L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Canto antico

 di Giuliana Dal Piaz

 

A Toronto suggestivo appuntamento con la tradizione musicale del Mezzogiorno italiano, che dal repertorio a cavallo fra XVI e XVII giunge, a ritroso, ad abbracciare anche radici molto più antiche.

TORONTO, 14 novembre 2015 - Il Toronto Consort, un complesso che da più di quarant'anni ricerca ed esegue musica antica (Medio Evo, Rinascimento e primo Barocco), ha presentato il concerto The Soul of Naples (13-14 novembre) con Vesuvius Ensemble, un trio che a sua volta si propone di conservare e diffondere l'antica musica napoletana e meridionale, creato a Toronto nel 2012 dal tenore italiano Francesco Pellegrino con l'oboista e chitarrista Marco Cera e il liutista di origine italiana Lucas Harris.
Ospite dell'Ensemble in quest'occasione anche Gianluca Campanino (studioso di liuto arabo), che ha suonato il colascione, straordinario strumento usato nella musica napoletana del Seicento con funzione di basso.
Dei diciotto brani inclusi nel programma - villanelle, tarantelle, cantate e una tammurriata -, una parte risale con certezza alla produzione del XVI secolo (autori Giovanni Leonardo dell'Arpa, Filippo Azzaiolo, Ludovico Agostini, Fabrizio Dentice, Diego Ortiz, il fiammingo "italianizzato" Orlando di Lasso, Giacomo Gorzanis e Leonardo Primavera), ad eccezione della Tarantella di Athanasius Kircher e del brano di polifonia sacra Tristis est anima mea di Carlo Gesualdo (XVII secolo). Gli altri pezzi, di anonimo e tramandati per tradizione orale, sono più antichi e difficili da collocare cronologicamente, anche se in genere rispondono alla tradizione rinascimentale della musica napoletana, sia popolare che di Corte. Uno di essi, l'Invocazione alla Madonna dell'Arco, è un canto devozionale popolare che - come altri dello stesso tipo - risuona tuttora in Campania durante i pellegrinaggi ai Santuari della Madonna, una chiara eredità del culto alla dea-madre-terra Demetra molto diffuso nella regione ai tempi della Magna Grecia.

Si è trattato di una novità per il pubblico del Trinity-St. Paul's Centre, che ne ha apprezzato, da un lato, la grande qualità musicale e la carica vitalistica; dall'altro, l'uso di strumenti poco noti o desueti come la chitarra barocca, il colascione o la ghironda. Abbandonato il suo ruolo di tenore al Teatro alla Scala, Francesco Pellegrino ha fatto risuonare una voce potente nei ritmi napoletani mentre la sua straripante personalità ha dominato il palcoscenico, messa in risalto dalle belle e raffinate voci dei cantanti di Toronto Consort (hanno pronunciato perfettamente i versi dialettali o latini i tenori David Fallis e Paul Jenkins, il basso John Pepper, i due soprani, Katherine Hill e Michele DeBoer, e il mezzosoprano Laura Pudwell). Bravissimo e molto apprezzato Gianluca Campanino, al colascione e alla chitarra battente. Decisamente deludente, invece, la presenza sonora di Romina Di Gasbarro, definita solo "voce ospite" di Vesuvius Ensemble.  

Giuliana Dal Piaz

 


 

 

 
 
 

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