Rimembranze antiche
di Andrea R. G. Pedrotti
Richter, Yun, Schnittke, Brotons
Through the lens of Time
Francisco Fullana, violino
David Fung, pianoforte
City of Birmingham Symphony Orchestra
Carlos Izcaray, direttore
CD Orchid Classics ORC 100080, 2018
Il titolo del CD edito dalla Orchid Classic è di per sé specchio dell'idea alla base del programma. Through the lens of time (Attraverso le lenti del tempo), è una serie di di ricomposizioni (non propriamente orchestrazioni) di idee provenienti dal barocco che ritornano nella contemporaneità.
Ricomposizioni dichiarate, per quanto riguarda tutte le Quattro stagioni di Vivaldi, a firma di Max Richter. Le citazioni dall'originale vivaldiano sono palesi, per esempio, nel primo movimento della Primavera, così come nel terzo dell'Estate. L'orchestrazione ricorda per ampie parti quella di Vivaldi, ma le sonorità e lo stile mancano della maniera settecentesca, riportandoci a un'attualità che non dimentica il passato. Quella di Richter è una contemporaneità che abbandona, tuttavia, un Novecento da considerarsi secolo trascorso, al pari di Settecento e Ottocento, in un brano che risale al 2012. Quello che non si riscontra, ed è un pregio, è una soverchiante matrice stilistica ascrivibile ad anni precisi; quello che ritroviamo è un'alchimia di epoche e di stili assai piacevoli all'ascolto.
Le Quattro stagioni di Richter sono intercalate da altri brani, questa volta originali, di compositori nati nel Novecento e ispirati a uno stile del passato. Interessante il Königliches Thema (Tema reale) per violino solo di Isang Yun, ma ancor più quello che è forse il brano più affascinante e meglio costruito dell'intero CD, ossia la Suite in vecchio stile per violino e pianoforte di Alfred Schnittke. All'ascolto, infatti, si è continuamente presi dal dubbio se si tratti effettivamente di un brano antico o del ventesimo secolo.
Discorso leggermente diverso per le Variacions sombre un tema barroc per violino solo composte da Salvador Brotons nel 2000 (qui alla prima registrazione assoluta), che si accostano certamente con più decisione a un gusto barocco, sebbene traspaia con chiarezza l'epoca di composizione, che arricchisce il gusto di una modernità meno evidente rispetto ai brani di Richter.
Bene i solisti, a partire dal giovane violinista Francisco Fullana, solista in tutti i brani incisi, per la sua capacità di interpretare questo dialogo fra antico e moderno e palesando buona tecnica, specialmente nel fraseggio e nella varietà dei colori. Molto bene anche il pianista David Fung, impegnato solo nel pezzo di Schnittke, ma che resta impresso per la sua prestazione al termine dell'ascolto complessivo.
Per le parti orchestrali ci si è avvalsi della preziosa collaborazione della City of Birmingham Symphony Orchestra, diretta con precisione del m° Carlos Izcaray.