dell’impatto globale che il suo personaggio ha avuto nella storia della musica. L’artista torna sui luoghi della sua infanzia e si racconta, attingendo ai ricordi legati alla sua vita privata e professionale. A Venezia, sua città d’origine, dove è nata e cresciuta, attraversa le calli, il Ponte dell’Accademia, si affaccia sul Canal Grande e arriva a Piazza San Marco, sorseggia un tè al Caffè Florian, contempla la bellezza barocca della Laguna, entra al Teatro La Fenice e alla Collezione Guggenheim, raccontando aneddoti e curiosità legate ai suoi successi. Rai Documentari rende omaggio a Patty Pravo con un racconto autobiografico che alterna repertorio inedito a interviste a grandi personalità come Vasco Rossi, Laura Pausini, Ornella Vanoni, Elisa, Giuliano Sangiorgi ed Enrico Ruggeri, che testimoniano l’influenza e la grandezza di un’artista eterna.

GIOVEDI’ 29/08/2024

Passato e Presente
I servizi segreti e la resistenza europea

Estate 1940. Dopo la caduta della Francia, l’Inghilterra è rimasta l’unica in Europa a contrastare la Germania di Hitler, ormai padrona del continente. Solo, contro la possente macchina da guerra nazista, il primo ministro inglese Winston Churchill costituisce lo Special Operation Executive: il servizio segreto inglese che, nei suoi piani, dovrebbe riuscire a provocare il crollo del III Reich dall’interno. Dell’azione dei servizi segreti alleati in Europa durante la Seconda guerra mondiale, e del loro fondamentale supporto ai diversi movimenti di resistenza contro il nazifascismo, Paolo Mieli parla con il professor Tommaso Piffer a “Passato e Presente”, in onda giovedì 29 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. I servizi segreti inglesi, seguiti, a poco più di un anno di distanza, da quelli americani, iniziano un’importante battaglia nell’ombra. Una battaglia che si svolge dietro le linee nemiche, attraverso mirate operazioni di sabotaggio e veri e propri attentati.

a.C.d.C.”
Celestino V. Il Papa fuori dal mondo

Nonostante siano trascorsi secoli, la vicenda di Pietro da Morrone, eletto Papa come Celestino V nel 1294, per diventare poi famoso con la sua rinuncia, è ancora uno degli episodi storici più discussi e controversi del Medioevo. Influenzato dalla profezia di Gioacchino da Fiore che prevedeva l’avvento di un Papa riformatore e l’inizio dell’età dello Spirito Santo, il già ottantenne Pietro del Morrone – che godeva di fama per il dono dei miracoli attribuiti alla sua intercessione – accettò per fede e sottomissione a Dio il ruolo da Papa, al quale rinunciò però dopo meno di quattro mesi. Un personaggio fatto rivivere dal documentario firmato dalla regista Cinzia Th Torrini e prodotto da Cassiopea Film Production e Fondazione Pescarabruzzo, che Rai Cultura ripropone giovedì 29 agosto alle 21.10 su Rai Storia per “a.C.d.C”, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero, in occasione del rito della Perdonanza all’Aquila istituita da Celestino V.

L’importanza del suo pontificato è ancora oggi presente nella festività della Perdonanza, il primo giubileo nella storia cristiana che si celebra da più di 700 anni ogni agosto nella basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila e che dal 2019 è iscritto dall’Unesco nella lista del “Patrimonio culturale immateriale dell’umanità”.

Il documentario - con la coregia di Ralph Palka e la musica del compositore abruzzese Marco Marrone - si chiede se Pietro del Morrone fu artefice del proprio destino o strumento del potere ecclesiastico e politico. La ricostruzione narrativa della sua vita avviene attraverso dieci interviste a storici, scrittori, giornalisti e prelati che, con le loro analisi, si concentrano sulle dinamiche della sua "rinuncia al potere" e sul suo rapporto con il cardinale Caetani, il futuro Papa Bonifacio VIII. Non manca l’aspetto della profonda armonia di Celestino con la natura.

L'Abruzzo con i suoi eremi, luoghi e paesaggi incontaminati diventa un set naturale. Le immagini significative provenienti da archivi storici illustrano il racconto e avvicinano emozionalmente lo spettatore alla “leggenda” del mitico personaggio. Le scene con ricostruzioni storiche che ricordano momenti cruciali e intimi della vita del santo eremita, sono state girate nei borghi di Capestrano e di Bominaco, nella Basilica di Collemaggio all'Aquila e in vari eremi dove ha vissuto il santo. Per il volto del Santo è stato scelto l'attore italo-canadese Marc Fiorini.

Langobardi. Alboino e Romans
Tra storia e archeologia

La storia del re Alboino e le imprese che lo resero leggendario, dalla vittoria contro i Gepidi nel 551 all’assassinio nel 572, con l’arrivo dei Longobardi in Italia, la nascita del villaggio di Romans, in Friuli. Le racconta lo speciale, tra cinema e divulgazione storica e archeologica, “Langobardi. Alboino e Romans” proposto giovedì 29 agosto alle 22.15 su Rai Storia, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero. In primo piano i passaggi cruciali della storia dei Longobardi e la loro vita a Romans, un importante villaggio, oltre che presidio militare, divenuto oggi una delle più grandi necropoli longobarde italiane. Il tutto alternando fiction ad approfondimenti storici, con la partecipazione di studiosi, ricercatori e gruppi di rievocazione storica italiani ed europei.

VENERDÌ 30/08/2024

Passato e Presente
Gorbaciov, fine di un impero

L’11 marzo 1985 l’Unione Sovietica ha un nuovo leader, il primo presidente sovietico a esser nato dopo la Rivoluzione d’Ottobre: si chiama Mikhail Gorbaciov. Un personaggio analizzato dal professor Adriano Roccucci con Paolo Mieli a “Passato e Presente” in onda venerdì 30 agosto alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, in occasione del secondo anniversario della scomparsa. Le due parole d’ordine del suo piano di riforma sono “Perestrojka” e “Glasnost”, ossia “Ristrutturazione” e “Trasparenza”, a fronte di un Paese in crisi, soffocato da burocrazia, dogmatismo ideologico e corruzione. L’apertura all’Occidente, uno dei tratti distintivi della politica di Mikhail Gorbaciov, a partire dall’incontro con Margaret Thatcher nel 1984, un anno prima di essere eletto segretario generale, e nello specifico la sua capacità di instaurare rapporti politici e umani con Ronald Reagan, condurrà a una serie di accordi per la limitazione delle spese militari, contribuendo indirettamente al crollo del muro di Berlino e alla fine della Guerra Fredda. Ma il suo piano di riforme non dà i risultati sperati. Nell’Urss della perestrojka le merci e i beni di consumo scarseggiano; le Repubbliche Sovietiche vogliono e ottengono l’indipendenza. Il 25 dicembre 1991 Mikhail Gorbaciov, dopo un fallito golpe ai suoi danni, si dimette dalla carica di presidente: è la fine del suo progetto di riforme, e la fine di un impero.

Nel secolo breve
1953, la conquista dell'Everest

La storica impresa degli alpinisti Tenzing Norgay ed Edmund Hillary che per primi il 29 maggio 1953 scalarono l’Everest, la montagna più alta della Terra: è questo l’argomento al centro della puntata curata da Emanuele Colarossi di “Nel secolo breve”, la serie di Rai Cultura introdotta e commentata dal professor Alessandro Barbero in onda venerdì 30 agosto alle 21.10 su Rai Storia.

"Nel secolo breve" è un programma di Alessandra Bisegna, Peter Freeman, Andrea Orbicciani, Clemente Volpini con la regia di Nicoletta Nesler.

“’14-’18. Grande Guerra cento anni dopo”
L’industria della guerra

La Prima Guerra Mondiale è segnata dall’industrializzazione e dalle nuove armi: artiglierie pesanti, fucili a ripetizione, mitragliatrici, carri armati, sottomarini, ai quali si aggiungono i progressi nella radiofonia e l’uso di nuovi e micidiali strumenti come le armi chimiche e i gas. Senza dimenticare la comparsa dell’arma più “moderna”: l’aereo. Un’escalation raccontata da “L’industria della guerra”, in onda venerdì 30 agosto alle 22.35su Rai Storia per la serie “’14-’18: la grande guerra cento anni dopo”.

SABATO 31/08/23

Passato e Presente
Ira, il braccio armato dell'Irlanda

Le origini dell’Irish Republican Army, l’Ira, sono da rintracciare nelle formazioni paramilitari nazionaliste che si sollevarono contro la Gran Bretagna nella settimana di Pasqua del 1916. Nel 1921, in seguito alla partizione dell’Irlanda tra Ulster, a nord, che rimane sotto il dominio inglese, e Stato libero d’Irlanda, a sud, l’Ira costituisce l’avanguardia armata del movimento cattolico repubblicano. A “Passato e Presente”, in onda sabato 31 agosto alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con il professor Eugenio Biagini. Da allora, l’Ira combatterà con operazioni di guerriglia e attentatati terroristici per porre fine alle discriminazioni di cui sono oggetto le comunità cattoliche nelle contee settentrionali, per la riunificazione dell’isola e per l’indipendenza dal Regno Unito. È una storia sanguinosa che vede contrapposte la comunità unionista protestante e l’esercito britannico da un lato, e l’Ira dall’altro. Solo nel 1998, con l’accordo del Venerdì Santo, arrivato dopo un lungo e contrastato processo di pace, questa strisciante guerra civile vedrà la fine.

Cinema Italia
Sangue del mio sangue”

Federico Mai, giovane uomo d'armi, viene spinto dalla madre a recarsi nella prigione convento di Bobbio, dove suor Benedetta è accusata di stregoneria per aver sedotto Fabrizio, fratello gemello di Federico, e averlo indotto a tradire la sua missione sacerdotale fino a spingerlo al suicidio nelle acque del fiume Trebbia. Tuttavia, anche Federico, pur deciso a riabilitare la memoria del gemello e a dargli degna sepoltura, viene incantato da Benedetta, che sarà condannata alla prigione perpetua e murata viva. Una storia drammatica che Marco Bellocchio racconta in “Sangue del mio sangue” in onda sabato 31 agosto alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Nel cast Roberto Herlitzka, Pier Giorgio Bellocchio, Filippo Timi, Lidiya Liberman, Fausto Russo Alesi, Alba Rohrwacher. Il film è stato presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2015, dove vinse il Premio Fipresci.

Documentari d'autore
Franco Cristaldi e il suo Cinema Paradiso”

La storia professionale di Franco Cristaldi, tra i maggiori produttori del cinema italiano del Novecento. La ripercorre Massimo Spano in “Franco Cristaldi e il suo Cinema Paradiso” in onda sabato 31 agosto alle 22.50 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”.


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