L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

I giovani talenti dell’Accademia

di Michele Olivieri

A conclusione dell’anno formativo il direttore Frédéric Olivieri ha proposto con meritato successo lo spettacolo istituzionale sul palcoscenico della Scala che ha accolto come ogni anno i giovani talenti della sua Accademia con protagonisti gli allievi della Scuola di Ballo e dell’Orchestra.

MILANO, 18 maggio 2024 – La Scuola di Ballo della Scala, antica e celebrata istituzione che da tempo gode del privilegio di fornire i migliori ballerini e ballerine ai maggiori teatri europei e alle compagnie internazionali di tutto il mondo è tornata come di consuetudine sul palcoscenico del Piermarini per celebrare la chiusura dell’anno accademico. In un sala gremita in ogni ordine di posto la visione della giovinezza ha ravvivato e l’arte appresa dai maestri e dai coreografi ha nobilitato la disciplina, vivo segno dell’insegnamento scaligero, della sua innovazione e della sua elevazione. La Scuola di ballo fu fondata nel 1813 da Benedetto Ricci come Accademia del Teatro alla Scala. Dopo la sconfitta di Napoleone, il nome della scuola fu cambiato in Regia imperiale Accademia di ballo del teatro alla Scala. A causa della prima guerra mondiale, la scuola fu chiusa nel 1917; in seguito fu riaperta nel 1921 a fianco dell’Ente Autonomo promosso da Arturo Toscanini. Nel 2001 la Scuola di Ballo è divenuta Dipartimento di Danza dell’Accademia Teatro alla Scala nella Scuola d’Arti e Mestieri dello Spettacolo del Teatro alla Scala diretta da Luisa Vinci.

Dopo il tutto esaurito di poche settimane or sono al Piccolo Teatro Strehler di Milano, lo spettacolo è approdato alla Scala per una serata esclusiva con l’aggiunta di una coreografia di sorprendente bellezza per mettere ancor di più in evidenza i diversi livelli raggiunti. L’evento è un appuntamento importante per la cultura della danza che alimenta attesa e attenzione. Quest’anno gli allievi dal primo all’ottavo corso che hanno sfilato al Piermarini erano centocinquanta e per alcuni di loro il raggiungimento del diploma nella disciplina classica e in quella contemporanea sarà il raggiungimento del mondo professionale e un biglietto da visita importare per introdursi nel circuito internazionale. La qualità dei brani scelti ha racchiuso l’innovazione e al contempo la tradizione. A dirigere i giovani talenti dell’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala David Coleman.

In apertura la scenografica Presentazione ideata da Frédéric Olivieri sulla vorticosa partitura di Carl Czerny (Etudes, 1848, nell’orchestrazione di Knudåge Riisager). Biglietto da visita della sua direzione e il miglior modo per mostrare il livello formativo raggiunto nei vari corsi.Per alcuni dei più piccoli danzatori si è trattato di un emozionante battesimo sulla prestigiosa ribalta del Piermarini.

La serata ha poi presentato quattro coreografie entrate nel repertorio della Scuola. Il neoclassicismo firmato da George Balanchine, l’architettura di Demis Volpi, la contemporaneità di William Forsythe e la poesia di Mario Pistoni.

Il primo brano (non presente al Saggio del Teatro Strehler) che ha aperto il sipario è stato Winterdi Demis Volpi, attuale direttore artistico del Ballett am Rhein Düsseldorf/Duisburg e prossimo direttore artistico dell’Hamburg Ballet dopo John Neumeier. Un pezzo sulle note dell'Inverno di Vivaldi (eseguito da Francesco De Angelis, primo violino di spalla e violino solista del Teatro alla Scala). Pas de deux che condensa l’estetica neoclassica dei giorni nostri e che illumina la natura intrinseca della danza, creato nel 2016 per celebrare il XX anniversario di Reid Anderson come direttore artistico del Balletto di Stoccarda. La coppia di allievi formata da Bruno Garibaldi e Chiara Ferraiolo ha offerto una congiuntura poetica, accolta con interesse dagli addetti ai lavori ed entusiasmo dal pubblico per il senso dello stile, la precisione, la musicalità e il carisma dei due giovani solisti. Le ineccepibili linee, i piedi allungati e gli avvolgenti port de bras sono stati il tramite per una creazione teatrale ed emotiva che richiede sicura tecnica mettendo alla prova equilibrio, resistenza, forza d’animo. La coreografia con la medesima coppia di protagonisti ha rappresentato la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala il 17 aprile di quest’anno al terzo Gala des Ecoles de Danses du XXIe siècle organizzato al Palais Garnier da Élisabeth Platel, direttrice della Scuola di danza dell’Opéra di Parigi, con ospiti altre sette scuole d’eccellenza provenienti da tutto il mondo (Scuola Nazionale di Balletto del Canada, Accademia Nazionale di Balletto Olandese, Scuola dell’Hamburg Ballet John Neumeier, San Francisco Ballet School, Royal Ballet School e Royal Dutch Ballet School).

A seguire, New Sleep (Duet) di William Forsythe (ripresa da Kathryn Bennetts, assistente del coreografo dal 1989 al Ballet Frankfurt e già sua partner artistica ai tempi in cui si esibivano per lo Stuttgart Ballet) presentata in anteprima dal San Francisco Ballet nel 1987 sviluppa i ballerini del settimo corso, Benedetta Giuliano e Alfonso Guerriero, in due spettacolari diagonali che si incrociano al centro. Nel pezzo la particolare costruzione coreografica coglie uno stadio di precisione difficilmente ammirabile. Le dinamiche appaiono ferree nel rigore strutturale e al contempo intime sull’esaltazione della complessione. New Sleep trasmette l’accademismo della disciplina classica con elementi simmetricamente disposti, in cui i due esecutori formano tra loro un angolo retto rivelando la geometria di Forsythe. Nel suo astrattismo nodale la creazione pone i due allievi in costante contatto a pigurare una sola entità. Si allungano, si inclinano, si estendono aiutati dalla sferzante partitura. Questo lavoro dal punto di vista tecnico necessita di una preparazione millimetrica per tratteggiare perimetri e distanze dove la velocità è predominante.

Si è poi proseguito con Allegro brillante di George Balanchine rimontato da Patricia Neary (ambasciatrice del Balanchine Trust per il quale si è adoperata ad insegnare le coreografie del maestro georgiano in oltre una sessantina tra i maggiori teatri europei e statunitensi). Creato nel 1956 sulle note dell’incompiuto Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra di Čajkovskij, eseguito per l’occasione milanese con il persuasivo solista Takahiro Yoshikawa, oggi affermato musicista ed ex allievo dell’Accademia. Il balletto è riservato ad una coppia di danzatori principali del settimo corso – Sienna Bingham e Bruno Garibaldi – a cui si affianca un gruppo di altri otto allievi: Fabiana Laneve, Sergio Sapodano, Haruna Nagatake, Francesco Della Valle, Himari Takazawa, Francesco Mezzoli, Maria Vittoria Bandini, Enrico Farina. È un garbato debutto per gli allievi di Frédéric Olivieri nel fiorire ornato della forma. Balanchine aveva dichiarato ai tempi del debutto: “Allegro brillante contiene tutto ciò che sapevo sul balletto classico” e in effetti è ricco del suo cattedratico insegnamento. Balanchine immortala ogni nota della partitura di Čajkovskij trasformandola in gaudio. Sienna Bingham gode di carattere spiccato e personalità, i suoi piedi veloci e articolati danno risalto alle linee, mentre Bruno Garibaldi è un partner attento e concentrato che lascia intravedere un roseo futuro. Insieme danzano con ordinato abbandono, e il restante gruppo si gode ogni momento della raffinata composizione.

Lo spettacolo è proseguito con una suite dal balletto La strada sulle musiche di Nino Rota con le coreografie di Mario Pistoni (a cura del nipote Guido Pistoni che ha seguito gli allievi nella ripresa). Ospite d’onore il già primo ballerino della Scala, Mick Zeni, nel ruolo di Zampanò. Il balletto fu rappresentato per la prima volta nel 1967 al Teatro alla Scala con l’étoile Carla Fracci e in seguito dall’étoile Oriella Dorella (presente in sala). Replicato in tutto il mondo il balletto è considerato uno degli esempi migliori della corrente neorealista applicata alla coreutica. La versione dell’Accademia ha confermato in toto un modernismo senza età. La Gelsomina di Laura Farina (allieva del settimo corso) ha offerto movimenti delicati che hanno trasmesso l’anima sognatrice della protagonista. Di spessore l’interpretazione del Matto a cura di Davide Alphandery (ottavo corso), altro elemento di roseo futuro artistico. La coppia di sposi, Daisy Libero (settimo corso) e Sergio Napodano (ottavo corso), ha applicato la giusta misura ai ruoli. Al Direttore Frédéric Olivieri va il grande merito, con questo estratto, di rendere omaggio a una personalità vivida nella storia del Teatro alla Scala: Mario Pistoni (1932-1992).

In questi giorni una ventina di allievi fra il secondo e il settimo corso stanno prendendo parte allaBayadère di Rudolf Nureyev ripresa dal direttore del Ballo Manuel Legris, in scena fino al 21 giugno al Teatro alla Scala. E, in precedenza, erano già stati molti gli impegni che hanno visto protagonisti i ragazzi e le ragazze della Scuola di Ballo nel corso della stagione: latrasferta all’Opera di Dubai, Petruzzelli di Bari, Teatro Strehler di Milano, Teatro Municipale di Piacenza, Teatro La Fenice di Senigallia, la terza edizione del Gala Fracci, passando per la Coppélia di Alexei Ratmansky che ha inaugurato la stagione scaligera 2023/2024, i divertissement nelGuillaume Tell di Gioachino Rossini con la coreografia di Silvia Giordano, fino ai recenti esami di passaggio al corso successivo e in vista degli esami finali di sabato 8 giugno che li vedranno conseguire il meritato diploma. Tutti valori aggiunti che l’Accademia e il Teatro alla Scala offrono ai propri allievi lasciando trasparire le virtù del metodo applicato e dello stile inconfondibile che emergono nitidi per l’unicità del risultato (e successo) raggiunto.


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