Inno alla gioia
di Roberta Pedrotti
The State Opera
un film di Toni Schmid
con Jonas Kaufmann, Anja Harteros, Kirill Petrenko, Zubin Mehta, Ivor Bolton, sir Peter Jonas, Nikolaus Bachler etc.
89 minuti - in tedesco con sottotitoli in tedesco, inglese, francese, giapponese, cinese e coreano.
documentario Kick Film Production realizzato nel 2017
DVD Naxos, 2.110660, 2020
Non un'opera, non un balletto, non un concerto. Perché il teatro è anche dietro le quinte. In questo dvd si entra nelle prove, nei laboratori, negli archivi si viaggia attraverso il nascosto indispensabile che rende possibile l'apertura del sipario, il momento unico della rappresentazione.
La Bayerische Staatsoper è uno dei primi teatri al mondo per qualità e quantità di produzione, una macchina perfetta e accogliente, fin dalle vetrate della biglietteria, dalla sfilata di locandine e fotografie lungo la Maximilianstraβe. Val la pena di conoscerla a fondo, e di farne anche un modello ideale per capire cos'è un teatro d'opera.
Vediamo i laboratori di sartoria e calzoleria, i magazzini di meraviglie, con migliaia di scarpe d'ogni foggia e numero, chilometri di stoffe pregiate o comuni in tutte le possibili tonalità, di costumi già realizzati e pronti a tornare in scena per una ripresa o riadattati a nuovi usi. È il regno di quell'artigianato di cui vediamo abitualmente, magari anche distrattamente, i frutti e non conosciamo i volti e le mani, mentre loro conoscono ogni segreto della materia scenica, ogni anfratto dei labirinti, ogni tesoro custodito.
Vediamo i professori dell'orchestra raccontare il loro lavoro, ma anche le piccole dinamiche umane, gli scherzi, le allusioni amorose, i rapporti fra sezioni, mentre fra un'intervista e l'altra si prova con Kirill Petrenko.
Vediamo l'Operastudio, una ragazza - gran bella voce - che studia la sua parte nell'Idomeneo di Mozart e la docente che soppesa e fa ripetere allo sfinimento ogni sillaba, perché il testo italiano sia pronunciato, compreso, recitato a dovere, ma la cantante non si sfinisce, e ripete, ripete, ripete, per trovare caparbia il modo giusto di dar senso a quel che canta. Ecco, questo è il sacrificio, la passione ostinata, il lavoro certosino che sta dietro a una carriera. Dall'altro capo, vediamo le grandi carriere già luminose. Jonas Kaufmann racconta in prima persona il rapporto con il teatro della sua città; sir Peter Jonas, sovrintendente dal 1993 al 2006, spiega l'emozione provata quando, in giuria al concorso di Cardiff, ascoltò per la prima volta una ragazza greco-tedesca che volle subito scritturare, Anja Harteros.
Lo stesso Peter Jonas e il suo successore Nikolaus Bachler descrivono con entusiasmo lo spirito del pubblico bavarese, perché è lo spirito di un pubblico innamorato del proprio teatro, ma non per questo indulgente, anzi, all'occorrenza severo e vivace nell'esprimere le sue opinioni. E questo piace, perché quando è successo è successo vero, quando le cose non vanno, la reazione è altrettanto sincera, e perciò stimolante, ricca di spunti di crescita, confronto e dibattito.
E vediamo le prove, magari di spettacoli che abbiamo visto in teatro o in DVD, di cui conosciamo la tensione finale, non la genesi, magari con il regista Johannes Erath che scherza appoggiato al lettone con Piotr Beczala nel limare quel memorabile Ballo in maschera (leggi le recensioni: DVD, Verdi, Un ballo in maschera e Monaco di Baviera, Un ballo in maschera, 27/07/2016).
Dietro ogni opera, balletto, concerto ci sono anni di studio, lavoro, esperienze, mesi o settimane di prove, confronti, creazioni. Lavoro, tanto lavoro, vero, serio. Ma c'è anche tanta gioia, c'è una passione condivisa, il piacere di costruire insieme, di incontrarsi e scambiarsi idee e stimoli, di conoscere e apprezzare l'apporto di ciascuno nel lavoro di squadra. Questo almeno dovrebbe essere e che soprattutto dobbiamo conservare per ripartire dopo la crisi.
Intanto, nel 2023 la Bayerische Staatsorchester compirà cinquecento anni, la Staatsoper è più giovane di appena centotrent'anni. Gliene auguriamo almeno il doppio, ma soprattutto ci auguriamo che quel che si vede in questo DVD, dalla manualità dei laboratori, alla cura degli archivi, dalla determinazione dei più giovani alla passione dei divi, all'entusiasmo genuino (e critico) di pubblico e dirigenti resti un modello ideale per ogni teatro e per tutti coloro che ci lavorano e lo amano.
Non è un'opera, un balletto, un concerto, ma se vi capita, date un'occhiata a questo documentario: ne vale proprio la pena.