From Bad, too bad
di Giuseppe Guggino
Gioachino Rossini
La gazza ladra
María José Moreno, Kenneth Tarver, Lorenzo Regazzo, Bruno Praticò
direttore Alberto Zedda
Bad Wildbad, Kurhaus, 1-4 luglio 2009
3CD Naxos/SWR 8.660369-71, 2015
Il legame tra il maestro Zedda e la sua prediletta Gazza risale alla preparazione dell’edizione critica nel 1979 che segnò anche l’avvio del prestigioso festival in quel di Pesaro, nonché alla prima - e unica - incisione in studio per la Fonit Cetra (infinitamente preferibile a quella che qui si recensisce); legame testimoniato anche da quelle dieci paginette dedicate all’opera nel recente volumetto critico-autobiografico dell’eminente “rossinologo” (edito da Ricordi), che non si faticano a riconosce tra le più riuscite e illuminanti di tutta la pubblicazione. Proprio in virtù di questo legame stupisce non poco l’imbattersi in una variazione agogica all’avvio del crescendo della sinfonia, tanto repentina quanto ingiustificata dalla partitura (il maestro non la praticava nel ‘79), che prelude a una scelta di tempi lungo lo sviluppo dell’opera altalenanti schizofrenicamente tra il letargico e il precipitoso, probabilmente per assecondare un cast e dei complessi (i Virtuosi Brunensis e il Classica Chamber Choir di Brno) che certo non si segnalano né per virtuosismo né per smalto.
María José Moreno è un soprano ben educato, rende giustizia di tutte le notine scritte per Ninetta, ma quanto ad ampiezza di mezzi e allure di primadonna citofonare altrove. Semplicemente catastrofico è Kenneth Tarver, la cui voce si strozza non appena gravita sul registro acuto, evenienza non poco sconveniente se ci si trova a dover cantare Giannetto. Nel comparto maschile si mette meglio in luce il Fabrizio Vingradito di Giulio Mastrototaro rispetto a Bruno Praticò e Lorenzo Regazzo impegnati a disegnare rispettivamente un padre di Ninetta e un Podestà d’altri tempi, nel senso di quei tempi della vocalità rossinana per voci gravi ante-Ramey. Il comparto comprimariale è adeguato ai solisti del cast e si compone della Lucia di Luisa Islam-Ali-Zade (beneficiata dell’aria precedente il finale secondo), del Pippo di Mariana Rewerski, di Stefan Cifolelli come Isacco e di Pablo Cameselle, Maurizio Lo Piccolo e Damian Whiteley rispettivamente carceriere, servo e pretore.
L’interesse per il riversamento in cd delle recite dal vivo non è neanche rinfocolato dalla scelta del testo di riferimento, eletto nella lezione originaria milanese del 1817 (ossia il medesimo di tutte le altre edizioni live o in studio esistenti), rinunciando all’occasione di far ascoltare la sostituzione delle frasi del Podestà nel finale secondo con frasi variate dallo stesso Rossini per la primadonna (intervento chirurgico ma che modifica il finale in un canonico rondò); così come si rinuncia a proporre la veemente aria alternativa “Oh colpo impensato!” riscritta per Filippo Galli (che pure aveva creato “Accusata di furto” nella prima assoluta milanese), oppure la cavatina sostitutiva del brindisi di Pippo, adattata dal Demetrio e Polibio in occasione del cimento nel ruolo di Rosmunda Pisaroni (ne esiste testimonianza discografica dovuta alla Horne) in alcune recite al Fondo di Napoli con la Colbran come Ninetta. In relazione a quelle recite, si sarebbe potuto fare ancora l’esperimento fantasioso di optare per la versione baritenorile del ruolo di Fernando, giacché in quell’occasione la parte era sostenuta da Nozzari (con cavatina “Barbara sorte!” - tutt’altro che brutta - aggiunta a danno del suo duetto con la figlia), con David nel ruolo di Giannetto. In assenza di alcuna curiosità musicologica, alla luce della recente ristampa dell’edizione Pesaro-Sony in digipack a prezzo popolarissimo, le ragioni di questo cofanetto Naxos rischiano di risultare troppo sfuggenti.