Il concerto grosso secondo Biondi
di Pietro Gandetto
Nell’ambito del festival internazionale di musica antica Milano Arte e Musica, sold out per il concerto dell’Europa Galante diretta da Fabio Biondi. L’esecuzione dedicata ai concerti grossi di Corelli, Geminiani, Locatelli e Vivaldi si fa apprezzare per innovazione e approfondimento stilistico.
Milano, 8 agosto 2016 – Nei concerti come quello di lunedì 8 agosto, si ha evidenza delle ragioni sottese al successo dell’Europa Galante dal 1989 a oggi e, in particolare, del suo illustre mentore, Fabio Biondi, artefice di molte riscoperte, riprese, revisioni.
Tra i meriti del blasonato ensemble si annovera una strategia interpretativa nuova rispetto alle esecuzioni della discografia barocca sviluppatesi negli anni 70/80: un utilizzo intelligente dell’ornamentazione, caratteristica peculiare della musica barocca, qui sviluppata con buon gusto grazie alla competenza e alla sensibilità degli interpreti; uno stile esecutivo attivo e coinvolgente che porta gli artisti dell’Europa Galante a esibirsi con il sorriso sul volto e a cercarsi con lo sguardo, anche grazie alla teatralità tipica della musica strumentale barocca che non sconta la maggiore serietà e l’ingessamento invalso in alcune compagini più versate sul repertorio classico; un virtuosismo a tratti narcisistico, ma mai disturbante per il pubblico perchè non fine a sé stesso, ma teso a un approfondimento stilistico il più possibile aderente alle intenzioni dell’autore. Ascoltando Biondi ci si ricorda che, nel ‘600 e nel '700, l’Italia non esisteva se non come insieme di singoli stati e che quindi Corelli non si suona come Vivaldi e Vivaldi non si suona come Geminiani, perché Roma non è Venezia e Venezia non è Londra. Sembra scontato, ma sentendo spesso parlare di ‘scuola italiana’, si tende a fare di tutta l’erba un fascio.
Il programma della serata raccoglie brani meno noti, come i concerti grossi di Corelli, Geminiani e Locatelli, e altri più conosciuti come le Quattro Stagioni di Vivaldi, cavallo di battaglia del gruppo.
Archiviato il concerto di Corelli, complessivamente abbastanza flebile e poco incisivo, l’abilità dell’Europa Galante si palesa in primis nel concerto di Geminiani, specialmente nel secondo e nel quarto movimento, dove è emersa una curatissima modulazione delle solenni armonie dell’autore.
Il momento più felice della serata, sono però i concerti di Vivaldi, in cui spicca la capacità di Biondi di rendere la camaleontica tessitura compositiva, la brillantezza dei passaggi più virtuosistici e l’estrema poesia di quelli più elegiaci. Immaginazione, chiarezza, eleganza e vitalità sono i cardini dell’esecuzione dell’Europa Galante, sia nelle parti solistiche, in cui Biondi dà sfoggio di un suono adamantino e denso di armonici, sia in quelle di maggiore interazione tra i vari strumenti. Il Largo dell concerto in fa minore (L’inverno) viene riproposto come bis.
Di pregio l’esecuzione complessiva, ricca di dinamiche, contrasti ritmici, agogiche proporzionate e un fraseggio elegante. A fine serata, applausi composti da parte di un pubblico forse poco consapevole del valore artistico di un ensemble che ha traghettato con perizia nel futuro un certo repertorio del passato, sottraendolo all’oblio.