Muti prova Nabucco, Bernstein legge Platone
RAI5 Un magistrale retroscena del "Nabucco" di Giuseppe Verdi, un percorso formativo che guida il pubblico al cuore dell’opera italiana. E’ “Muti prova Nabucco”, in onda giovedì 7 novembre alle 21.15 su Rai 5. Il programma attraversa in otto puntate i quattro atti dell’opera, concentrandosi sui suoi momenti chiave, attraverso lo sguardo e l’esperienza di uno dei più grandi direttori d’orchestra del mondo, Riccardo Muti.
RADIO3 e RAIPLAY Dopo i successi con grandi orchestre americane come la New York e la Los Angeles Philharmonic o la Pittsburg e la Chicago Symphony, e quelli con prestigiose compagini europee come l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia o quella di Santa Cecilia, debutta con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai la violinista Karen Gomyo, protagonista del concerto in onda giovedì 7 novembre alle 20.30 in diretta su Radio 3 e in live streaming su RaiPlay dall’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino.
Nata a Tokyo, Gomyo ha iniziato la sua carriera musicale a Montréal e a New York, studiando con la leggendaria pedagoga Dorothy DeLay alla Julliard School. Apprezzata sia in ambito cameristico sia come solista, Gomyo possiede una rara capacità di connettersi profondamente con il pubblico, qualunque repertorio scelga di interpretare. Molto attenta nei confronti della musica contemporanea e particolarmente apprezzata anche come interprete dei tanghi di Astor Piazzolla, con l’Orchestra Rai propone la Serenade per violino, orchestra d’archi, arpa e percussioni dal Symposium di Platone di Leonard Bernstein, eseguita per la prima volta il 12 settembre 1954 alla Biennale di Venezia.
Sul podio torna Constantinos Carydis ‒ già protagonista ai BBbc Proms, con l’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam, con quella quella della Bayerische Rundfunk e con la Filarmonica della Scala ‒ che in apertura di serata propone l’Adagio per orchestra d’archi del compositore greco Perikilis Koukos. Classe 1960, Koukos è allievo di Jannēs A. Papaiōannou, ma ha sviluppato uno stile proprio, alla ricerca di un equilibrio tra la tonalità e le ricerche più avanguardistiche. L’Adagio per archi è estrapolato dalla sua cantata I Persiani, tratta da Eschilo e composta nel 1993 con uno stile altamente espressivo ed eloquente.
Il programma del concerto comprende anche Hymn: Largo cantabile S 84/1 di Charles Ives: un brano breve, pensato nel 1904 per quartetto ma poi destinato a un’orchestra d’archi, costruito basandosi su due inni presbiteriani, che il compositore conosceva bene avendo servito come organista diverse congregazioni religiose.
Chiude la serata la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 97 di Robert Schumann, scritta nel corso di un solo mese nel 1850 e ribattezzata “Renana”, in omaggio all’amata Renania, dove si era trasferito con la famiglia due anni prima.