Il nuovo corso di Natalie
di Gustavo Gabriel Otero
Natalie Dessay, sempre alla ricerca di nuovi stimoli teatrali e musicali dopo aver lasciato le scene liriche ed essersi dedicata interamente all'attività concertistica, propone in un breve tour latinoamericano un programma dedicato alla musica per il cinema del connazionale premio Oscar Michel Legrand.
RIO DE JANEIRO, 18 settembre 2015 - Da qualche tempo, il grande soprano francesa Natalie Dessay tenta di dare una svolta alla sua carriera. Secondo quanto ha dichiarato più volte, si è stancata di avere un'agenda piena per cinque anni, crede di aver dato tutto quel che poteva dare nel campo della lirica e non ama ripetersi, cercando dunque nuovo corso tanto teatrale quanto musicale.
Dalla fine del 2013 [Les contes d'Hoffmann a San Francisco: leggi la recensione] non abbiamo avuto performance della diva in opere complete. Il suo calendario attuale è popolato di recital lirici e di arie da camera. Ma anche, talvolta, di felici incursioni nella musica più popolare e per il cinema.
È appunto il caso dello spettacolo Entre elle et lui, già presentato i Europa e messo sul mercato discografico, che unisce una figura mitica della canzone francese e della musica cinematografica come Michel Legrand con la voce e la presenza scenica di Natalie Dessay.
In esclusiva per l'America Latina, lo spettacolo è andato in scena il 14 settembre a Lima (Perù) e in due occasioni (18 e 19 settembre) nel nuovo auditorium chiamato Cidade das Artes di Rio de Janeiro.
Il complesso è architettonicamente un po' freddo, ma di dimensioni monumentali, la sala accogliente e si respira modernità a ogni passo.
Il programma è composto da diverse composizioni di Michel Legrand, autore di famose colonne sonore che sono parte della storia del cinema e che raccontano una grande carriera di più di sessanta anni.
Si sono alternate sequenze musicali con un trio formato dallo stesso Legrand al piano, Pierre Boussaguet al contrabbasso e François Laizeau alla batteria, con momenti cantati dalla Dessay, alcuni brani interpretati dallo stesso Legrand e due duetti.
Así pasaron Chanson de Delphine, Nous sommes des soeurs jumelles e Chanson de Delphine à lancien (dal film Les Damoiselles de Rochefort), Le cinéma, La Chanson, Papa can you hear me (da Yentl), Cake d’amour e Conseils de la fée lilas (da Peau d'Âne), La valse des lilas, Les moulins de mon coeur (deThe Thomas Crown Affair), L’âme soeur à l’hameçon, What are you doing the rest of your life? (da The happy Ending), Le rouge et le noir, con manifici assolo i batterista e contrabbassista, La chanson de Louba, The summer knows (da Summer of ’42) e Paris Violon, per chiudere con il duetto tra Guy e Geneviève (dal film Les Parapluies de Cherbourg), un momento elettrizzante.
Michel Legrand è stato un pianista sicuro, perfetto, sia come solista sia come accompagnatore. È stato anche simpatico e sufficientemente intonato, per una persona che ha passato gli ottant'anni, quando si è trovato a cantare. Di gran qualità tanto Pierre Boussaguet al contrabbasso quanto François Laizeau alla batteria, con qualche merito in più per quest'ultimo.
Ma evidentemente per gli amanti della lirica e del canto l'attenzione era centrata su Natalie Dessay, e non è andata delusa. Così come è ha saputo brillare sulle scene liriche e oggi brilla nei suoi concerti tanto nel repertorio cameristico quanto nei recital, il soprano francese adatta la sua arte al canto non impostato per la musica leggera e da cinema. Utilizza il microfono e mai si riscontrano i classici squilibri dei cantanti d'opera che si approcciano ad altri generi, snaturancoli. Tutto viene naturalmente nella sua voce e conquista con la sua perfetta dizione, con la sua compenetrazione della parola, la sua linea di canto e le sue finezze interpretative, siano filati, pianissimo o un fraseggio squisito. Una vera lezione di canto leggero per i cantanti d'opera che non possono o non sanno adattarsi ad altri generi.
Di fronte agli applausi del pubblico gli artisti hanno offerto come bis Mon dernier concert, con testo di Claude Nougaro e musica di Michel Legrand.