L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

Prime assolute e grandi ritorni

LA STAGIONE

OPERA, BALLETTO E CONCERTI

2024/2025

Il programma completo

Le locandine

Nella Stagione 2024/2025 il Teatro alla Scala consolida le linee culturali sviluppate negli ultimi anni e le proietta nel futuro, portando a realizzazione alcuni grandi progetti pazientemente preparati nel tempo. Coraggiosa è la scelta del titolo inaugurale, La forza del destino, una delle opere maggiori e più complesse di Verdi, che ha inaugurato la Stagione una sola volta nel 1965 e che prosegue l’itinerario con cui Riccardo Chailly ha riproposto prima le opere giovanili del compositore per poi giungere ai capolavori della maturità come Don Carlo. Coraggiosa è anche la grande impresa del Ring des Nibelungen, che torna al Piermarini con due titoli in Stagione diretti da Christian Thielemann, e pieno di coraggio e fiducia è lo slancio verso la musica d’oggi che porta il Teatro a presentare in prima assoluta due commissioni a due rappresentanti autorevolissimi del panorama italiano del nostro tempo: Francesco Filidei e Silvia Colasanti. A questa apertura al nuovo fa da contraltare la ricerca sull’opera tra Sei e Settecento, che quest’anno propone per la prima volta un titolo di Florian Leopold Gassmann, il maestro di Salieri. Coraggiosa infine la scelta di riportare a Milano Norma, l’opera che Bellini scrisse per la Scala e che dalla Scala manca dal 1977, quando oltre un terzo del pubblico odierno non era ancora nato.

I titoli d’opera sono quattordici, in linea con l’anno scorso, otto dei quali sono nuove produzioni cui si aggiunge una produzione del Covent Garden nuova per Milano, e otto quelli di balletto. La Stagione Sinfonica propone sette programmi per un totale di 21 serate, cui si aggiungono le dieci della Stagione della Filarmonica, tre Concerti Straordinari, sei Orchestre Ospiti, quattro recital pianistici, sette Recital di canto e i Concerti da camera della domenica mattina nel Ridotto, senza dimenticare le due opere per bambini e ragazzi e il palinsesto di concerti-spettacolo per famiglie e bambini pensato da Mario Acampa. Il repertorio spazia dalla Messe de minuit di Charpentier del 1694 alle novità di Filidei e Colasanti del 2025 e costante è il dialogo tra le diverse Stagioni, in un continuo rimando tra generi, epoche e autori.

Complessivamente la Scala rivolge al suo pubblico, da quello fedele degli Abbonati a tutte le categorie di spettatori a livello locale, nazionale e globale, una proposta artistica e culturale sempre più diversificata e tesa a raggiungere gli appassionati, le famiglie, i ragazzi, gli amanti del grande repertorio del melodramma e della danza ma anche del Barocco, del contemporaneo, dei concerti. Lo fa proseguendo nell’ampliamento delle occasioni di accesso, aggiungendo alle formule di abbonamento tradizionali e mini le offerte per gli Under30/35, il progetto “Un palco in famiglia”, l’attività della Promozione culturale per studenti e anziani e i programmi per le persone disabili.

Il contatto con il pubblico prosegue con decine di incontri e approfondimenti a ingresso libero nei Ridotti e al Museo, attraverso la Rivista del Teatro e sui social media in continuo sviluppo, oltre che in città grazie a iniziative come Prima Diffusa. Per finire con l’impatto vastissimo della trasmissione degli spettacoli, che alla storica collaborazione con la Rai aggiunge lo streaming sulla piattaforma LaScalaTv.

Un cammino di sviluppo reso possibile dal contributo dei lavoratori scaligeri, dalla collaborazione delle Istituzioni, dal sostegno dei Partner e dalla grande partecipazione del pubblico. A tutti va la gratitudine del Teatro.

L’OPERA

I quattordici titoli d’opera, cui nell’anno solare 2025 si sommano l’Inaugurazione della Stagione successiva, un’opera in forma di concerto presentata nel cartellone delle Orchestre Ospiti e le due opere riservate ai bambini e ai ragazzi, vedono prevalere il repertorio italiano, ma con una forte apertura internazionale. Tra le opere italiane tre sono i titoli di Verdi e uno per ciascuno ne hanno Giacomo Puccini, Vincenzo Bellini, Gioachino Rossini e Gaetano Donizetti, cui si aggiungono le novità di Francesco Filidei e Silvia Colasanti. Il repertorio europeo è rappresentato da due giornate del ‘Ring’ wagneriano e un titolo ciascuno per Pëtr Il’ič Čajkovskij e Florian Leopold Gassmann. A Kurt Weill Riccardo Chailly dedica una serata a trittico, mentre di Mozart si ascolteranno un titolo in palcoscenico e uno in forma di concerto.

L’inaugurazione e il repertorio italiano

Riccardo Chailly inaugura la Stagione 2024/2025 con una nuova produzione de La forza del destino, il suo nono titolo verdiano alla Scala, con la regia di Leo Muscato e, ancora una volta, una distribuzione di straordinario prestigio. Opera drammaturgicamente complessa, nata nel 1862 a San Pietroburgo e approdata in versione definitiva alla Scala nel 1869 con la creazione della celebre Sinfonia, La forza del destino manca dalla stagione del centenario verdiano del 2001, quando fu portata alla Scala dai complessi del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, ma Orchestra e Coro scaligeri non la eseguono dal 1999. Sarà verdiano anche il secondo appuntamento della Stagione: Falstaff diretto da Daniele Gatti in una ripresa del leggendario allestimento “padano” di Giorgio Strehler, mentre Norma di Bellini torna, attesissima, sotto la bacchetta di Fabio Luisi. Le riprese includono anche Tosca di Puccini nell’allestimento di Davide Livermore con il ritorno sul podio di Michele Gamba, La Cenerentola di Rossini della versione di Ponnelle diretta da Gianluca Capuano per il Progetto Accademia, e Rigoletto con Marco Armiliato e la regia di Mario Martone. Frutto di una coproduzione internazionale è l’allestimento della donizettiana Fille du régiment di Laurent Pelly, diretta da Evelino Pidò. Grande attesa infine per Il nome della rosa, prima assoluta di Francesco Filidei diretta da Ingo Metzmacher in uno spettacolo di Damiano Michieletto.

Il viaggio della Tetralogia

La Tetralogia torna a vivere alla Scala con un direttore di riferimento come Christian Thielemann e la regia di David McVicar, a dieci anni dall’edizione diretta da Daniel Barenboim con la regia di Guy Cassiers, continuando la tradizione wagneriana stabilita al Piermarini da Arturo Toscanini e proseguita da nomi come Victor de Sabata, Wilhelm Furtwängler, Clemens Krauss, Herbert von Karajan, André Cluytens, Wolfgang Sawallisch, Riccardo Muti e infine Daniel Barenboim. Dopo Das Rheingold presentato nell’autunno del 2024, il 2025 vede in scena Die Walküre e Siegfried,mentre per il 2026 sono previste le esecuzioni di Götterdämmerung e di due cicli completi.

Il ritorno di Norma

L’impegno a restituire all’affetto degli spettatori alcuni titoli leggendari che fanno parte della storia della Scala ma per la loro difficoltà o per l’arduo confronto con interpretazioni storiche sono rimasti per decenni ai margini della programmazione, prosegue, dopo il successo di Médée di Cherubini nel 2024 e aspettando Semiramide, con Norma di Vincenzo Bellini - diretta da Fabio Luisi con la regia di Olivier Py e Marina Rebeka protagonista. Proprio alla Scala l’opera fu battezzata nel 1831 con Giuditta Pasta, Giulia Grisi e Domenico Donzelli nelle parti principali.

La Scala barocca

Negli ultimi anni il Teatro alla Scala ha intrapreso per la prima volta un percorso sistematico alla riscoperta delle radici italiane del melodramma. Dopo le proposte veneziane (con La Calisto di Cavalli e L’Orontea di Cesti) e napoletane (con Li zite ‘ngalera di Vinci), nel 2025 presenta l’incontro tra due tra i maggiori poeti italiani, Pietro Metastasio e Ranieri de’ Calzabigi, con il céco di casa a Venezia Florian Leopold Gassman, compositore di corte di Giuseppe II e maestro di Salieri. La sua Opera seria, presentata a Vienna nel 1769 e qui diretta da Christophe Rousset in una nuova produzione di Laurent Pelly, è un’irresistibile satira dell’ambiente teatrale che ben raffigura la koinè in cui si sviluppano le istanze della riforma gluckiana di cui proprio Calzabigi sarà protagonista.

Una prima assoluta anzi due

Con la prima assoluta de Il nome della rosa, l’opera tratta dal romanzo di Umberto Eco commissionata a Francesco Filidei dalla Scala insieme all’Opéra di Parigi e portata sulla scena da Damiano Michieletto, il Piermarini torna al centro del panorama internazionale della musica d’oggi. Il nome della rosa, diretto da Ingo Metzmacher, è la terza opera del compositore dopo Giordano Bruno e L’inondation. Affidandosi ai testi di Eco che descrivono il romanzo come un’“opera buffa” Filidei sviluppa il suo discorso musicale come una struttura portante di tipo sinfonico su cui si innesta una successione di arie e recitativi, quasi forme chiuse, il cui materiale è derivato principalmente dalla variazione di melodie gregoriane. In corrispondenza delle rappresentazioni scaligere anche Milano Musica dedicherà a Filidei un’edizione monografica. Ma la Stagione 2024/2025 vede nascere un altro titolo in prima assoluta, Anna A. di Silvia Colasanti su libretto di Paolo Nori sulla poetessa Anna Achmatova. Per la prima volta infatti il Teatro alla Scala ha commissionato una nuova opera esplicitamente pensata per un pubblico di adolescenti.

Il repertorio europeo

Alla rinnovata attenzione per il repertorio italiano nella sua interezza, dal barocco alle partiture fresche d’inchiostro, corrisponde una serie di importanti nuove produzioni dedicate al repertorio europeo. Il Ring, naturalmente, ma anche un nuovo Evgenij Onegin di Čajkovskij con Mario Martone e Margherita Palli che tornano insieme al repertorio russo dopo il trionfale allestimento di Chovanščina di Musorgskij del 2019, questa volta con il giovane Timur Zangiev sul podio. Difficile definire la nazionalità dell’Opera seria, composta su libretto italianissimo di Ranieri de’ Calzabigi dal compositore céco di casa a Venezia e poi a Vienna Florian Leopold Gassmann e portata in scena da Laurent Pelly con la direzione di Christophe Rousset. D’altra parte gli italiani sentono propria anche la trilogia dapontiana del salisburghese Mozart: a fine stagione la Scala produce un nuovo allestimento di Così fan tutte che segna il debutto sul podio di Alexander Soddy e il ritorno di Robert Carsen. Dopo i primi anni unicamente consacrati al repertorio di casa, Riccardo Chailly torna a dimostrarsi direttore dal repertorio amplissimo e multiforme e riprende il dittico di pagine di Kurt Weill formato da Die sieben Todsünden e Mahagonny Songspiel e presentato in tempo di pandemia arricchendolo di una nuova produzione di Happy End, sempre firmata da Irina Brook.

Il progetto Accademia

Come ogni anno la realizzazione di un titolo della Stagione scaligera è affidato agli allievi dell’Accademia, guidati da un maestro di grande esperienza. Nel 2025 i solisti del Corso di perfezionamento per cantanti lirici e i giovani musicisti dell’Orchestra dell’Accademia riportano in scena sotto la guida musicale di Gianluca Capuano la leggendaria Cenerentola, forse il più efficace tra gli storici spettacoli rossiniani con cui Jean-Pierre Ponnelle diede il via alla Rossini-renaissance insieme a Claudio Abbado. La regia è ripresa da Federica Stefani.

BALLETTO

La crescita del Corpo di Ballo sotto la guida del Direttore Manuel Legris ha portato la produzione coreutica al centro dell’attività artistica del teatro, alla pari con la stagione d’opera. Nuovo pubblico, nuovi nomi che gli appassionati hanno imparato ad amare e cercare nelle locandine, a partire dalla prima ballerina étoile Nicoletta Manni; la presenza regolare di grandi coreografi ma anche di nuovi protagonisti del mondo della danza disegnano una linea artistica fortemente radicata nel balletto classico ma arricchita di decisive aperture al futuro, grazie anche all’eccezionale livello e alla versatilità che ha raggiunto la Compagnia.

La nuova Stagione porta a frutto il valore delle recenti produzioni e consolida i grandi sforzi che hanno permesso nel 2023 di riportare in scena titoli del repertorio assenti da tempo e di potersi fregiare di nuove creazioni appositamente realizzate per la Compagnia scaligera. Percorso che procede anche nel 2025, con una prima assoluta e cinque debutti scaligeri; nuovi ingressi in repertorio, sia sul versante classico che su quello più contemporaneo per una Stagione che conta otto programmi e un totale di tredici titoli, essendo alcune serate impostate a trittico, oltre allo spettacolo della Scuola di Ballo.

Il 2025 si apre con la ripresa più attesa nel periodo natalizio: Lo schiaccianoci nella coreografia di Rudolf Nureyev con lo storico allestimento di Nicholas Georgiadis, un classico che incanta la Scala dal 1969. Sempre di Nureyev torna in scena Il lago dei cigni nel mese di luglio, che giunse alla Scala per la prima volta nel 1990 con lo stesso coreografo nel ruolo ambiguo e speculare di Wolfgang/Rothbart. È invece un debutto per la Scala Paquita, nuova produzione in omaggio a Pierre Lacotte; scomparso nel 2023, considerato uno “specialista” nella ricostruzione di balletti del repertorio romantico, diede nuova vita a questo balletto all’Opéra di Parigi nel 2001 e che ora per la prima volta permette alla Compagnia scaligera di avere una Paquita in repertorio, non avendo mai presentato il balletto nella sua interezza e per l’occasione con un nuovo allestimento di Luisa Spinatelli. Sul fronte contemporaneo, a febbraio/marzo la Compagnia è impegnata nella prima assoluta di Carmen nuova creazione di Patrick de Bana sulle musiche di Rodion Ščedrin con la partecipazione dell'étoile Roberto Bolle, incastonata in un trittico che vede la ripresa del gioiello coreografico di Angelin Preljocaj Annonciation (presentato alla Scala nel 2002 come unica compagnia italiana ad averlo in repertorio) e Solitude Sometimes di Philippe Kratz, creato lo scorso anno per i ballerini scaligeri su musiche di Thom Yorke e Radiohead. Aprile vedrà gli artisti della Compagnia immergersi nello stile di uno dei coreografi più originali del nostro tempo, Edward Clug, con il debutto scaligero di Peer Gynt. Dall’omonimo dramma in versi di Henrik Ibsen e con le musiche di Edvard Grieg, fu creato per il Balletto di Maribor di cui Clug è stato danzatore, poi coreografo e dal 2003 direttore artistico, conquistando fama internazionale per il suo linguaggio originale e la sua ispirazione artistica. Peer Gynt è un balletto in due atti, narrativo ma onirico, per un viaggio fisico e interiore con un evocativo impianto teatrale, un lavoro potente e avvincente, che coinvolgerà Corpo di Ballo, Orchestra e Coro dell’Accademia. A due grandi del Novecento saranno dedicati i mesi autunnali: settembre e ottobre nel nome di John Neumeier con il trittico Aspects of Nijinsky, che vedrà per la prima volta alla Scala la sua originale lettura di tre capolavori Le Pavillon d’Armide, Petruška e L’après-midi d’un faune, simboli del fermento creativo dei Ballets Russes e dell’astro più splendente di questa rivoluzionaria avanguardia; in novembre la Serata William Forsythe – The Blake Works, che nel 2023 proprio alla Scala e con un inedito per la compagnia ha portato a coronamento un progetto settennale di esplorazione nel tessuto musicale di James Blake.

A questa programmazione si aggiunge anche per il 2025 il Gala Fracci, che giungerà alla sua quarta edizione; ad ogni Stagione questo evento permette di rendere omaggio alla danza nel nome della grande étoile e di convogliare sempre più in questa serata, accanto a pietre miliari del repertorio, uno sguardo al nuovo e alla creatività contemporanea. Lo stesso spirito anima anche lo spettacolo della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, tradizionale appuntamento scaligero dei giovani allievi.

Per dare il giusto risalto alle importanti musiche dei balletti della Stagione è imprescindibile la collaborazione con i direttori d’orchestra: anche questa Stagione ci permette di proseguire il rapporto di collaborazione e fiducia instaurato con diverse bacchette ˗ tornano Valery Ovsyanikov, Paul Connelly, Vello Pähn, Simon Hewett ˗, ma anche di inaugurare una nuova collaborazione, con Victorien Vanoosten, cheprima volta salirà sul podio per il balletto scaligero.

CONCERTI

Ricchissimo il panorama dei concerti, che è uno dei tratti distintivi delle stagioni scaligere. Se la Stagione Sinfonica, aperta da Simone Young, schiera direttori e direttrici come Riccardo Chailly (impegnato nella prima esecuzione italiana del finale della Nona di Bruckner ricostruito da John Phillips), Daniele Gatti (con la Decima di Mahler ricostruita da Deryck Cooke), Susanna Mälkki (con Eine Alpensinfonie di Strauss), Tugan Sokhiev (che dirige la Missa solemnis di Beethoven) e Lorenzo Viotti (con la Sesta di Mahler), i Concerti Straordinari includono la Petite Messe solennelle con i complessi scaligeri diretti da Daniele Gatti, la versione in forma di concerto dell’opera della giovinezza milanese di Mozart Mitridate re di Pontocon Les Talens Lyriques e Christophe Rousset e Les Indes Galantes con la Cappella Mediterranea diretta da Leonardo Garcìa Alarcón.

Le Orchestre ospiti offrono sei appuntamenti nella prossima Stagione. All’ispirazione religiosa delle Cantate di Bach dirette da Sir John Eliot Gardiner e della Johannes-Passion che segna il debutto di Raphaël Pichon con la sua Orchestra Pygmalion fanno da contraltare la Jupiter di Mozart e Il nuovo mondo di Dvořák con i Wiener Philharmoniker diretti da Riccardo Muti. Due illustri Maestri si presentano con le Orchestre di cui hanno da poco assunto la direzione: Sir Antonio Pappano con la London Symphony Orchestra e Daniele Gatti con la Staatskapelle Dresden, mentre l’Accademia di Santa Cecilia esegue Mozart e Brahms guidata da Kirill Petrenko. Sono cinque gli appuntamenti con i Recital di Canto: già a novembre Ludovic Tézierè accompagnato al pianoforte da Julius Drake; si ascoltano poi Joyce DiDonato, accompagnata da Craig Terry, Matthias Goerne con Maria João Pires partner straordinaria, Asmik Grigorian con Hyung-Ki Joo e Erwin Schrott insieme al pianista Alessandro Amoretti. Infine, il ciclo dei Grandi pianisti alla Scala ospita nel 2025 Nikolay Lugansky, Mitsuko Uchida, Igor Levit e Jan Lisiecki.

LA SCALA PER I RAGAZZI

L’offerta del Teatro alla Scala per bambini, ragazzi e famiglie si è sviluppata in questi anni nel senso di una maggiore differenziazione dell’offerta, per generi e per età. Opere per bambini e ragazzi sia di repertorio sia appositamente commissionate, concerti, spettacoli per i più piccoli, concerti-conferenze per i più grandi formano un palinsesto ragionato per intercettare esigenze, curiosità, interessi e passioni di una fascia di pubblico composita e diversificata. Nel repertorio operistico si privilegiano titoli composti appositamente per il pubblico più giovane, come Il piccolo spazzacamino di Benjamin Britten nella regia di Lorenza Cantini cui si affianca nel 2025 la commissione a Silvia Colasanti dell’opera per adolescenti Anna A., su libretto di Paolo Nori, dedicata alla figura di Anna Achmatova. Anche per i concerti, l’autore e regista Mario Acampa ha pensato diverse formule a seconda delle fasce d’età. I più piccoli potranno assistere alla quarta stagione della “serie” teatrale Le avventure di Lalla & Skali, mentre per gli adolescenti c’è il ciclo di appuntamenti per Lavoratori e Studenti trasformati in lezioni-concerto condotte dallo stesso Acampa.

Intesa Sanpaolo Sponsor Principale della Stagione del Teatro alla Scala

Il Teatro alla Scala ringrazia per il sostegno all’attività i Fondatori di Diritto:
Stato Italiano, Regione Lombardia, Comune di Milano;


i Fondatori Pubblici Permanenti:

Città metropolitana di Milano, Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi;

i Fondatori Permanenti: Fondazione Cariplo, Pirelli, Eni, Fininvest, Generali, Enel, Fondazione Banca

del Monte di Lombardia, Mapei, Banco BPM, Telefónica, Tod’s, Allianz, Esselunga, Edison;

i Fondatori Sostenitori: SEA, Intesa Sanpaolo, a2a, BMW, EssilorLuxottica e Giorgio Armani


e i Fondatori Emeriti: Milano per la Scala, Assolombarda.


RAI E SCALA ANCORA INSIEME

Grandi spettacoli e il 7 dicembre “La forza del destino” trasmesso in diretta da Rai Cultura su Rai1

Come ormai da tradizione la Rai torna a trasmettere in diretta l’Inaugurazione della Stagione del Teatro alla Scala di Milano. Sarà “La forza del destino” di Giuseppe Verdi, diretta da Riccardo Chailly con la regia di Leo Muscato, a entrare nelle case degli italiani, ripresa da Rai Cultura e trasmessa in diretta su Rai1.

Grande cura sarà riservata alla ripresa audio e video dello spettacolo, con telecamere in alta definizione, microcamere posizionate sulla scena e microfoni che serviranno anche per la trasmissione stereofonica su Rai Radio3 e con audio HD 5.1 in TV. Come di consueto, poi, altre telecamere saranno posizionate nel foyer della Scala per raccontare ciò che accade attorno all’evento culturale più atteso della Stagione. Le riprese Rai della “Forza del destino” saranno anche trasmesse in diretta su canali televisivi internazionali e in molte sale cinematografiche sparse su tutto il territorio nazionale e internazionale. Sarà anche prodotto un DVD dello spettacolo, distribuito in tutto il mondo.

Il grande teatro musicale prodotto dalla Scala continuerà a essere ripreso da Rai Cultura e trasmesso su Rai 5 anche durante il corso della Stagione con “Evgenij Onegin” di Čajkovskij, “Così fan tutte” di Mozart e il balletto “Peer Gynt”. In continuità con quanto realizzato in passato poi, Rai 5 programmerà ancora, nel suo tradizionale spazio dedicato all’opera, spettacoli recenti o storici allestiti dal Teatro milanese.


LO SGUARDO NASCOSTO

La danza dietro il sipario

Museo Teatrale alla Scala

febbraio - settembre 2025

Mostra fotografica di Gérard Uféras

A cura di Paola Calvetti e Livia Corbò

Allestimento a cura di Margherita Palli

La danza, arte del non detto, non ha bisogno di parole. Per raccontare storie emozionanti basta a sé, con un linguaggio unico e senza tempo porta sulla scena la perfezione, ma anche l’insondabilità.

Per la prima volta incontriamo gli artisti del corpo di ballo della Scala in una mostra che li racconta in modo inedito, con fotografie che indagano il senso dell’attesa, della complicità celata in un pas de deux, nella relazione con un maestro o un coreografo. Sono immagini che parlano anche di gesti semplici, di silenzi, di relazioni e sentimenti, evocano un senso di intimità dalla quale il pubblico solitamente è lontano.

In un gioco di associazioni e rimandi, nella mostra “Lo sguardo nascosto”, il senso del tempo diventa il filo conduttore: il tempo dell'arte, della creazione, ma anche il tempo dell’attesa prima di entrare in scena o l’emozione di un bacio rubato dietro il sipario. Senza pianificare altro che la scienza delle emozioni e dell’ironia, in un mimetismo cauto, rispettoso, del quale gli artisti sono complici involontari, Gérard Uféras indaga l’esperienza umana attraverso la vita quotidiana della compagnia di balletto scaligera e accompagna il visitatore nelle stanze “segrete” della sala prove, del palcoscenico prima dello spettacolo, dietro le quinte del teatro.

Ci fa vedere quello che il pubblico non vede.

Silenzioso testimone, Uféras ha avuto accesso libero alle lezioni, alle prove e agli spettacoli, attento a cogliere quella speciale umanità dei ballerini in una mostra che vuole essere un mémoire, un reportage, quasi un romanzo dal vero. Guardando oltre il visibile, con sguardo clandestino, incrocia le storie dei danzatori in disinvolto equilibrio tra ironia e tenerezza, senza regole, senza etichetta, senza dress code, con la verità che si nasconde dietro l’immagine di un mondo ideale, quello del balletto, fatto di perfezione estetica. L’obiettivo del fotografo ne infrange la regola, indugiando sui dettagli curiosi di una coreografia della vita, che si lascia sorprendere dall’imprevisto in uno spazio scenico di corpi perfetti e di colori e di vita vissuta come su un perenne palcoscenico


PUCCINI: Opera meets new media.

Museo Teatrale alla Scala

24 ottobre 2024 -10 gennaio 2025

Curatore: Gabriele Dotto

Co-curatrici: Christy Thomas Adams, Ellen Lockhart

Allestimento al Museo Teatrale alla Scala: Valentina Dellavia

Mostra promossa da: Teatro alla Scala

Mostra Prodotta da Archivio Storico Ricordi / Bertelsmann

Mostra realizzata da Museo Teatrale alla Scala

Partner Comitato Nazionale per le Celebrazioni Pucciniane

In occasione del centesimo anniversario della morte di Giacomo Puccini, il prossimo 24 Ottobre, il Teatro alla Scala ospita nei locali del Museo Teatrale alla Scala, la mostra “ PUCCINI.Opera meets new media a cura di Gabriele Dotto che debutta a Berlino nella sede di Bertelsmann , il prossimo 18 Aprile.

Questa mostra che conferma e rafforza la collaborazione storica del Teatro alla Scala e Archivio Storico Ricordi, già da molto tempo in corso per le mostre al Museo - il quale occupa fin dalla sua nascita i locali della sede originale della Ricordi - propone, attraverso l’esame della carriera internazionale di Giacomo Puccini, una riflessione sulle influenze che ebbero all’inizio del XX secolo, i nuovi media e le innovazioni tecnologiche sul teatro musicale. In realtà fu un passaggio epocale, una vera rivoluzione per la fruizione della musica che fino a quel momento poteva essere fruita unicamente dal vivo.

Poco dopo l'inizio del ventesimo secolo, infatti, due rivoluzioni tecnologiche, le registrazioni sonore e l’immagine in movimento, che precedentemente erano considerate solo "curiose novità" (negli stessi anni in cui iniziava la carriera di Puccini), improvvisamente si ampliarono per imporsi come vere e proprie industrie dell’intrattenimento, la discografia e il cinema, rischiando di diventare una minaccia commerciale per i modelli di business tradizionali degli editori musicali come Ricordi, i cui introiti per diritti e royalties dipendevano principalmente dalle esecuzioni dal vivo nei teatri. Il modo in cui gli editori musicali avrebbero reagito e si sarebbero adattati a queste innovazioni, in quegli anni iniziali, fu un fattore determinante e cruciale per il loro successo commerciale. Le sfide che gli editori affrontarono in quel fin-de-siècle erano straordinariamente simili alle questioni legate alle nuove tecnologie che i produttori musicali affronteranno all'inizio del XX e XXI secolo, offrendo una prospettiva affascinante per il nostro tempo.

Bertelsmann e Archivio Storico Ricordi portano a Milano la mostra inedita su Puccini

La mostra multimediale Opera Meets New Media– Puccini, Ricordi and the Rise of the Modern Entertainment Industry, presentata in anteprima dal 18 aprile al 16 maggio presso la sede Bertelsmann a Berlino dove ha attratto 10.000 visitatori, approderà al Museo Teatrale alla Scala di Milano il 24 ottobre e sarà visitabile fino al 10 gennaio 2025

In esposizione documenti dell'Archivio Storico Ricordi, tra cui gli abbozzi inediti per il duetto finale di Turandot che Puccini aveva con sé a Bruxelles prima di morire, e un’animazione che utilizza l’Intelligenza artificiale per ricreare le scenografie dell’opera incompiuta secondo le intenzioni originarie del compositore

La mostra racconta l’impatto dirompente che i nuovi media dell’epoca – musica registrata e film – ebbero sull’industria dell’intrattenimento, sulla cultura e sulla società

Da oltre un secolo le opere di Giacomo Puccini (1858-1924) sono tra le più rappresentate al mondo. Il compositorefesteggiò i suoi più grandi successi con La bohème, Tosca, Madama Butterfly e Turandot in un momento di enorme innovazione tecnologica: lo sviluppo dei nuovi media dell’intrattenimento – l’avvento e la diffusione dei dischi in vinile e del cinema – portò a una rivoluzione nella società e nella cultura musicale all'inizio del XX secolo, sfidando radicalmente il tradizionale modello di business dei teatri musicali. In occasione del centenario della morte di Giacomo Puccini, lo scorso 18 aprile Bertelsmann e Archivio Storico Ricordi, con il sostegno dell'Ambasciata d'Italia a Berlino, hanno presentato in anteprima Opera Meets New Media – Puccini, Ricordi and the Rise of the Modern Entertainment Industry, una mostra multimediale sul compositore e sull'interazione tra l'opera e i media dell'epoca.

La mostra, che è stata aperta al pubblico fino al 16 maggio nella sede Bertelsmann di Berlino e ha ispirato oltre 10.000 visitatori, arriverà in Italia il prossimo autunno con il titolo Puccini - Opera Meets New Media e sarà allestita presso il Museo Teatrale alla Scala di Milano, con il contributo del Comitato promotore delle Celebrazioni Pucciniane, dal 24 ottobre al 10 gennaio 2025.

La mostra, curata dal direttore scientifico dell’Archivio Storico Ricordi, Gabriele Dotto, e dalle musicologhe Christy Thomas Adams e Ellen Lockhart, racconta la storia della straordinaria simbiosi tra attività commerciale e creazione artistica già praticata da Puccini e dal suo editore Ricordi nel secolo scorso. Essa ripercorre la rapida ascesa delle registrazioni sonore e dei film come concorrenti dei teatri d'opera e dell’attività tradizionale degli editori musicali. Altri temi spiegano le nuove, moderne ed efficienti strategie di marketing sviluppate da Casa Ricordi per commercializzare il proprio repertorio operistico, il “branding” del compositore di maggior successo della casa editrice e della sua attività in espansione a livello globale.

Grazie al vasto patrimonio dell'Archivio Storico Ricordi, che ripercorre l’intera attività compositiva di Puccini attraverso una ricca documentazione della genesi delle sue opere - lettere, documenti commerciali, registri compositivi, pubblicazioni e molte altre testimonianze contemporanee - i materiali esposti e le installazioni descrivono le sfide dei nuovi media dell’epoca sul diritto d'autore e sullo sfruttamento dei diritti di esecuzione. Tra i documenti inediti, gli abbozzi per il duetto finale di Turandot, che il Maestro aveva portato con sé a Bruxelles, dove era andato nella speranza di trovare una cura per la sua malattia. Lontani dall’offrire una chiara traccia completa di quanto avesse in mente per il finale dell’opera, rappresentano tuttavia un commovente scorcio nelle ultime espressioni del processo compositivo di Puccini.

Per Gabriele Dotto la sezione più sorprendente della mostra riguarda proprio l'arte compositiva di Puccini, con la selezione dei suoi schizzi musicali per il finale incompiuto di Turandot: “Non sono mai stati mostrati in pubblico prima, il che di per sé li rende piuttosto speciali. E sono accattivanti su più livelli: gli studiosi di musica saranno incuriositi dal loro aspetto di complessità insondabile; i compositori sorrideranno riconoscendo l'apparente caos di questa sorta di ‘appunti privati’; ma tutti i visitatori saranno toccati da uno sguardo a queste ultime testimonianze del processo compositivo di un grande compositore”.

A partire dall’immagine manifesto della mostra, un modello digitale in 3D dell'artista iraniano Hadi Karimi che raffigura un ritratto realistico del compositore all'età di 42 anni, si intuisce quanto Puccini -Opera Meets New Media giochi con le possibilità offerte dalle nuove tecnologie. Una delle sezioni più coinvolgenti consente di ammirare alcune scenografie della Turandot, l’ultima opera (incompiuta) di Puccini, ricreate con l’Intelligenza artificiale. Il designer e direttore artistico Sascha Geddert, conosciuto per il suo lavoro in film come The Batman e serie tv quali Babylon Berlin, ha riportato in vito il palcoscenico della Turandot grazie a due AI avanzate, utilizzando come fonti cinque bozzetti originali digitalizzati precedentemente dall'Archivio Storico Ricordi. Le scenografie, arricchite con dettagli realistici, trame e colori, rispecchiano le intenzioni originarie del compositore. Le immagini tridimensionali in movimento, visibili su un grande schermo, conferiscono alle scene un'atmosfera vibrante e permettono alle cinque opere d'arte di prendere vita sotto una nuova luce.

Karin Schlautmann, vicepresidente esecutivo delle comunicazioni aziendali di Bertelsmann, afferma: “L’utilizzo innovativo delle tecnologie più recenti fa sì che la visione artistica di Puccini sia, per la prima volta, presentata in un modo che va ben oltre i confini statici dei disegni su carta e riflette l’attualità del suo lavoro. Questo trasferimento al presente è lo scopo della nostra mostra”.

Pierluigi Ledda, direttore dell’Archivio Storico Ricordi, aggiunge: “Lo sviluppo delle scenografie di Turandot attraverso l'AI è un esempio molto forte di riattivazione dell'Archivio attraverso una tecnologia attuale, non un mero esercizio tecnico, ma la volontà di avvicinare una prospettiva artistica contemporanea al nostro patrimonio e in qualche modo incoraggiarne il dialogo. Per noi l'Archivio non è solo un deposito di importanti reliquie del passato, è materia viva in grado di evidenziare costanti storiche, nel mondo della musica e più in generale della creatività. E applicazioni come quelle di Turandot ci aiutano a immaginare ciò che gli archivi potranno dire a noi contemporanei oggi e in futuro”.

Dominique Meyer, sovrintendente e direttore artistico del Teatro alla Scala di Milano, dichiara: "Per il Teatro alla Scala il centenario pucciniano è la continuazione di un percorso intrapreso nel corso degli anni con la proposta delle opere del compositore in nuove produzioni dirette da Riccardo Chailly. Nel corso del 2024 la mostra ospitata dal Museo Teatrale in collaborazione con l’Archivio Storico Ricordi e Bertelsmann si inserisce in un calendario che include nuovi allestimenti della Rondine, che mancava dal 1994, con Riccardo Chailly e la regia di Irina Brook, e di Turandot con Michele Gamba e la regia di Davide Livermore. Chailly dirigerà inoltre un concerto straordinario con Anna Netrebko e Jonas Kaufmann. Per il Museo lo sguardo sul rapporto tra il compositore e i mezzi di comunicazione è una nuova opportunità per guardare alle figure più rappresentative del mondo musicale da una prospettiva originale, come già avvenuto nel caso della mostra su Maria Callas”.

Ricordi

L’Archivio Storico Ricordi è la memoria storica dell’editore musicale Ricordi, fondato nel 1808 e acquistato nel 1994 dalla multinazionale tedesca Bertelsmann che da allora ne garantisce la conservazione e lo sviluppo culturale. Il suo prestigio risiede nella varietà̀ dei documenti conservati, che offrono una visione completa della cultura, dell’industria e della società̀ italiana. Definito da Luciano Berio “una cattedrale della musica”, è comunemente considerato il più importante archivio musicale privato al mondo. Ospitato presso il Palazzo di Brera a Milano, l’Archivio raccoglie le partiture dei grandi operisti italiani, ma anche lettere, bozzetti, figurini, libretti, foto d’epoca, manifesti Art Nouveau.

Bertelsmann

Bertelsmann è una società media, di servizi e di formazione che opera in circa 50 paesi in tutto il mondo. Ne fanno parte l’emittente televisiva RTL, la casa editrice commerciale Penguin Random House, la casa discografica BMG, il provider di servizi Arvato, il Bertelsmann Marketing Services, il Bertelsmann Education Group e Bertelsmann Investments, una rete internazionale di fondi. L'azienda conta oltre 80mila dipendenti e un fatturato di 20,2 miliardi di euro nel 2023. Bertelsmann si distingue per la sua creatività e imprenditorialità, una combinazione che favorisce contenuti multimediali di qualità eccelsa e soluzioni di servizi innovativi che ispirano clienti in tutto il mondo. Bertelsmann aspira a raggiungere la neutralità climatica entro il 2030.


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