L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

LO SGUARDO NASCOSTO

La danza dietro il sipario

Museo Teatrale alla Scala

febbraio - settembre 2025

Mostra fotografica di Gérard Uféras

A cura di Paola Calvetti e Livia Corbò

Allestimento a cura di Margherita Palli

La danza, arte del non detto, non ha bisogno di parole. Per raccontare storie emozionanti basta a sé, con un linguaggio unico e senza tempo porta sulla scena la perfezione, ma anche l’insondabilità.

Per la prima volta incontriamo gli artisti del corpo di ballo della Scala in una mostra che li racconta in modo inedito, con fotografie che indagano il senso dell’attesa, della complicità celata in un pas de deux, nella relazione con un maestro o un coreografo. Sono immagini che parlano anche di gesti semplici, di silenzi, di relazioni e sentimenti, evocano un senso di intimità dalla quale il pubblico solitamente è lontano.

In un gioco di associazioni e rimandi, nella mostra “Lo sguardo nascosto”, il senso del tempo diventa il filo conduttore: il tempo dell'arte, della creazione, ma anche il tempo dell’attesa prima di entrare in scena o l’emozione di un bacio rubato dietro il sipario. Senza pianificare altro che la scienza delle emozioni e dell’ironia, in un mimetismo cauto, rispettoso, del quale gli artisti sono complici involontari, Gérard Uféras indaga l’esperienza umana attraverso la vita quotidiana della compagnia di balletto scaligera e accompagna il visitatore nelle stanze “segrete” della sala prove, del palcoscenico prima dello spettacolo, dietro le quinte del teatro.

Ci fa vedere quello che il pubblico non vede.

Silenzioso testimone, Uféras ha avuto accesso libero alle lezioni, alle prove e agli spettacoli, attento a cogliere quella speciale umanità dei ballerini in una mostra che vuole essere un mémoire, un reportage, quasi un romanzo dal vero. Guardando oltre il visibile, con sguardo clandestino, incrocia le storie dei danzatori in disinvolto equilibrio tra ironia e tenerezza, senza regole, senza etichetta, senza dress code, con la verità che si nasconde dietro l’immagine di un mondo ideale, quello del balletto, fatto di perfezione estetica. L’obiettivo del fotografo ne infrange la regola, indugiando sui dettagli curiosi di una coreografia della vita, che si lascia sorprendere dall’imprevisto in uno spazio scenico di corpi perfetti e di colori e di vita vissuta come su un perenne palcoscenico


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