L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Mario Venzago debutta a Bologna

Il volo di Ulisse

 di Roberta Pedrotti

La Quarta Sinfonia di Bruckner, pur nel suo splendore, risulta un cimento ancora ostico per l'Orchestra del Comunale, che dà, viceversa, ottima prova di sé nel Secondo concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven, solista Giuseppe Albanese. Debutto sul podio felsineo per Mario Venzago.

BOLOGNA 1 aprile 2016 - Bruckner. Solo il nome può incutere un certo timore reverenziale, con quell'aspro raduno di consonanti a conferirgli un'arcigna aria teutonica. Non sarebbe, in realtà l'ascolto a dover impensierire il pubblico – anzi! – se ad aver ragione di temere non fossero gli esecutori, tali e tante essendo le difficoltà tecniche di cui il buon Anton, di effettive più dolci ascendenze rurali austriache, permea i suoi capolavori. Ce ne rendiamo ben conto, un'altra volta, a Bologna, quando l'Orchestra del Comunale propone nella stagione concertistica quella stessa Quarta Sinfonia che giusto un paio d'anni fa aveva eseguito nella formazione autonoma ma simillima della Filarmonica. Pezzo piuttosto fresco in repertorio per molti professori, dunque, ma in ogni caso inesorabilmente ostico, come fin da subito ha ricordato la fatica dei corni e, a seguire, degli ottoni in generale, un impegno tesissimo di tutte le sezioni che non si può non ammirare, insieme con il coraggio, ma che non riesce sempre a risolversi nella piena realizzazione delle altissime esigenze strutturali della Romantica, dei suoi equilibri e dei suoi rapporti interni.

L'audacia, d'altra parte, è un peccato indispensabile: il “folle volo” di Ulisse gli varrà l'Inferno non meno delle sue arti fraudolente, ma ne farà anche un eterno modello intellettuale del progresso umano. A volte si rischia un po' troppo, ma senza rischio non si cresce. Non possiamo dire d'aver ascoltato un Bruckner esemplare, il volo è parso effettivamente temerario e un po' accidentato, ma nel precedente Secondo concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven l'impressione era stata ben altrimenti positiva e si erano apprezzate sonorità pulite e morbide, ben calibrato rapporto con il solista, Giuseppe Albanese.

Alla sua prima esperienza felsinea, Mario Venzago sale sul podio con fare affabile e cordiale, ha in sé una pacatezza sicura, tradotta in una limpida fluidità dei tempi, in una musicalità chiara, in un'amabile serenità che emerge soprattutto in un Beethoven piacevolmente equilibrato, in cui Albanese fa valere il suo fraseggio netto ed elegante, senza temere la grande cadenza del primo movimento, ma soprattutto sciogliendo nel secondo una seducentissima fusione timbrica con il canto dell'orchestra. Questo diluirsi sonoro senza perdere identità, senza sfocare tocco e contorni melodici costituisce il momento più alto della serata. Ricollegandosi, poi, alla sezione fugata della cadenza, il pianista farà di questa inserzione recenziore (1808/9 rispetto al 1795/8 del Concerto) non solo un ponte verso il XIX secolo, ma uno sguardo gettato fino a un secolo più avanti, fino alle Variazioni e Fuga su un tema di Telemann (1914, suggestivo continuo rimbalzo fra passato e futuro) di Max Reger, proposte come bis. Qui, più della trama contrappuntistica in sé, colpisce il crescendo dinamico e agogico perfettamente controllato da una musicalità senza sbavature.

Va da sé che la prima parte del concerto venga accolta da ben altro calore rispetto alla seconda. E, resi a Beethoven i suoi indiscutibili meriti, non sarà certo demerito di Bruckner, se la sua magnifica Sinfonia Romantica, potenzialmente così allettante all'ascolto per la sua composizione di schegge tematiche abilmente disgregate e ricomposte in un rigore formale, costituisce sovente uno scoglio così arduo per gli esecutori.


 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.