I mentori del giovane Rossini
di Federica Fanizza
Anteprima del Festival Purtimiro con voci e suoni di Romagna che raccontano la giovinezza di Gioachino Rossini a Lugo.
LUGO di ROMAGNA, 12 novembre 2016 - “Pur ti miro, pur ti godo” sono i versi del duetto finale dell’opera L'incoronazione di Poppea, che debuttò a Venezia nel 1643 ed è stata a lungo attribuita al solo Monteverdi. Scritto tutto in sequenza, Purtimiro è il titolo del festival di musica barocca che per tutto il mese di dicembre si terrà al Teatro Rossini di Lugo di Romagna. La citazione evoca lo spirito “della meraviglia “dell’estetica barocca, che è la sintesi della rassegna curata dal direttore musicale Rinaldo Alessandrini, universalmente considerato come uno dei maggiori interpreti al mondo della musica di Monteverdi. Con questa scelta ambiziosa l’Amministrazione comunale ha voluto riportare Lugo di Romagna a essere un centro di eccellenza per la presentazione, e in alcuni casi per la riscoperta, di perle del repertorio operistico del Sei e del Settecento, come negli intenti originari che accompagnarono il restauro e la riapertura del teatro esattamente trent'anni fa. Una operazione coraggiosa da parte del comune del Ravennate, che ha scommesso sulla cultura con un investimento di ventiquattro euro per ogni cittadino, per un totale di 780 mila euro spalmati su 32.500 abitanti: non solo teatri, ma valorizzazione complessiva dei beni e attività culturali da parte di un giovane sindaco che ritiene che la “cultura è anche riscatto sociale”.
Dal 3 al 30 dicembre sono stati programmati dieci eventi, fra opere e concerti, dedicati a Haendel, Scarlatti Paisiello, al barocco inglese e al repertorio per violino e pianoforte, il tutto sotto l’egida del consulente artistico Valerio Tura, esperto con lunga esperienza all’estero. È certamente un progetto ambizioso che però non tralascia di ricercare forti agganci e motivazioni sul territorio scavando tra i fondi conservati delle biblioteche, come nel caso dell’anteprima Festival presentata sabato 12 novembre al Teatro Rossini.
Sul palco del Rossini si è presentato un attore di salde radici romagnole, Ivano Marescotti, insieme ad un raffinatissimo pianista inglese, Richard Barker, di casa nei maggiori teatri del mondo come maestro collaboratore e preparatore di cantanti. Tema della serata: il giovane Gioachino Rossini, negli anni della fanciullezza, quando il padre, per problemi politici, dovette allontanarsi da Pesaro con la famiglia e tornare nella città natale, dove il futuro genio studiava con i fratelli Luigi e Giuseppe Malerbi, entrambi prelati. Titolo, alquanto particolare: Il Maestro e il Cignale, dal modo scherzoso con cui l'autore del Barbiere di Siviglia stesso ribatteva alla definizione di “cigno di Pesaro”, ossia di essere, piuttosto, “il cignale (ossia, cinghiale) di Lugo”
Il programma era composto in parte da pagine del Fondo Malerbi della locale Biblioteca Comunale Trisi, nel quale sono conservati manoscritti raccolti dai canonici lughesi, animatori della vita musicale della cittadina della prima metà dell'Ottocento: autografi di Gioacchino Rossini, Giovanni Battista Martini, Giovanni Paisiello, Saverio Mercadante, Giovanni Battista Pergolesi, nonché autori assai meno frequentati nella provincia italiana del tempo come Bach, Gluck, Haydn, Mozart. Proprio studiando su questi testi Rossini si è formato e si guadagnato, al Liceo Musicale di Bologna, il soprannome di “tedeschino”. Ma se Giuseppe Malerbi era un serissimo maestro e accademico, non lo era altrettanto il fratello Luigi, definito come” spirito bizzarro”, autore di melologhi ironici, sregolati e, talora, anche licenziosi. Marescotti ha dato voce a questi testi pittoreschi e descrittivi, vere e proprie piccole pantomime costruite su costumi cittadini e fatti di cronaca locale: La febre fredda, Il giuoco della tombola, o, addirittura, la chiacchera pettegola come nel caso della Fuga della sig.ra Marianna Bertazzoli per unirsi in matrimonio con il sig.r Giuseppe Morandi. Richard Barker al pianoforte manteneva una imperturbabile estraneità e una serietà accademica che enfatizzava il carattere paradossale dei melologhi.
A queste piccole curiosità e rarità musicali si alternavano ad aneddoti e racconti sulla vita di Rossini e alle note dei Péchés de vieillesse, con La pesarese e il Prélude prétentieux, e il Prélude religieux dalla Petite Messe Solennelle affidate a Barker, in un ideale percorso dedicato al compositore pesarese.
Teatro al completo e caloroso successo di pubblico, particolarmente coinvolto da questi frammenti di storia locale: un ottimo auspicio, coronato fuori programma da un omaggio poetico alla lingua e alla poesia delle terre di Romagna, per il prosieguo della rassegna Purtimiro prossima all’avvio.