L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Bolzano, Whatever Works

Basta che funzioni

 di Federica Fanizza

 

Intento amaramente satirico, ma nessun riferimento all'omonimo flm di Woody Allen per la nuova opera frutto della collaborazione fra la compositrice altoatesina Manuela Kerer e il musicista messicano Arturo Fuentes in scena a Bolzano per la stagione “OPER.A 20.21” della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento

BOLZANO, 1 aprile 2016 - Con Whatever Works, opera satirica in quattordici scene su libretto dello scrittore e poeta bulgaro Dimitré Dinev, si avvia alla conclusione la rassegna lirica promossa dalla Fondazione Haydn di Bolzano e Trento nella sede di Bolzano (Teatro Studio), coproduzione con Wien Modern e netzzeit, presentata a Vienna in prima assoluta nello scorso novembre.

La composizione è nata dalla collaborazione fra Manuela Kerer, compositrice altoatesina di Bressanone, e il musicista di origine messicana Arturo Fuentes.

Non si tratta di un lavoro a quattro mani, ma del risultato di un percorso creativo attorno a una ipotesi di libretto che progressivamente ha preso corpo affidando a Fuentes l'aspetto elettronico e l'amplificazione, alla Kerer lo sviluppo armonico, con il risultato di una composizione teatrale in quattordici quadri, ognuno con una propria didascalia, in una successione di recitativi, arie, cori e intermezzi musicali, per una durata di settantacinque minuti.

I due autori provengono da esperienze musicali diverse: la Kerer ha frequentato al Landeskonservatorium di Innsbruck i corsi di violino e composizione, percorso questo che ha poi approfondito ottenendo riconoscimenti e successi presso diversi teatri e festival europei, fra cui, in questi giorni, la nomina ad “artista del mese” del Centro Studi di Genere della Kunstuniversität di Graz; Fuentes, invece, è originario di Città del Messico, dove ha studiato, prima di trasferirsi in Europa nel 1997, approfondendo Composizione a Milano con Franco Donatoni. La sua attività musicale si svolge tra Vienna e Innsbruck, dove attualmente risiede. Nel campo della ricerca elettroacustica, collabora con importanti istituzioni musicali europee.

Whatever Works racconta di aiuti umanitari inutili portati a popolazioni bisognose di tutto solo per appagare il desiderio di visibilità da parte di uomini politici senza scrupoli, i cui atteggiamenti sono incomprensibili dalle persone comuni. Le due protagoniste, Umma, Ministro degli affari esteri, ed Emma, Alto Commissario dell’ONU, decidono di inviare in un paese del Terzo Mondo delle vecchie limousine da utilizzare come mezzo per il trasporto di cibo. L’assurdità della cosa si scontra immediatamente con le reali esigenze di popolazioni affamate che necessitano di aiuti concreti.

Ne risulta una composizione, quindi, di estrema attualità, sia per il testo sia per la musica, che si basa sull’intreccio delle partiture concepite dalla Kerer e da Fuentes, in un mix di elettronica e scrittura atonale non priva di elementi attinti dalla tradizione armonica classica. Esili le sonorità nel lavoro della Kerer, più corpose e mutevoli quelle di Fuentes.

Nell’intervista ai compositori è lo stesso Fuentes a sostenere che nell’opera contemporanea tutto ha un rapporto con la tradizione e alle protagonisti femminili, il soprano Sarah Maria Sun (Umma) e il mezzosoprano Shira Karmon (Emma), voce più protesa verso lo Sprachgesang, il compositore messicano affida rispettivamente le sue personali rielaborazioni di We are the champions (un’amara riflessione sui comportamenti del popolo) dell’Habanera della Carmen (sulla intromissione delle proprie relazioni personali negli affari di Stato). Ma molteplici sono anche i riferimenti alla tradizione del ‘900 con citazioni tratte dal mondo di Kurt Weil e Bertolt Brecht, alle parti corali, (il coro di pirati che assaltano il convoglio di aiuti umanitari condotti da sprovveduti autisti riecheggiano gli analoghi Masnadieri schilleriani e verdiani), al trio degli autisti (soprano, baritono e tenore) che riecheggia quello dei ministri di pucciniana memoria.

C’è la necessità di interrogarsi su cosa sia l'opera contemporanea, quale sia il percorso che debba intraprendere per andare oltre a un repertorio consolidato che fatica a superare la soglia di inizio ‘900. Ma in questo caso la proposta voleva dimostrare quale sia il modo di utilizzo di nuovi linguaggi musicali e su quali contenuti tematici applicarli. Banalmente si più sintetizzare che un’opera è contemporanea perché scritta “adesso”, su tempi d’attualità, oltre che indirizzata alla ricerca di nuove sonorità dove elettronica e acustica si aprono all’innovazione creativa senza alcun confine o limite di utilizzo o di chiusura rispetto alla “tradizione”, rivolgendosi a un pubblico vasto e aperto.

Del resto l’uso delle videoproiezioni come elemento scenografico non è certo una novità, per quanto sviluppata in modo innovativo possa essere la sua interazione con la drammaturgia. Non sorprende, quindi, che in una creazione contemporanea e, per certi versi, sperimentale vengano utilizzate soluzioni registiche che normalmente sono entrate nella consuetudine del teatro lirico tradizionale: la presenza di un personaggio onirico silente (in questo caso il regista stesso Michael Scheidl interagiva con gli artisti sia in video che in scena) e le solite comparse che si affannano a raccogliere interviste e riprese videotelevisive (il riferimento alla regia di David Livermore nei Vespri Siciliani di Verdi non è puramente casuale).

In questo assemblaggio di schegge sonore, la parte musicale era affidata sul palco a un gruppo di strumentisti dell’Orchestra Haydn , violoncello, violino, trombone, percussione, flauto dolce e chitarra guidati dal bulgaro Simeon Pironkoff, esperto direttore di musica contemporanea.

Questa volta, la proposta ha saputo raccogliere il consenso dei più giovani. Occorrerà aspettare a Trento l’ultimo titolo della stagione, Il naso di Šostakovič, per trarre conclusioni su questa rassegna lirica regionale che certamente ha prodotto occasioni di ascolto per i più smaliziati frequentatori del ‘900 musicale più che per un pubblico che non ha pratica neppure del repertorio lirico più tradizionale.

 

Whatever Works

Manuela Kerer, Arturo Fuentes
Libretto Dimitré Dinev

Umma (Ministro degli affari esteri) Sarah Maria Sun
Emma (Alto Commissario dell’ONU per la riduzione del rischio) Shira Karmon
Autista 1 Belinda Loukota Autista 2 Stefan Bleiberschnig Autista 3 Martin Busen
Capitano dei pirati Vasily Koroshev
Dissidente (una donna che vuole darsi fuoco) Bibiana Nwobilo
Funzionario John Sweeney
Direzione musicale Simeon Pieronkoff
Regia Michael Scheidl
Allestimento Nora Scheid
Luci Norbert Joachim
Solisti dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Coproduzione Wien Modern, netzzeit, Fondazione Haydn Stiftung


 

 

 
 
 

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