Mariella Devia ed Enrico Dindo per la città
UNA SERATA DI STELLE PER LA CITTA’
CONCERTO LIRICO DEI SOLISTI DI PAVIA DIRETTI DA ENRICO DINDO CON LA PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DI MARIELLA DEVIA.
ATTENZIONE, Iteatro Fraschini comunica che
A causa di un improvviso abbassamento di voce dopo le prove, dovuto a malesseri di stagione, Mariella Devia questa sera non potrà purtroppo esibirsi. Lei per prima ne è estremamente rammaricata.
Ha voluto lei stessa che a sostituirla fosse Lucrezia Drei, che ringraziamo.
La Regina Mariella Devia sarà comunque presente questa sera e verrà omaggiata dalla Città di Pavia e dal Sindaco Massimo Depaoli. (Pavia, 9 dicembre 2018)
Domenica 9 dicembre, alle ore 20.00 al Teatro Fraschini Enrico Dindo dirige i Solisti in una serata all’insegna del “bel canto”. Partecipa Mariella Devia “regina” del melodramma.
Due star in palcoscenico a festeggiare Pavia e la sua giornata più importante: il 9 dicembre, San Siro: Mariella Devia e Enrico Dindo con I Solisti di Pavia. Il tradizionale festeggiamento di chiusura della giornata del Santo Patrono al Teatro Fraschini cambia pelle: un concerto aperto alla città.
Sarà una serata lirico-sinfonica: il 9 dicembre prossimo I Solisti ampliano i loro orizzonti cimentandosi con un repertori lirico. Il connubio con la grande star lirica ha richiesto un allargamento di organico non indifferente così, per la prima volta, l’orchestra de I Solisti si allarga a 50 elementi diventando più sinfonica.
“Ricorrenze e coincidenze – afferma Massimo Depaoli, Sindaco di Pavia- il 9 dicembre 2001 Rostropovich, il grande direttore d'orchestra ed uno dei più famosi violoncellisti di sempre, accettava la Presidenza Onoraria della nascente orchestra de "I Solisti di Pavia"; domenica 9 dicembre 2018 "I Solisti di Pavia" regaleranno alla nostra città, nella ricorrenza del Santo patrono, un grande concerto nella cornice artistica più prestigiosa di Pavia, il teatro Fraschini.
L'orchestra da camera, nata dalla passione di Enrico Dindo e dall'impegno della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, in tutti questi anni ha raggiunto altissimi livelli di eccellenza divenendo una realtà consolidata nel panorama musicale in Italia e all'estero, costituendo una presenza importante per Pavia e facendone conoscere nel mondo il nome e l'eccellenza”.
“Sono felice - commenta Enrico Dindo - che la festa della città venga celebrata con un concerto di una grande artista in cui vengo orgogliosamente coinvolto con i miei artisti. Ritengo un privilegio calcare il palcoscenico con una grande star come Mariella, con la nostra musica e con alcuni brani del repertorio lirico più tradizionale e credo che il teatro Fraschini sia il luogo ideale e questa la situazione ideale per festeggiare la città, anche a costo di rinunciare all’esibizione per il nostro compleanno. Affrontiamo un repertorio importante, non consueto per l’orchestra, più consueto per me in quanto direttore d’orchestra. E’ un’esigenza dovuta al repertorio che affronteremo e sono contento di poter mettere le mie competenze a servizio de I Solisti”.
Il programma:
Mozart - Ouverture da Le nozze di Figaro
Mozart - Le nozze di Figaro "Porgi amor"
Bellini - Norma "Casta diva... Ah! bello a me ritorna"
Rossini - L’italiana in Algeri, Sinfonia (
Puccini - Turandot "Tu che di gel sei cinta"
Gounod - Romeo et Juliette "Je veux vivre”
Beethoven - Sinfonia n.1
Come partecipare:
Gli spettatori interessati si potranno recare presso la Biglietteria del Teatro Fraschini nei consueti orari di apertura – dalle ore 11 alle 13 e dalle 17 alle 19 – nei giorni di giovedì 6 e venerdì 7dicembre 2018 per ritirare il coupon che darà diritto all’ingresso.
Mariella Devia
Acclamata da pubblico e critica come regina del belcanto, Mariella Devia trionfa da oltre quarant’anni in tutti i più importanti teatri del mondo grazie alle sue doti vocali e interpretative. Molte delle sue interpretazioni sono entrate nella storia dell’opera, prima fra tutte la sua Lucia in Lucia di Lammermoor, ma anche Gilda in Rigoletto, Konstanze in Die Entführung aus dem Serrail, Amina ne La sonnambula, Elvira ne I Puritani, Linda in Linda di Chamounix, Amenaide in Tancredi, Violetta ne La traviata, e in anni più recenti Lucrezia Borgia, le regine della trilogia Tudor di Donizetti e Norma.
Nel 2016 le è stato conferito a Londra il premio “International Opera Awards 2016” come miglior cantante femminile.
Nel 1973 vince il concorso Toti Dal Monte e debutta nel ruolo di Lucia. Negli anni successivi si susseguono i debutti sui palcoscenici più prestigiosi: nel 1979 in Rigoletto al Metropolitan di New York, dove sarà a lungo ospite regolare, nel 1984 alla Wiener Staatsoper sempre come Gilda, nel 1987 all’Opéra National de Paris ne I puritani, nel 1988 alla Royal Opera House di Londra come Konstanze. Il suo esordio al Teatro alla Scala avviene nel 1987 ne I Capuleti e i Montecchi con la direzione di Riccardo Muti e da allora sul palco scaligero raccoglierà molti successi memorabili.
Fra le numerose produzioni indimenticabili di cui è stata protagonista, il Requiem di Mozart diretto da Claudio Abbado, Le nozze di Teti e Peleo al Rossini Opera Festival di Pesaro con Riccardo Chailly, Lucia di Lammermoor e La traviata al Maggio Musicale Fiorentino dirette da Zubin Mehta, Semiramide e Marin Faliero al Teatro La Fenice di Venezia, il debutto in Norma con Michele Mariotti al Teatro Comunale di Bologna nel 2013, lo strepitoso ritorno a New York in Roberto Devereux alla Carnegie Hall nel 2014.
Fra i suoi successi più recenti, Roberto Devereux al Teatro Regio di Parma e Norma a La Fenice di Venezia, trionfale addio alle scene per quanto riguarda le opere in forma scenica.
Enrico Dindo
Figlio d'arte, inizia a sei anni lo studio del violoncello. Si perfeziona con Antonio Janigro e nel 1997 conquista il Primo Premio al Concorso "ROSTROPOVICH" di Parigi. Da quel momento inizia un'attività da solista che lo porta ad esibirsi con orchestre prestigiose come la BBC Philharmonic, la Rotterdam Philharmonic, l'Orchestre Nationale de France, l'Orchestre du Capitole de Toulouse, la Filarmonica della Scala, la Filarmonica di San Pietroburgo, l'Orchestra Sinfonica di Stato di São Paulo, la NHK Symphony Orchestra di Tokyo, la Tokyo Symphony, la Toronto Symphony, la Gewandhausorchester e la Chicago Symphony, al fianco di importanti direttori tra i quali Riccardo Chailly, Aldo Ceccato, Gianandrea Noseda, Myung-Whun Chung, Daniele Gatti, Yutaka Sado, Paavo Jarvj, Valery Gergev, Yuri Temirkanov, Riccardo Muti e lo stesso Mstislav Rostropovich che scrisse di lui: "... è un violoncellista di straordinarie qualità, artista compiuto e musicista formato, possiede un suono eccezionale che fluisce come una splendida voce italiana". Nell'autunno 2013 Enrico Dindo si è esibito in una trionfale tournée con la Leipziger Gewandhaus Orchester, diretta da Riccardo Chailly con concerti a Lipsia, Parigi, Londra e Vienna. Tra gli autori che hanno creato musiche a lui dedicate, Giulio Castagnoli (Concerto per violoncello e doppia orchestra), Carlo Boccadoro (L'Astrolabio del mare, per violoncello e pianoforte e Asa Nisi Masa,per violoncello, 2 corni e archi), Carlo Galante (Luna in Acquario, per violoncello e 10 strumenti) eRoberto Molinelli (Twin Legends, per violoncello e archi, Crystalligence, per cello solo e Iconogramma, per cello e orchestra).Direttore stabile dell'Orchestra da camera "I Solisti di Pavia", ensemble da lui creato nel 2001, è docente della classe di violoncello presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, presso la Pavia CelloAcademy e ai corsi estivi dell'Accademia Tibor Varga di Sion.
Incide per Chandos con cui, nel 2012, ha pubblicato i concerti di Shostakovich con la Danish National Orchestra & Gianandrea Noseda, e per Decca con cui ha registrato l'integrale delle opere per violoncello e pianoforte di Beethoven, le 6 Suites di J.S. Bach oltre che, insieme ai Solisti di Pavia, i concerti per violoncello e archi di CPE Bach, 6 concerti di A. Vivaldi e, recentissimo, ENRICO DINDO & I SOLISTI DI PAVIA recording KAPUSTIN & PIAZZOLLA.
Enrico Dindo è Accademico di Santa Cecilia e suona un violoncello Pietro Giacomo Rogeri (ex Piatti) del 1717 affidatogli dalla Fondazione Pro Canale.
L’Orchestra
I Solisti di Pavia: orchestra da camera che si distingue con l’eccellenza delle esecuzioni nel panorama musicale nazionale e internazionale.
Era il 9 dicembre 2001 quando il grande violoncellista russo Mstislav Rostropovich accettava la Presidenza Onoraria della nascente Orchestra da Camera I Solisti di Pavia, nata dalla passione di Enrico Dindo e dall’impegno della Fondazione Banca del Monte di Lombardia.
Nel Giugno 2002 I Solisti hanno realizzato la loro prima tournée internazionale esibendosi in concerti a Mosca, San Pietroburgo, Vilnius, sono poi seguiti, nel 2004, due importanti appuntamenti a Beirut e ad Algeri e, nel 2006, una lunga tournée nei principali teatri del Sud America. Nel 2008 e 2009 hanno inaugurato il “Malta Festival” nella prestigiosa cornice di Palace Cluyard e nel novembre del 2011 hanno debuttato al Teatro alla Scala di Milano e al Teatro dell’Ermitage di San Pietroburgo.
Tra il 2012 e il 2014 I Solisti di Pavia, si sono esibiti per le più importanti stagioni concertistiche in varie città italiane quali Ravello, Varese, Torino, Pistoia, Forlì, Treviso, Ravenna, Sassari, Siena, Brescia, Verona oltre che a Losanna (CH) presso la Salle Paderewski, alla Basilica di Sant’ Eustorgio a Milano e al Teatro Fraschini di Pavia. Il 21 novembre 2014 I Solisti di Pavia hanno inoltre fatto il loro esordio alla prestigiosa Salle Gaveau di Parigi con grande riscontro di pubblico e critica e il 21 dicembre 2014 hanno celebrato il loro 13° compleanno con un concerto speciale, “Valentina! Un violoncello a fumetti”, che ha portato a coniugare l’arte fumettistica di Guido Crepax con le composizioni di Jorge Bosso.
Nel corso 2015 I Solisti di Pavia sono stati impegnati in un’importante tournée sudamericana, ove hanno tenuto concerti di successo a Santiago, Buenos Aires e Montevideo. Nel dicembre 2017 gli archi de I Solisti di Pavia hanno creato un dialogo unico ed affascinante con le percussioni di Simone Rubino, proponendo, al Teatro Fraschini di Pavia, tra l’altro, musiche di Sebastian Bach in versione cello e marimba e il concerto per vibrafono e archi di Emanuel Sejourné. Nel 2018 hanno avuto l’onore di tenere un concerto tra le opere pittoriche del Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Longobardi un popolo che cambia la storia”.
Continuativa è l’offerta che annualmente si proporne alla città di Pavia con repertori classici e cicli monografici di concerti con musiche di Bach, Mendelssohn, Händel, Corelli e musiche da camera di Beethoven e Brahms. Con oltre 14 anni di attività, I Solisti, grazie soprattutto al talento e all’entusiasmo del direttore Enrico Dindo, sono devenuti, oltre che una presenza importante per Pavia, una realtà consolidata nel panorama musicale sia italiano che estero.
L’Orchestra ha intrapreso anche l'attività discografica con l'etichetta Velut Luna con pagine di Tchaikovsky e Bartók; sono seguiti altri CD con musiche di Rota, Respighi, Martucci, Puccini, Shostakovich, Stravinskij, Françaix e opere di alcuni tra i più importanti compositori italiani del momento – Carlo Boccadoro, Carlo Galante e Roberto Molinelli – che hanno dedicato le loro opere espressamente al gruppo.
Insieme ad Enrico Dindo, I Solisti hanno inciso per DECCA 6 concerti per violoncello e archi di A. Vivaldi nel 2011, i 3 Concerti per violoncello e archi di C.P.E. Bach, nel 2013 il concerto per violoncello di N. Kapustin e le 4 stagioni di Astor Piazzolla e nel 2015 i due Concerti per violoncello e orchestra di F. J. Haydn.
Unica nel panorama nazionale, la “Fondazione I Solisti di Pavia" si pone come punto di riferimento per lo sviluppo della cultura musicale, attraverso innovative forme di organizzazione che consentono il raggiungimento di obiettivi di alto livello e posizionano l’orchestra fra le compagini più rappresentative della musica strumentale italiana nel mondo.
La "Fondazione I Solisti di Pavia" si propone anche come finalità quella di programmare, organizzare e gestire la produzione musicale e la stagione concertistica dell'ensemble I Solisti di Pavia, nonché le attività della "Pavia Cello Academy" - la prima Accademia del Violoncello sorta in Italia, il cui Direttore Artistico è il Maestro Enrico Dindo - organismo di promozione e formazione musicale di artisti e cultori del violoncello, che promuove, tra le altre cose, interventi di didattica musicale nelle scuole e varie attività formative per gli studenti.
Con le loro proposte eclettiche, I Solisti di Pavia diretti dal Maestro Enrico Dindo riescono a creare con il loro pubblico una sorta di rapporto "dialettico" proponendo, in alcuni casi, brani di autori giovani e contemporanei talvolta sconosciuti o quasi, ai quali I Solisti danno voce, facendo e promuovendo, di fatto, educazione musicale destinata in particolare modo ai più giovani.
Note musicali
a cura di Fabio Larovere
Una regina del palcoscenico. Al termine dell’aria di ingresso dell’ultima opera interpretata in scena, lo scorso maggio al Teatro La Fenice di Venezia, qualcuno dal pubblico gridò “Regina!” all’indirizzo di Mariella Devia. E lo fece a buon diritto: Mariella Devia è una regina del melodramma. Quell’opera era Norma di Vincenzo Bellini, la cui sublime “Casta diva” è anche nel programma del recital di questa sera. Ad accompagnarla, in una inedita veste, i Solisti di Pavia guidati come sempre da un musicista intelligente e versatile come Enrico Dindo. Compagine ormai affermata a livello internazionale, i Solisti recano lustro a Pavia e alla sua lunga tradizione musicale, unendo a una indiscutibile perizia tecnica, fantasia e libertà di interpretazione.
Capolavoro in bilico tra Neoclassicismo e Romanticismo, Norma nacque nel 1831 sul palco della Scala di Milano. La protagonista, sacerdotessa divisa tra il dovere e l’amore, entra in scena e canta una sublime preghiera alla luna dove chiede l’impossibile: che si tempri l’ardore delle passioni, che la pace si diffonda come la lattiginosa luce dell’astro notturno che, pieno, guarda la terra. Subito dopo, nella cabaletta “Ah bello a me ritorna”, la donna prende il sopravvento e Norma, nel fiorire del virtuosismo vocale, spera nel suo cuore di poter riabbracciare l’amato.
Virtuoso, ma pure brillante e spensierato, è anche il valzer che Charles Gounod scrive per la sua Juliette, che cogliamo nel momento della festa a casa Capuleti, nel primo atto di Roméo et Juliette, capolavoro ispirato alla tragedia shakespeariana, rappresentato per la prima volta a Parigi nel 1867. La ragazza non ha ancora incontrato Romeo e non pensa che a vivere nel suo sogno, a gustare l’ebbrezza della gioventù, senza preoccuparsi del matrimonio. Un raggio luminoso di gioia, prima dell’inesorabile consumarsi del dramma. È invece una preghiera ad Amore, che porga ristoro alla sua anima affranta, quella ricamata dalla Contessa nelle mozartiane Nozze di Figaro: sull’impasto timbrico scuro di archi e fiati, l’emozione si libra nella purezza del canto e la parola “lascia” sembra un sospiro. Il capolavoro tratto da La folle journée di Beaumarchais, applaudito a Vienna nel 1786, è il primo capitolo della superba trilogia che Mozart compone su libretto sapido e colto di Lorenzo Da Ponte.
La morte di Liù, il dolce e lirico soprano che si contrappone alla gelida Turandot, nell’omonima opera di Giacomo Puccini, è anche l’ultima pagina scritta dal compositore lucchese prima di morire. Per non svelare il nome del Principe ignoto, che Turandot vuole strapparle, Liù si rivolge alla rivale e, prima di uccidersi, le predice che anche lei sarà vittima dell’amore. Sulle note di “Tu che di gel sei cinta” si chiuse la prima dell’opera, incompiuta, alla Scala nel 1926.
La Prima Sinfonia di Beethoven venne scritta nell'arco di molti anni - dai primi schizzi all'esito finale non meno di cinque - e proposta in pubblico con il compositore ormai trentenne (tardi, rispetto ai suoi predecessori): ciò costituisce una testimonianza del peso crescente della sinfonia come "banco di prova" definitivo del valore di un autore e di quanto Beethoven tenesse ad un lavoro che oggi si è troppo facilmente portati a classificare come "giovanile".
Se è vero che il modello di Haydn - insegnante peraltro parecchio disattento del giovane Titano - è certamente il riferimento principale del lavoro, non mancano elementi di forte rottura con la tradizione. Caso emblematico è l'inizio - e non va dimenticato che sarà poi una tendenza del Beethoven maturo racchiudere nelle prime note il senso dell'intera composizione - un accordo di settima di dominante in una tonalità che non è quella principale, ma tratti personali emergono sia nell'esposizione dei temi principali che soprattutto nello sviluppo del primo movimento.
Tracce di Mozart emergono nel secondo movimento, il più "settecentesco" della sinfonia, mentre la vera rivoluzione si manifesta nel successivo Minuetto: della danza garbata e leziosa rimane solo il nome, il dinamismo del tema principale e la modulazione capricciosa ai toni lontani fanno di questa pagina uno "Scherzo" sotto mentite spoglie.
Il movimento finale è solitamente classificato come il più convenzionale scritto da Beethoven, un giudizio che si deve alla superficie di apparente leggerezza, che nasconde però una scrittura comunque personale e raffinata.
Sarebbe un errore, come troppo spesso di fa, valutare questa sinfonia alla luce delle successive, considerandola una prova non all'altezza dei maestri precedenti e del futuro Titano; si tratta in realtà di una sinfonia in sé perfettamente coerente, sintesi di grazia ed energia, che merita di essere apprezzata per ciò che ha da offrire, anziché per quello che le manca.