Libera tra i ghiacci
di Federica Fanizza
L’opera di Catalani riproposta per il circuito del teatri emiliani con un cast in cui domina l’esperienza del tenore serbo Zoran Todorovich già protagonista nelle riprese dell'opera a Ginevra e a Montecarlo
PIACENZA, 17 febbraio 2017 - Con una coproduzione tra Fondazioni Teatri di Piacenza, Comunali di Modena, di Reggio Emilia e Teatro del Giglio di Lucca, finalmente anche in Italia si è assistito alla riproposta della Wally di Alfredo Catalani.
Il giovane regista Nicola Berloffa, formatosi alla scuola di Luca Ronconi, colloca la vicenda, come da libretto, in un ambiente dominato dal ghiaccio, con i suoi blocchi candidi e regolarmente squadrati, alternati a piani inclinati che si trasformano in sentieri di montagna e anfratti. Fa da sfondo il profilo dei monti dell massiccio del Similaun, abilmente ricostruito dalla scenografo Fabio Cherstich, risaltato nei suoi chiaroscuri da un abile gioco di luci curato da Marco Giusti. Il regista trasforma Wally, da aquila solitaria, che si vanta di essere stata baciata soltanto dal vento e dal sole, in donna serpente, capace di attrarre e di distruggere gli uomini, esaltando le sua sensualità, per esempio, quando compare nel II atto (sapientemente ricollocato dalla piazza in una stube) e nel III atto (la baita di Wally). I costumi, in stile anni '30, di Valeria Donata Bettella prevedevano un elegante abito rosso per la protagonista e abiti da montanari per gli altri personaggi, mentre il coro indossava eleganti vestiti da città.
Protagonista assoluta per autorità vocale e interpretativa è stata il soprano spagnolo Saioa Hernandez che, dotata di vocalità di lirico spinto dal timbro pregevole unito a notevoli capacità attoriali, ha saputo affrontare il personaggio inserendo l'eroina in una visione registica dalle tinte fosche, ma raffinata e libera. Si è riscontrata qualche difficoltà nel registro acuto, mentre eccellente è risultato quello centrale. Apprezzabile il fraseggio, capace anche di dare spazio ai momenti di follia della protagonista quando, persa nella tormenta, rievoca fantasmi che popolano il mondo delle nevi.
Per la parte di Giovanni Hagenbach la scelta è ricaduta su Zoran Todorovitch, già interprete del ruolo a Montecarlo e a Ginevra. Il tenore ha dimostrato di possedere una voce solida e stentorea, nonostante qualche difetto di intonazione, a causa della tendenza a centrare poco l'emissione. Complessivamente il suo personaggio è risultato credibile.
Il Vincenzo Gellner di Claudio Sgura risulta corretto vocalmente e convincente scenicamente.
Importanti per il susseguirsi delle vicende i personaggi secondari, come Walter: ruolo en travesti dell’amico fedele di Wally, interpretato da Serena Gamberoni, la quale, con voce fresca, conferisce al personaggio tutto il carattere giovanile necessario. Molto bella la sua esecuzione dell'aria di sortita “Un di, verso il Murzoll”.
Efficace nel ruolo del Pedone di Schnals, il baritono Mattia Denti.
Stromminger, padre di Wally, era interpretato dal basso Giovanni Battista Parodi, sostanzialmente corretto ma ingessato da una regia che lo raffigurava come ricco borghese. Al contrario risultava disinvolta nel canto e nella recitazione l‘Afra di Carlotta Vichi, marginale antagonista di Wally.
Il Coro del teatro municipale di Piacenza, diretto da Corrado Casati, ha magistralmente svolto il suo ruolo specie nel secondo atto, durante il quale erano richieste anche capacità attoriali.
Artefice non ultimo del successo della serata, il direttore Francesco Ivan Ciampa che, alla guida dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna, ha riscoperto tutti quegli elementi sonori e musicali che sottendono alla composizione di Catalani, come le influenze delle scuole europee, le suggestioni wagneriane e i momenti di concitazione musicale della giovane scuola italiana. Il tutto reso con misura e con grande rispetto per le voci.