L’Ape musicale

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STAGIONE DA CAMERA 2024-2025
È dedicata a Bach l’ inaugurazione della Stagione da Camera dell’Accademia, in cartellone il 30 ottobre , e per questa occasione saliranno sul palco della Sala Sinopoli degli specialisti della prassi esecutiva barocca: i musicisti della Freiburger Barockorchester , ensemble fondato nel 1987 che torna a Santa Cecilia dopo quindici anni. In programma i sei Concerti Brandeburghesi BWV 1046-1051 del 1721, ognuno scritto per una destinazione strumentale differente, che devono il loro nome al dedicatario, Cristiano Ludovico margravio di Brandeburgo.
Il 13 novembre spazio ai Fiati di Santa Cecilia che, insieme al pianista Emilio Aversano, eseguiranno musiche di Beethoven, Mozart (Quintetto K 452), Ibert, Berio (Quintetto opus number zoo) e una suite tratta da Porgy and Bess di Gershwin. Il 22 novembre , in occasione della festa di Santa Cecilia, patrona della musica, sarà La Lira d’Orfeo , l’ensemble barocco italiano che si dedica alla riscoperta di nuovi repertori e raccoglie i migliori interpreti su strumenti antichi della nuova generazione, a esibirsi con cantanti del calibro di Mirco Palazzi, Karina Gauvin e il controtenore Raffaele Pe, fondatore dell’orchestra nel 2015. In programma, l’opera Rodelinda di Georg Friedrich Händel eseguita per la prima volta a Londra nel 1725.
Il 3 dicembre sarà la volta di due musicisti dalla forza artistica e creativa unica e prodigiosa, un duo fuori dal comune composto dal pianista e cantante statunitense Michael Feinstein , nominato due volte agli Emmy e cinque ai Grammy, partner artistico di Liza Minnelli e considerato tra i principali interpreti degli standards americani, e dal pianista francese Jean-Yves Thibaudet , ospite abituale dei concerti di Santa Cecilia. Il programma del concerto comprende composizioni di Gershwin credute perdute e sconosciute, alcune delle quali concepite originariamente per due pianoforti, accanto a brani molto amati come la Rapsodia in blu ecomposizioni di Cole Porter, affascinanti valzer di Richard Rodgers, oltre a incursioni nel Ragtime e nello Stride in cui ciascun artista metterà in mostra la propria creatività e virtuosismo.
Il 4 dicembre , per annunciare e festeggiare il Natale, tornano i King’s Singers con una selezione di canti natalizi e nuove sorprese tratte dal loro vasto repertorio. Fondati nel 1968, i King’s Singers si esibiscono in più di 120 concerti all’anno raccogliendo grande apprezzamento grazie alla loro eccelsa qualità musicale e alla loro grande capacità di intrattenimento: esibizioni di gran classe con un delizioso sense of humor tutto britannico. Tra i concerti più attesi della stagione rientra certamente quello in cartellone il 9 dicembre in Sala Sinopoli che vedrà protagoniste due assolute star, da molti decenni partner artistici oltre che amici nella vita: Martha Argerich e il violoncellista Mischa Maisky . Insiemeeseguiranno la Sonata op. 102 n. 2 di Beethoven, la Sonata “Arpeggione” di Schubert e la Sonata op. 36 del norvegese Eduard Grieg. Il 18 dicembre , 14 anni dopo la sua ultima presenza a Santa Cecilia, il mezzosoprano Anna Caterina Antonacci , accompagnata dal pianista statunitense Donald Sulzen, eseguirà una selezione di chansons di Ravel, Poulenc, Hahn e le cinque liriche Deità silvane di Respighi.
Il concerto del 15 gennaio 2025 , primo appuntamento cameristico del nuovo anno, vedrà sul palcoscenico della Sala Sinopoli il Quartetto Indaco , fondato nel 2007 alla Scuola di Musica di Fiesole grazie all'impulso di Piero Farulli e Andrea Nannoni. Oggi è considerato tra i più interessanti quartetti d’archi italiani della sua generazione e lo scorso anno ha vinto il prestigioso Osaka International Chamber Music Competition. Nell’occasione si unirà a loro il pianista Michele Campanella , artista dal temperamento versatile che allarga i suoi orizzonti anche alla direzione d’orchestra e alla saggistica. In programma il Quartetto per archi op. 67 di Brahms e il Quintetto per pianoforte e archi di Giuseppe Martucci (1856-1909). Il 22 gennaio è in cartellone il primo concerto dell’Artista residente, lo statunitense Joshua Bell che, accompagnato dal pianista israeliano Shai Wosner eseguirà la Sonata op. 13 di Fauré, la Fantasia D 934 di Schubert e la temuta Sonata “Il trillo del diavolo”. Dopo tredici anni di assenza (ma il debutto risale al 1992), il 29 gennaio torna anche il Quartetto Hagen , tra i più celebrati del mondo, arricchito nell’occasione dalla presenza di Julia Hagen, giovane violoncellista figlia di Clemens Hagen, storico componente del gruppo oltre che della Lucerne Festival Orchestra. In programma il Quintetto per archi D. 956 di Franz Schubert il Quartetto op. 49 di Schumann.
Il 5 febbraio in Sala Santa Cecilia recital da non perdere di Daniil Trifonov, il pianista russo nato a Nizhny Novgorod nel 1991 e di cui Martha Argerich ha affermato «Ha tutto e di più... la tenerezza e anche l'elemento demoniaco. Non ho mai sentito niente del genere». In programma musiche di Čajkovskij, Barber e una selezione di Valzer di Chopin.
Dopo il grandissimo successo ottenuto la scorso febbraio nella stagione sinfonica, fa il suo ritorno il violinista tedesco nato a Cecina Augustin Hadelich che il 12 febbraio , accompagnato dal pianista svizzero-italiano nato a Locarno nel 1983 Francesco Piemontesi , suonerà musiche di Debussy, Rameau, Poulenc, i Tre pezzi per violinoe pianoforte di Kurtág, la Sonata per pianoforte in lamaggiore di Franck e in apertura Récit du chant de l’hymne précédent del compositore e organista francese Nicolas de Grigny (1672-1703). Il 26 febbraio , appuntamento con Yefim Bronfman , ammirato dallo scrittore americano Philip Roth che nel suo romanzo La macchia umana lo ha definito «Bronfman il brontosauro! Mister Fortissimo» e, ricordando un suo concerto, ha scritto «Non avevo mai visto nessuno gettarsi su un pianoforte come quel robusto barilotto con la barba di tre giorni. Quando avrà finito, penso, dovranno buttarlo via». A Santa Cecilia eseguirà la Sonata K 332 di Mozart, il secondo libro di Images di Debussy e la GrandSonata op. 37 di Čajkovskij.
Il 5 marzo il palcoscenico sarà tutto per il Coro dell’Accademia di Santa Cecilia ,diretto da Andrea Secchi , che eseguirà la prima assoluta del brano di Matteo d’Amico Les nuages commissionato dall’Accademia di Santa Cecilia, e di Fauré il Requiem e Cantique de Jean Racine mentre pochi giorni dopo, il 10 marzo , si esibirà il pianista Grigory Sokolov che renderà noto il programma soltanto qualche settimana prima del suo concerto. Il 17 marzo ci aspetta il secondo appuntamento di Joshua Bell , stavolta accompagnato dai Solisti dell’Accademia di Santa Cecilia , con i quali eseguirà il Quintetto per clarinetto op. 115 di Brahms con il primo clarinetto Alessandro Carbonare e l’Ottetto di Mendelssohn. Il 26 marzo è in programma un concerto crossover che a musiche di Schumann, Bach e Prokof’ev affianca brani brasiliani come O silêncio das estrelas - riletto e trasfigurato dalla lettura a due voci dei protagonisti della serata -, oppure la malinconica canzone Shir Lelo Shem e i brani originali del contrabbassista Misha Mullov-AbbadoBlue Deer e Brazil che aprono il concerto e provengono da alcuni lavori discografici dell’artista figlio di Claudio Abbado, insieme al quale si esibirà la madre, Viktoria Mullova , tra le più apprezzate violiniste della sua generazione, che torna a Santa Cecilia dopo quindici anni.
Il 7 aprile sarà Igor Levit a esibirsi per il pubblico della Sala Sinopoli con la Fantasia cromatica e fuga BWV 903 di Bach registrata anche nel suo cd Sony “Fantasia” del 2023, le 4Ballate op. 10 di Brahms composte tra il 1854 e il ‘56 e ispirate alla ballata scozzese Edward di Johann Gottfried Herder e, in chiusura, la Sinfonia n. 7 di Beethoven nella trascrizione di Franz Liszt del 1837 che rivela tutta l’ammirazione che il compositore e pianista ungherese nutriva per il genio di Bonn.
Il 7 maggio la stagione da camera si chiuderà con il duo formato dal pianista Enrico Pace e dal greco Leonidas Kavakos , tra i più apprezzati violinisti di oggi, che eseguiranno brani di Bach, Šostakovič (Sonata op. 134) e in chiusura la celebre Sonata “a Kreutzer” di Beethoven, scritta probabilmente dopo che il compositore aveva ascoltato il violinista mulatto George Bridgetower e il cui autografo reca una singolare intestazione in italiano: "Sonata mulattica Composta per il Mulatto Brischdauer gran pazzo e compositore mulattico".


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