L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

La strana coppia

di Roberta Pedrotti

Per il ciclo Rossinimania ascoltiamo a Pesaro un insolito concerto per arpa e fagotto con Delphine Constantin-Reznik e Roman Reznik.

PESARO, 22 agosto 2024 - Rossinimania è il momento della sorpresa, nell'alveo del Rossini Opera Festival, del concerto spesso meno appariscente e più particolare. Quante volte capita di sentire un duo arpa e fagotto? Delphine Constantin-Reznik e Roman Reznik sciolgono una curiosità che nemmeno sapevamo di avere e si cuciono addosso un repertorio di trascrizioni e reminiscenze secondo la feconda tradizione (non solo) ottocentesca. Il padrone di casa non può che essere al centro dell'attenzione, con l'Allegro agitato dal volume XIV dei Péchés de vieillesse, in origine per violoncello e pianoforte, e poi con la Canzone del salice da Otello e la cavatina di Ninetta dalla Gazza ladra. Mozart è rappresentato da Minuetto dalla Sonata per violino e pianoforte n. 21 K 304 e Gluck da “Che puro ciel” (anche se il programma annuncia “Che farò senza Euridice”) da Orfeo ed Euridice. Quando l'arpa non ha da far la parte di sé stessa (con Desdemona e Orfeo), fa volentieri le veci del pianoforte, mentre al fagotto è demandata la parte cantabile, voce o strumento che sia, in uno schema ben definito ed efficace, anche perché Roman Reznik si mostra sensibile virtuoso dello strumento, capace di rendere sia la coloratura sia le sfumature più liriche.

Come nei Concerti di Belcanto il piano si riserva degli intermezzi solistici, così l'arpa di Delphine Constantin Reznik offre due pagine a lei dedicate espressamente: le Variazioni su un tema tradizionale svedese di Anton Edvard Pratté (1796-1875) e la Grande fantasia sul Moïse di Rossini di Elias Parish-Alvars (1808-1849), che curiosamente sembra camuffare e diluire il tema più celebre (“Des cieux où tu résides”) e pescare poi sempre in maniera piuttosto sfumata soprattutto dai ballabili.

La particolarità del programma e l'orario mattutino non muovono le folle a riempire il Teatro Rossini (quanto sarebbe prezioso recuperare al più presto l'Auditorium Pedrotti per appuntamenti come questo), ma i presenti sono ben motivati e gratificano l'impegno dei musicisti. Un bis è preparato, “Una voce poco fa”, mentre il secondo è improvvisato al momento per rispondere agli applausi: si ripete la cabaletta della cavatina di Ninetta, anche in omaggio all'inaugurazione del Teatro nel 1818 con La gazza ladra diretta dall'autore stesso.


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