L’Ape musicale

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Badate... ella ci crede!

butterfly

Un nuovo allestimento anche per rappresentare la commovente e tragica storia di Cio Cio San che culmina

con la sua morte, decisa a morire come una orgogliosa figlia del Sol Levante. Madama Butterfly, una delle opere liriche più popolari del Maestro che conquista il pubblico di tutto il mondo per la poesia e la drammaticità che contraddistinguono la storia d’amore della sventurata geisha è in scena al Festival Puccini per 4 rappresentazioni (28 luglio/ 5-18-24 agosto) con l’interessante lettura di PierLuigiPizziche dello spettacolo firma regia, scene e costumi.

Protagonisti nel ruolo di Cio Cio San, il soprano Carolina Lopez Moreno, mentre Luciano Ganci torna al Festival Puccini per vestire i panni del tenente Pinkerton. Nel ruolo di Sharpless il baritono Bruno Taddia . Yamadori è William Corrò , Lo zio Bonzo il basso coreano SeungPilChoi. Sul podio un nuovo debutto al Festival Puccini , Francesco Cilluffo .

Pier Luigi Pizzi regia, scene e costumi

Inseguo un ideale poetico lasciandomi trasportare dalle emozioni che Puccini copiosamente ciregala

“Torno a Torre del Lago dopo la felice esperienza dello scorso anno con Tosca. Ora è la volta di Madama Butterfly. È con quest’opera che ho fatto il mio primo fortunato incontro con Puccini, agli inizi della mia attività di scenografo. La regia era di Franco Enriquez, che però non venne mai alle prove per un incauto accavallamento di impegni. Così m’improvvisai regista lasciandomi trasportare in modo naturale dalla musica, poeticamente, con estrema semplicità, al limite dell’astrazione, come avevo fatto per la scenografia…

Ho dovuto aspettare fino al 1969 per ritrovare Puccini, all’Arena di Verona, con Turandot, per la regia di Luigi Squarzina, in un momento di grande emozione.

Negli anni 70, al Lyric Opera di Chicago mi sono trovato ad affrontare tre capolavori pucciniani: La bohème e Manon Lescaut con Giorgio De Lullo regista e Tosca con Tito Gobbi. La bohème si rappresentò anche al Met, protagonisti Renata Scotto e Luciano Pavarotti.

Un accumulo straordinario di emozioni mi è passato attraverso la musica pucciniana.

Eppure la nuova esperienza di regista mi ha portato altrove, con l’opera barocca e il Teatro della Meraviglia, col Rossini serio e buffo, con Mozart, verso interessi musicali lontani dal verismo.

La riscoperta di Puccini è avvenuta più tardi. Nel 2004, come Direttore Artistico del Festival di Macerata, ho deciso di programmare allo Sferisterio, Turandot. È stata la mia prima regia pucciniana , vista come un percorso iniziatico alla scoperta dell’amore.

Per Madama Butterfly, prevista in stagioni successive. ho chiesto di curarne la regia a Gabriele Lavia , che dopo aver accettato all’ultimo si è ritirato dal progetto. Era tardi per trovare un nuovo regista, non avevo scelta, dovevo pensarci io.

È bastato rimettermi all’ascolto per ringraziare il caso, che mi offriva un’occasione così preziosa.

Ho molto amato ritrovare questo capolavoro e riscoprirne i tanti preziosi valori.

Sono certo che questa nuova occasione mi darà la possibilità di scavare anche più in profondità.

Seguendo un metodo che mi appartiene metto al centro dei miei progetti la musica, che mi impone di rinunciare ormai sistematicamente ad ogni genere di ornamento, guidandomi con rigore nel percorso drammaturgico.

Evito il lato folcloristico, asciugo al massimo le citazioni alla tradizione, cerco nei personaggi la maggior credibilità.

Inseguo un ideale poetico lasciandomi trasportare dalle emozioni che Puccini copiosamente ci regala. Non mi piace entrare troppo in dettaglio, anticipando idee registiche, che devono prima essere verificate in sede di prove.

Che tutto questo accada a Torre del Lago, mi conforta e mi rassicura, perché il clima di lavoro, già sperimentato, è di ottimo livello. Conosco solo qualcuno del cast, il che significa che il primo impegno, fin dal primo giorno, sarà quello di respirare insieme, per trovare quell’affiatamento e quella complicità, indispensabili ad un lavoro di squadra.

È, per ora, quello che mi sento di assicurare a questa nuova impresa nel nome


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