I maestri del barocco
di Giuliana dal Piaz
Affascinante viaggio musicale nell'Europa barocca diretto dalla violinista italiana Elisa Citterio con la Tafelmusik Baroque Orchestra di Toronto
Leggi l'intervista a Elisa Citterio
TORONTO, 8 novembre 2015 - Freschezza, vivacità e perfino un tocco di mediterranea malizia sono state portate dalla violinista italiana Elisa Citterio alla compassata perfezione della Tafelmusik Baroque Orchestra di Toronto.
Il programma del concerto Baroque Masters, presentato dal 5 all'8 novembre presso il Trinity-St. Paul's Centre, è stato concepito dalla stessa Citterio come un sintetico panorama dell'atmosfera musicale che regnava in Europa tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento: un'epoca in cui alcuni dei maggiori compositori appartenenti alle tre principali "scuole" musicali, quella italiana, quella francese e quella tedesca, erano in costante comunicazione e interagivano tra loro "senza barriere", un'espressione ripetutamente usata dalla violinista parlando del concerto.
Quindici i componenti della Tafelmusik che hanno preso parte al concerto, diretti dal violino di Elisa Citterio: due oboe, un fagotto, sei violini, due viole, due violoncelli, contrabbasso e clavicembalo.
Particolarmente interessante il Concerto Grosso in Fa maggiore, op. 6, n. 2 di Arcangelo Corelli, che la stessa Citterio ha adattato per fiati ed archi, con i fiati a fornire l'attacco degli spunti musicali, a cui rispondono le corde, con il violino conduttore che provoca gli altri violini a replicare, sostenuti dai violoncelli.
Solo archi, in cambio, nel Concerto per violino in La minore BWV 1041 di Bach, che ci ha rimandato un'immagine poco consueta del grande compositore per organo, che si rivela qui spiritoso ed ironico nell'Allegro iniziale, insinuante e perfino romantico nell'Andante, mentre l'Allegro Assai è quasi una tarantella.
L'andamento solenne ma festoso del Florilegium secundum: Fasciculus IV Splendidae Nuptiae" di Georg Muffat (tedesco di nascita ma musicalmente formatosi con Lully a Parigi e poi con Corelli a Roma) trasporta all'atmosfera di un corteo nuziale, ricco di danze.
Di nuovo solo archi nel Concerto grosso in Mi-bemolle Maggiore "Il pianto di Arianna" di Pietro Antonio Locatelli, quasi una cantata in cui il violino di Elisa è davvero una "voce" piena di pathos che piange la delusione e l'abbandono.
Nel Concerto per 2 oboe e 2 violini in Re Maggiore, RV 564a di Vivaldi un terzo fiato, il fagotto, ha fatto eco agli oboe, mentre i violini di Elisa Citterio e del bravo Cristopher Verrette hanno dialogato con grande vivacità e virtuosismo.
Il programma si è chiuso con la Suite in Re Minore Fa WV K:d4 dell'innovativo Johann Friedrich Fasch, Maestro di Cappella alla Corte di Anhalt a Zerbst: una grandiosa composizione di Corte, in cui i fiati svolgono un ruolo determinante e il violino guida brillantemente l'ensemble. La lunghezza della Suite ha fatto sì che il Minuetto finale, tagliato, venisse proposto in qualità di Bis a conclusione del concerto.
Sabato 7 novembre, Elisa Citterio - che suona una copia di un G. P. Maggini costruita espressamente per lei dal liutaio genovese Federico Lowemberger - ha anche tenuto una masterclass di musica barocca.