L’Ape musicale

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GUGLIELMO TELL

di Gioachino Rossini

3 agosto 1829, Parigi, va in scena Guglielmo Tell; 13 novembre 1868: muore a Passy, alle porte di Parigi, Gioachino Rossini. Nei 39 anni che separano queste due date, Rossini non comporrà più opere: scriverà brani sacri, brani da camera, divertissement che chiamerà Péchés de vieillesse, ma Guglielmo Tell rimarrà la sua ultima opera. «Cinque mesi impiegai a comporre il Guglielmo Tell, e mi parve assai. Lo scrissi in campagna al Petit-Bourg nella villa dell’amico Aguado. Vi si faceva vita assai gaia: io avevo preso una gran passione per la pesca alla lenza e perciò mandavo avanti il mio lavoro con poca regolarità. Ricordo di aver abbozzato la scena della congiura una mattina, stando seduto sulla riva dello stagno, in attesa che il pesce abboccasse all’amo. Ad un tratto mi accorsi che la canna da pesca era sparita, trascinata da un grosso carpione, mentre ero tutto infervorato ad occuparmi di Arnoldo e Gessler»: così Rossini raccontava la gestazione dell’opera che, scritta per l’Académie Royale de Musique (l’Opéra) su libretto di Étienne de Jouy e Hippolyte Bis tratto dal Wilhelm Tell di Schiller, ha cambiato la storia del melodramma e aperto una nuova via. Un baritono come protagonista, un’epopea storica da raccontare, una sinfonia in quattro parti, grandi arie, grandi concertati, balletti, e un finale da brividi: il Tell spiazza gli ascoltatori e riceve il plauso di Wagner e di Berlioz. «Io reputo il Guglielmo Tell la nostra Divina Commedia» scrisse Bellini; per Donizetti, «il primo atto e il terzo li ha scritti Rossini, il secondo Dio». Dopo la prima parigina, un cuoco realizzò una torta dedicata all’opera a base di mele (ovviamente!), decorata con una freccia e una balestra e sormontata da una mela di zucchero attraversata da una freccia di zucchero color argento. Proprio interpretando il ruolo di Arnoldo, il tenore Gilbert-Louis Duprez usò una voce piena, cosiddetta “di petto”, e venne perciò considerato l’inventore del “do di petto”, nota che Rossini definì come un «urlo di un cappone sgozzato». Al Regio va in scena la versione italiana dell’opera (senza balletti) nella traduzione ritmica che Calisto Bassi realizzò nel 1831.

ATTO I

Burglen, Cantone di Uri. Il vecchio e saggio Melcthal sta per unire in matrimonio alcuni pastori; suo figlio Arnoldo è pensieroso perché è innamorato di Matilde, la donna che ha salvato da una valanga, ma che in realtà è una principessa asburgica, quindi legata agli oppressori del suo popolo. Guglielmo Tell invita Arnoldo a unirsi ai ribelli che vogliono combattere gli oppressori. Jemmy, il figlio di Guglielmo, vince la gara di tiro all’arco, ma la festa è interrotta dall’arrivo di Leutoldo: un soldato al servizio del governatore Gessler ha rapito sua figlia e lui lo ha ucciso. Guglielmo lo porta in salvo sull’altra sponda del lago. I soldati arrestano Melcthal.

ATTO II

Le alture del Rutli. In lontananza si intravede il lago dei Quattro Cantoni. Matilde è innamorata di Arnoldo ma il giovane è consapevole che il loro è un amore impossibile. Matilde lo invita ad arruolarsi nelle fila di Gessler e a farsi onore per poterla poi sposare; i due innamorati si salutano. Arnoldo confessa a Guglielmo che ama Matilde, ma alla notizia che gli uomini di Gessler hanno ucciso suo padre Melcthal, decide di unirsi ai ribelli. Si riuniscono tutti i congiurati e, sotto il comando di Guglielmo, giurano di combattere contro l’oppressore.

ATTO III

Matilde e Arnoldo si dicono addio per sempre. Nella piazza di Altdorf, tutti devono rendere omaggio al trofeo sormontato dal cappello di Gessler che è stato allestito in mezzo alla piazza. Guglielmo e Jemmy non si inchinano e Gessler costringe Gugliemo a centrare una mela posta sulla testa del figlio. Guglielmo riesce nel difficilissimo compito ma Gessler scopre che l’uomo aveva una seconda freccia: Guglielmo confessa che se avesse sbagliato il bersaglio l’avrebbe usata per uccidere Gessler. I soldati portano Guglielmo in prigione.

ATTO IV

Matilde ha salvato Jemmy e lo riporta da Edwige, sua madre. Sul lago si scatena una tempesta: Guglielmo riesce ad arrivare a riva e a uccidere Gessler con una freccia. Arnoldo racconta che la città di Altdorf è stata liberata. Intanto, la tempesta si è placata e il popolo festeggia inneggiando alla libertà.


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